Capitolo 4. Un nuovo Inizio

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Passò una settimana da quando conobbi Nathan, tuttavia non riuscii mai a venire a conoscenza di quanto stava cercando di dirmi Beatrice, perché per via dei compiti da svolgere, conoscere i nuovi insegnanti e compagni di classe, mi tennero così impegnata che mi dimenticai di terminare il discorso con lei.

Quello fu un giorno particolare: non avevo ancora avuto il “piacere” di conoscere tutti i docenti, e alle prime due ore c’era la Signora Teacher. Nel frattempo era arrivata Annabeth, la mia vecchia amica.

Pensai, ancora sdraiata sul letto, a tutte le strane cose che mi erano accadute nella prima settimana al college, quando d’un tratto rivolsi il mio sguardo verso la sveglia e mi accorsi che erano già le sette e ancora dovevo prepararmi e arrivare alla mensa. Così mi precipitai verso l’armadio, credendo di poter scegliere un outfit, mi ricordai della presenza di quella ridicola e insignificante divisa che dovevo indossare. L’adagiai sul letto e mi precipitai a fare una doccia.

Sentii Beatrice spalancare la porta burrascosamente e urlare:

<<Ania, muoviti è tardissimo!!>>

<<Si un attimo! Sono entrata prima io, un po’ di pazienza!>>, esclamai da sotto la doccia.

<<Ah d’accordo!>>, si sposto alla toletta, <<Dimmi, quel Nathan ti manca vero??>>

<<Cosa?! Noo>>; esclamai piuttosto turbata.

In realtà si…mi mancava la sua presenza accanto a me.

Uscii dalla doccia e mi asciugai, nel frattempo presi il cellulare tra le mani e vidi un messaggio da parte di Annabeth, e in quell’istante lei entrò dalla porta e mi fiondai verso di lei per salutarla calorosamente.

Iniziai a vestirmi mentre Annabeth frettolosamente disfava la valigia.

Solo adesso mi resi conto di essere stata fortunata ad avere una amica così! Non ero stata fortunata prima, ma con lei mi sentivo finalmente  al mio posto, era  la sorella che non ho avuto.

La presentai a Beatrice che, lietamente, ci volle accompagnare alla mensa e consumammo una colazione piuttosto scadente rispetto ai miei standard: mi avvicinai al bancone per vedere cosa “avrebbe passato il convento” questa volta…o meglio dire il “college”, così vidi ciò che non volevo vedere, frutta a colazione, una mela! Amareggiata distolsi lo sguardo da quella direzione, e lo rivolsi verso la file di studenti che, prima di noi, si dirigevano verso il bancone per prendere ciò che almeno potevano mangiare per non rimanere digiuni fino alle due. Tutti tornavano verso quei larghi tavoli con una tazza di latte, senza caffè, un sandwich alla marmellata di albicocche, o almeno ciò che credevo che fosse, visto il suo colore aranciato.

Disgustata mi voltai verno Annabeth:

<<Oggi hanno tutto ciò che più mi disgusta…>> le sussurrai con tono angosciato.

<<Abitua le tue papille gustative a qualcosa di grezzo e sgradevole per un po’, Ania; o morirai di fame!>>; sopraggiunse alle mie spalle una voce rauca femminile. Mi voltai e vidi Beatrice che con tono scherzoso, mi invitava a prendere posto in fila.

Noi tre occupammo un tavolo, vicino a due ragazze,  che si affrettavano a mangiare con foga, come se qualche lupo mannaro le stesse inseguendo, per poi alzarsi subito e correre via, quando noi eravamo ancora al sandwich. Dopo poco finimmo di mangiare e ognuna di noi si diresse nella propria classe. La fortuna volle che io e Annabeth avevamo la stessa classe di Letteratura in quell’ora, mentre Beatrice ed Hanna, la sua migliore amica, erano in quella accanto.

Io ed Annabeth ci sedemmo nella terz’ultima fila e i nostri banchetti erano vicini. In realtà non perché ci piacesse stare così infondo all’aula, ma perché le due file orizzontali che precedevano la nostra erano occupate. Mi suonò piuttosto insolito, visto che credo sia una faccenda “internazionale” la questione di volersi accomodare “nelle ultime file” per poter utilizzare il cellulare a proprio piacimento e indisturbati. A quanto sembrava in questo istituto le stranezze erano all’ordine del giorno, per una ragazza semplice di provincia come me.

ObsessionWhere stories live. Discover now