~Prologo~

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Buio, tenebre, oscurità. Lei e il suo volto oscurato, il lungo mantello nero pendente sul corpo. La Suprema guardò all'interno del grande calderone dal quale osservava il Mondo Celeste e in maniera particolare teneva sotto controllo le vite di due individui pericolosi per l'intera società: Dylan Grount e Chantal Hooligan. Era soddisfatta del lavoro che avevano compiuto quei due buoni a nulla di Theodore e Danger, per una volta avevano preso una saggia decisione. Anche se probabilmente tenere vicini i due ragazzi non sarebbe stato del tutto utile ad allontanarli.

La Suprema non era una donna cattiva, ma doveva mantenere l'equilibrio fra il bene e il male, controllare le due parti ed impedire che il Mondo Celeste venisse sconvolto. Chi governa una società così vasta deve saperlo fare, deve essere crudele e violento quando serve, benevolo quando le situazioni lo richiedono.

Alcuni UF, i più fidati, erano intorno a lei con il capo chino in segno di rispetto. La Suprema spostò l'attenzione sull'Inferno ed analizzò la situazione. Dylan era cambiato negli ultimi mesi, ma adesso sembrava essere tornato il Diavolo di sempre. Se ne stava su un enorme letto matrimoniale, a torso nudo, con un bicchiere di vino rosso tra le mani, circondato da un gruppo di donne. Una faceva cadere nella sua bocca degli acini d'uva e alternava con lui dei baci appassionati, un'altra riempiva dei calici di liquore e di vino, un'altra ancora gli faceva dei massaggi dietro il collo e alcune danzavano per lui. La Suprema alzò un sopracciglio: Dylan era tornato lo stesso Diavolo di sempre, la persona che era prima di conoscere Chantal. Il suo cuore era tornato ad essere di pietra e non c'era spazio per il bene e per l'amore, ma solo per i vizi, il sesso, il vino, le donne.

Poi la scena cambiò e il calderone mostrò il Paradiso. Anche Chantal sembrava essere tornata alla sua vita, ma i suoi occhi celavano un velo di tristezza, come quelli di Dylan di malinconia e di perdizione. Entrambi avevano ripreso la loro strada, ma sembravano due anime perse, alle quali era stato strappato un bisogno primario necessario per vivere.

«Mia Signora, non vorrei intromettermi, ma posso dire la mia?». Rufus era l'assistente della Suprema, il suo uomo più fidato, colui che era certa non l'avrebbe mai tradita. Glielo aveva dimostrato in svariate occasioni, forse addirittura quell'uomo era innamorato di lei. Ma il suo cuore duro non avrebbe mai permesso a nessuno di scalfirla. Lei non sarebbe mai caduta in balia dell'amore, poiché era più forte di simili piccolezze.

«Sai che tu hai sempre diritto di parola, Rufus. Il tuo parere è molto importante per me» rispose. Prese posto al tavolino accanto alla ringhiera che dava sul vuoto delle nubi nere. Alcune tazzine erano poggiate sul vassoio d'argento. La Suprema invitò Rufus a sedersi con lei e lui la accontentò, ponendosi di fronte alla sua Signora.

La donna versò del tè nelle tazzine ed entrambi bevvero. «Mia Signora, perché non lascia spazio all'amore nei cuori di queste due anime? Perché uccide coloro che si innamorano?».

«Tu sai che è solo una morte apparente, Rufus. Non sono così spietata» replicò, accavallando le gambe.

«Io la conosco, so che non è davvero cattiva e spietata, so che ha un compito da portare avanti e che tutto ciò che fa è per mantenere l'equilibrio. E nel Mondo Celeste non c'è posto per un amore tra Angeli e Davoli, non è vero?».

La Suprema annuì. Rufus guardò al di là della ringhiera: era abituato, ormai, a tutto quel nero, a tutte quelle nubi, a tutta quella oscurità. «Ma chi lo dice? Chi ha stabilito questa regola?».

«È così e basta. L'equilibrio sarebbe sfasciato, potrebbero nascere degli ibridi come gli Angeli e i Diavoli Speciali e potrebbe accadere quello che è già avvenuto con Chantal. Il clan avversario è riuscito a catturarla» la donna parlò con voce grave. Non capiva dove Rufus volesse arrivare.

«Però Chantal è salva. E sa cosa l'ha salvata? L'amore» dichiarò. Era lì che voleva arrivare, Rufus, era da tanto che aveva provato a far ragionare la sua Signora. Lui avrebbe voluto che in quel cuore di pietra ci fosse posto anche per l'amore, ma lei sembrava non essere intenzionata a lasciar entrare quel sentimento malsano.

La donna si alzò in piedi. Le parole del suo fedele aiutante non erano sbagliate, lui aveva ragione, alla fine era stato l'amore ad evitare che un Angelo Speciale morisse, anche se poi aveva creato scompiglio e caos all'interno dei due clan. Era così difficile gestire tutto dall'alto e dover controllare la situazione, mantenere l'equilibrio e dover trovare sempre una soluzione a tutto. Era stanca, stanca di quel compito che avrebbe dovuto compiere per tutta la vita. Pensò all'amore, quella macchia che lei teneva alla larga dalla sua persona. Pensò alla debolezza che causava, a quanto potesse essere pericoloso. Non sapeva cosa fare, mai si era sentita così impotente.

Rufus poggiò una mano sulla sua spalla. «Mia Signora, lasci che la aiuti» la implorò. La vedeva sempre più stanca e spossata ultimamente, voleva rendersi utile, darle una mano. Talvolta si sentiva insignificante davanti alla sua immensa magnificenza e si sentiva onorato quando lei lo interpellava. Era l'unico da cui voleva ricevere consigli.

«Hai qualche idea, Rufus?» gli domandò. Si fidava, lo avrebbe ascoltato, forse avrebbe trovato una soluzione. Si era resa conto che Chantal e Dylan non potevano andare avanti così, qualcosa dentro di loro si era rotto, qualcosa era cambiato.

Rufus prese le mani della Suprema fra le sue. Le strinse e la invitò ad ascoltarlo. «Dobbiamo capire se ne vale la pena. Se quest'amore è così forte come dicono, loro ce lo dimostreranno».

«E in che modo?».

«Dobbiamo sottoporli ad una prova. Se saranno in grado di superarla, lei li lascerà liberi di amarsi». In fondo era quello che avrebbe voluto anche lui: libertà di amare, ma purtroppo aveva scelto una donna che non sarebbe mai stata sua. Si era messo in una situazione più difficile del previsto.

La Suprema lo scansò via con la forza. Con uno scatto veloce si voltò e cominciò a camminare a passo svelto. «Non in questo Mondo, nel Mondo Celeste non c'è spazio per un amore proibito».

Rufus la seguì. Poggiò entrambe le mani sul suo collo e cominciò ad accarezzarlo e a fare leggeri massaggi, anche sulle spalle.

«Forse non in questo Mondo» sussurrò al suo orecchio. «E questo sarà ancora più utile per capire se ne vale la pena. A cosa saranno disposti a rinunciare per amore?».

Un lieve sorriso comparve sulle labbra della Suprema, così come su quelle del suo assistente. Rufus aveva trovato la soluzione.

Fallen AngelWhere stories live. Discover now