Fallen Angel

1. Picnic

Dan addenta un pezzo di formaggio e scoppia a ridere, facendo saltare un'oliva che vola dritta dritta nelle sue fauci. Si porta una mano alla bocca non potendo trattenere le risate ed io lo fisso, divertita, mentre le mie mani sfiorano la soffice erba sulla quale sono seduta.

All'improvviso il moretto torna serio e rivolge anche lui lo sguardo verso di me. «Mi era mancata la nostra amicizia, mi dispiace di averla rovinata» rivela, dispiaciuto.

Lui non ha rovinato nulla, la colpa è stata solo mia, ma credo che non sarò capace di ammetterlo. Poggio la mia mano sulla sua. «Dan, non hai rovinato un bel niente. Non vedi che tutto è tornato come prima?».

«Fortunatamente tu sei comprensiva e noi siamo tornati ad essere quelli di una volta». Le sue parole mi toccano profondamente, perché io non sono stata comprensiva affatto. Avrei potuto fare di più per lui, mentre non sono stata nemmeno in grado di ricambiare tutto quello che lui ha fatto per me.

Sposto il mio sguardo sul laghetto di fronte a noi, dove altri Angeli stanno tranquillamente facendo il bagno. L'acqua è così rilassante e ci dà modo di distrarci e di riposarci, anche dopo una giornata pesante. E direi che quella di oggi lo è stata. Dopo la notizia che ci ha dato Theodore, io e Luce siamo costrette ad incontrarlo due volte a settimana, per alcune sedute di preparazione. Ovviamente abbiamo dovuto inventare una scusa con il resto del clan e perfino con le nostre amiche: fino alla data di comunicazione prestabilita, nessuno può sapere la sconvolgente novità.

Questa novità mi fa pensare, mi fa perdere nella mia mente, mi fa vagare. Sono spesso distratta, confusa, in un mondo a parte. È quello che mi dicono tutti in questi giorni. Non riesco più nemmeno a seguire le lezioni. Ma come potrei? Quando gli altri capiranno che cosa sta accadendo, allora mi daranno ragione. Intanto, posso condividere questo segreto solo con la mia gemella, Luce.

Da quando Dylan è andato via e tutto sembra essere tornato al suo posto, la mia vita ha ripreso la sua normale piega. Ho recuperato il rapporto che avevo prima con Dan, il trio di amiche si è riunito e adesso siamo più forti di prima, continuo ogni giorno a frequentate le lezioni e tra un po' riprenderanno anche le missioni nel Mondo Umano. L'unica novità è che adesso ho una sorella, con la quale sto cercando di trascorrere quanto più tempo possibile. Dylan Grount è lontano dalla mia portata, forse anche dai miei pensieri. Pian piano riuscirò a sbarazzarmi di quel Diavolo e, forse, anch'io troverò prima o poi il vero amore.

Sospiro e lancio un sassolino, che rimbalza appena sull'acqua cristallina del laghetto. «Qualcosa non va?» mi domanda Dan.

Io mi alzo in piedi e gli sorrido smagliante. «No, anzi, va tutto benissino. Che ne dici di un bel bagno?».

Il mio amico sembra estremamente soddisfatto, perché radioso si avvicina a me, mi prende in braccio e correndo mi trascina fino in acqua. Io urlo, ma non posso evitare il suo lancio e mi ritrovo completamente sommersa nel lago, a ridere come una scema e a risalire a galla. Dan si butta subito dopo, dando inizio ad un'agguerrita battaglia d'acqua.

ㄴㄱ ㄴㄱ ㄴㄱ ㄴㄱ 

«E se fossero ancora vivi? No, non è possibile. Due Individui Celesti morti, frantumati, inceneriti. Come possono essere vivi? Non esistono leggi naturali che lo permettono».

«Naturali? Perché qui esiste qualcosa di naturale?».

Silenzio. Nel bosco, questa conversazione attraversa le fronde degli alberi e giunge alle mie orecchie. È la prima volta che sento freddo, così sono costretta a strofinarmi le braccia: ho la pelle d'oca. Questo non mi era mai accaduto durante il corso di tutta la mia vita. I miei piedi producono uno scricchiolio a contatto con le foglie secche depositate sul terreno. Quel senso di leggerezza tipico di noi individui con le ali sembra essere svanito, è come se io quelle ali non le sentissi più, come se la mia schiena fosse vuota. Completamente. È una contraddizione: dovrei sentirmi più leggera, ma non è così, perché sono proprio le ali a conferire leggerezza.