10. Storia di morte e di amicizia, parte prima

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Luce

«Pantea e...?» mi domanda Dan, mentre camminiamo per le strade di Milano. Palazzi alti, altissimi, nei confronti dei quali mi sento un minuscolo moscerino. Una platea di macchine, tanto fumo e un odore nauseante. Ecco quello che percepisco. Addosso ho un paio di jeans aderenti, delle scarpe da ginnastica e una felpa "oversize" - questo termine me lo ha insegnato Chantal. Alla ricerca di un sassolino da prendere a calci, al suo posto ho trovato una lattina di coca cola accartocciata e pur essendo poco etico, continuo comunque a spingerla con il piede.

«Tobia» rispondo, azionando i fili del mio cervello. Ci sono un sacco di persone, un sacco di umani, alcuni vestiti in maniera formale ed elegante con giacche, gonne dal taglio dritto, pantaloni monocolore, reggono tra le mani una cartella rigida, probabilmente si dirigono al lavoro. Altri, invece, hanno un look più sbarazzino, indossano felpe, maglioni, vestiti, ognuno con la sua personalità, ognuno con il suo stile, ma nonostante ciò è possibile suddividerli in varie categorie. C'è chi si destreggia sui tacchi a spillo o sulle scarpe che fanno rumore e corre verso una meta sconosciuta - l'ufficio, probabilmente - con un bicchiere di caffè tra le mani; c'è chi porta zaini pesanti e con le cuffie nelle orecchie cammina scocciato - probabilmente verso la scuola - e poi c'è chi se ne infischia di tutto, ha le mani nelle tasche dei jeans larghi, le felpe oversize come la mia o i maglioni con i buchi ed il collo alto e legge un giornale, oppure fissa lo schermo del cellulare. Potrei stare qui ad elencare le altre sottocategorie di persone che si aggirano in questa Milano di prima mattina, ma la voce di Dan richiama ancora la mia attenzione.

«Sei silenziosa e pensierosa. Puoi dirmi che cos'hai?».

In realtà oggi la mia mente è turbata da due pensieri. Tobia è stato il mio fidanzato per circa due anni, fino a quando non ci siamo lasciati a causa di un litigio tremendo di cui non mi va di parlare. Ero un Diavolo, ma ho sofferto, soprattutto perché ho visto mutare sotto i miei occhi una persona che consideravo totalmente diversa e che invece mi ha delusa, lasciandomi un profondo vuoto nel petto. Ma questo pensiero non mi va di condividerlo con il mio attuale fidanzato, decido di parlargli solo del secondo. «È da un po' che sono ferma e non svolgo missioni. Dici che sarò in grado di mettermi ancora in gioco e di portarla a termine?».

Dan mi avvolge le spalle con un suo braccio e mi stringe a sé, donandomi il calore affettuoso del suo corpo. «Ehi, ehi, ehi, punto primo, devi avere più fiducia in te e nelle tue capacità. Perché tu puoi, puoi più di chiunque altro. In secondo luogo, non sei da sola, ci sono io qui con te e sono pronto a sostenerti e a darti una mano. In due tutto funziona meglio». Dopo una delusione profonda, è difficile riuscire a fidarsi e ad affidare completamente se stessi ad un'altra persona, soprattutto se ritenevi che quella precedente potesse custodire realmente il tuo cuore e se ti fidavi di lei come di nessun altro. Ma questo Angelo dai capelli castani ha gli occhi gentili e buoni, il sorriso dolce, mi ha mostrato tanto affetto, sostegno e comprensione, sembra essere una persona nella quale poter riporre la propria fiducia ad occhi chiusi. Mi trasmette vibrazioni positive e pian piano sono certa che riuscirò ad avvicinarmi a lui sempre di più e a rompere la mia barriera protettiva.

Il caso di oggi tratta di una ragazza di diciannove anni di nome Claudia Rossi, la quale ha perso i genitori un anno fa in un incidente stradale. Da allora ha cominciato ad alleviare le sue sofferenze attraverso l'uso di droghe, ha abbandonato gli studi universitari che avrebbe dovuto cominciare, utilizzando il patrimonio familiare per scappare dalla sua realtà di ricchezze e denaro e rifugiarsi in luoghi trasandati con i suoi amici, acquistando droga e partecipando a feste in locali poco raccomandabili. Non è un caso semplice. Io e Dan dovremmo riportarla sulla retta via e convincerla a tornare alla sua vita, a disintossicarsi, per poi poter intraprendere gli studi e garantire a se stessa un futuro migliore. Ma come salvi un'anima dalla sua perdizione? Che valore hanno i soldi, lo studio e la carriera quando hai perso le due persone che più amavi al mondo e che più amavano te? Claudia è figlia unica, non ha sorelle o fratelli e non ha altri affetti al suo fianco. Non è sempre facile riuscire a sopravvivere ad una situazione simile e ad intraprendere la strada giusta. Ci vuole una forza interiore che non tutti possiedono. I Warriors, ovviamente, cercheranno di persuaderla a seguire la strada della perdizione, quella da cui difficilmente fai ritorno.

Fallen AngelWhere stories live. Discover now