13. Immutabile verità

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«Questo è un cocktail speciale, si chiama Lingua di fuoco ed il motivo è facilmente intuibile» mi spiega Tobia. La bibita alcolica che regge tra le mani e che sta sorseggiando con classe e nonchalance ha un colore rosso accesso. «Quando arriva nella gola brucia come fosse davvero fuoco!» agita il bicchiere facendo tintinnare il ghiaccio al suo interno. Si tratta di una bevanda molto forte che io non ho alcuna intenzione di assaggiare. Ma la domanda arriva proprio come avevo immaginato. «Ne vuoi un po'?».

Continuo ad osservare il liquido con una certa stizza e sfiducia. Ho rinnegato più volte la mia natura angelica, ma non sono intenzionata a farlo di nuovo, la proposta non mi attira affatto. «Io passo. Credo che lo champagne vada più che bene» affermo convinta. Anche in Paradiso beviamo champagne, è elegante ed accompagna alla perfezione una buona cena, oltre ad avere un gusto prelibato e raffinato.

«Oh, ma lo champagne è acqua fresca, tesoro. Credo che tu debba provare qualcosa di un po' più forte» manda giù l'ultimo sorso del suo Lingua di fuoco e poggia il bicchiere sul tavolo, leccandosi le labbra soddisfatto.

Ector, che fino ad un secondo fa era intento a scambiare effusioni amorose con Pantea, sembra aver udito la nostra conversazione e viene in mio soccorso. «Tobia, lascia stare Chantal. È un Angelo, nonostante tutto, proteggerà sempre i suoi valori morali». Lo ringrazio con uno sguardo eloquente e lui torna a prestare le sue attenzioni a quella che dovrebbe essere la sua ragazza.

Tobia finalmente demorde e decide di lasciarmi in pace, almeno per quanto riguarda l'argomento "Lingua di fuoco". Eppure, questo Diavolo bizzarro, sembra essere particolarmente interessato a me ed alla mia compagnia. «Accetterò con dispiacere che tu non voglia assaggiare il mio cocktail, ma almeno posso avere l'onore di essere accompagnato fuori da te? Ho bisogno di fumare una sigaretta al chiaro di luna». Non mi fido di lui: bello e seducente, il classico Diavolo tentatore, ma c'è qualcos'altro. Ha un'aria strana e sembra nascondere qualcosa e al tempo stesso covare un piano degno dei migliori strateghi. Eppure fa parte del gruppo di Ector e questo mi spinge a pensare che non mi farà del male. Probabilmente faccio parte del suo progetto malefico, dunque se non entro nell'ingranaggio, non posso scoprire il codice che mi permetterà di aprire la serratura ed uscire per mettermi in salvo.

Mi alzo in piedi con uno scatto veloce. «E va bene, ti accompagnerò fuori. Andiamo».

Con un gesto galante, mi invita a precederlo e poi mi affianca e ci dirigiamo verso la terrazza più vicina. Ovviamente Tobia scova un tavolino di cristallo abbastanza isolato e tranquillo e si accomoda su una sedia che ha tutta l'aria di essere molto comoda. Io prendo posto su quella di fianco alla sua e lo osservo mentre si accende una sigaretta. Sfuggo alla tentazione di chiedergliene una, ho promesso a me stessa che cercherò di tenermi alla larga da tutto ciò che mi allontana dai miei valori, o se non l'ho ancora fatto, lo sto facendo adesso.

«So che hai una sorella, non è vero?» le informazioni sono come polvere al vento: arrivano velocemente alle orecchie di tutti.

Accavallo le gambe e sospiro. La prima domanda è stata piuttosto innocente, cosa dovrò aspettarmi da quella successiva? «Sì, ho una sorella da poco ritrovata. Siamo gemelle, per la precisione».

«E lei che tipo è? Trasgressiva come te? Testarda? Così insicura su quale sia davvero la sua personalità?» so che questi sono dei chiari riferimenti al mio carattere, ma dopo dieci minuti di conversazione non può avere la presunzione di dire di conoscermi. Non sa nulla di me.

«È buona, leale e sincera. È una di quelle persone che a pelle ti ispirano fiducia, a differenza di te» rispondo a tono, provocando una sua risata divertita.

Tobia regge adesso tra le mani un calice di vino, afferrato da un vassoio mentre venivamo qui. Credo sia abbastanza ubriaco, per quanto i Diavoli possano risentire degli effetti dell'alcol. «Sai, avevo anch'io una sorella. È morta sotto i miei occhi ed io non ho potuto salvarla. Anche lei era buona, leale e sincera, tutte caratteristiche che non hanno nulla a che vedere con noi Diavoli. Camille aveva un lato oscuro, ma aveva trovato un equilibrio che io le invidiavo. Tienitela stretta, tua sorella, perché la famiglia è composta dalle uniche persone che non ci tradiranno mai e che ci saranno fedeli per sempre».

Fallen AngelWhere stories live. Discover now