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Perché la vita è un brivido
che vola via,
è tutto un equilibrio
sopra la follia.

Vasco Rossi

* * *

"Cioè" iniziò Harry, lanciando a Ron uno sguardo dubbioso, "a te sta bene? Davvero?"

Ron si strinse nelle spalle. "Non è una cattiva idea. È solo una festa" disse. Hermione gli sorrise soddisfatta, e si girò a guardare Ginny con aria vittoriosa.

Ron colse l'occasione per sussurrare al suo migliore amico qualcosa che suonava come "mi ha obbligato, è la mia ragazza, scusa".

Harry alzò gli occhi al cielo. "Verranno tutti?"

"Si, Harry" ripetè Hermione. "Vengono tutti. Lavanda l'ha trovata una bella idea, e anche gli altri-"

"Okay" scattò Harry. "Ma ci saranno anche i Serpeverde"

"Harry" lo riproverò Hermione. "Credo che... Be', è l'ultimo anno. Non mi sembra uno sforzo tanto grande" si strinse nelle spalle con filosofia. "E poi, ci divertiremo"

Harry si era lasciato convincere, ma l'idea continuava a non piacergli. Primo, perché era venuta a Pansy Parkinson. Non capiva ancora come Hermione avesse acconsentito con tutto quell'entusiasmo.

E secondo, non gli serviva essere bravo in Divinazione per prevedere che avrebbe portato solo guai. Una festa aperta a tutti gli studenti che stavano ripetendo il settimo anno, per- come gli aveva spiegato pazientemente Hermione - distrarsi da tutto ciò che riguardava la guerra appena conclusa.

In fondo, Harry pensava che gli potesse fare bene non pensarci per un po'. I professori non ne sapevano nulla, il che sarebbe significato tanto alcool e giochi stupidi e - per carità, non che a Harry sarebbe dispiaciuto - imbarazzanti spogliarelli da parte dei suoi compagni ubriachi.

Ma una festa sembrava un pretesto allegro per divertirsi, così il ragazzo riuscí a non sembrare totalmente irritato dalla presenza dei Serpeverde quando scese nella Stanza delle Necessità, accompagnato dal resto dei Grifondoro.

Era una notte fredda, una delle prime di dicembre. L'anno era iniziato abbastanza bene, tra le lezioni di Pozioni con Lumacorno che Harry si ritrovava a capire inaspettatamente, con una malsana gioia che non faceva altro che ricordargli il precedente insegnante, e la mancanza di Silente come preside.

Ma c'era il Quiddich, e Harry non lo aveva mai amato così tanto. Passava intere serate ad allenarsi, da solo, ed era quasi sicuro che i suoi compagni lo ritenessero un pazzo ma- non importava, almeno non fin quando non sarebbe impazzito davvero.

Alla fine, Ginny lo aveva più o meno scaricato. Si era venuto a scoprire che Dean c'era stato per lei e l'aveva sostenuta durante quell'anno difficile in cui lui era impegnato in una missione suicida, e tutto il resto che probabilmente aveva gettato le basi per una bellissima storia d'amore ma che Harry odiava moltissimo.

Reduce dalla guerra era convinto che sarebbe riuscito a trovare un sostegno a cui aggrapparsi, qualsiasi, in Ginny. Ma lei, con una calma che Harry faceva fatica ad imitare, gli aveva spiegato tutte le ragioni per cui aveva capito che non erano fatti l'uno per l'altro.

Ron, per sua fortuna, si era schierato immediatamente contro la sorella. Forse perché lui c'era, la notte, quando Harry si svegliava sudato dagli incubi che erano tornati, più frequenti di prima. C'era quando Harry era crollato, subito dopo la guerra, e non ne aveva fatto parola con nessuno.

Ed Hermione faceva tutto quello che poteva per aiutarlo, anche se lui faceva tutto quello che poteva per non essere aiutato. Era semplicemente - semplicemente orribile, sentire la sensazione che tutto quello che aveva fatto per gli altri non l'aveva fatto per sé stesso, e si trovava con una vita a pezzi da ricostruire.

Truth or Dare? ||Drarry ffWhere stories live. Discover now