26.

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Quando Harry aprí gli occhi, la prima cosa che pensó fu che fosse morto. Non vedeva nulla. Tutto era immerso nelle tenebre.

Si mosse, nervoso e infreddolito. Era seduto su un pavimento, probabilmente di una cantina, e aveva i polsi e le caviglie legate con delle corde incantate. Brillavano leggermente nel buio, adesso che le guardava meglio, emettendo una tenue luce azzurrina.

L'aria odorava di umidità e di vecchio. Harry cercó di spostarsi, ma si bloccó immediatamente quando sentí dei movimenti davanti a lui. "Harry Potter?" Harry sbattè le palpebre. Si rese conto con sorpresa di avere ancora gli occhiali. "Cosa ci fai qui?"

"Tu..." Harry esitó. "Sei la figlia di Jugson?"

Harry intravide un movimento nell'oscurità e immaginó che lei annuisse. "Si. Sono Jocelyn"

"Oh, be'- è un piacere conoscerti?"

"Devo dire che non è la stessa cosa per me" fece lei. "Avrei preferito sapere che verranno a salvarci"

"Infatti verranno"

Gli occhi di lei brillarono nel buio. "Come fai a esserne sicuro?"

"Devi fidarti di me" Harry cercó di sorridere per rassicurarla, ma si ricordó che tanto non poteva vederlo.

Lei sbuffó. "Non ho molte altre speranze, in ogni caso"

"Come stai?"

"Come sto?" la sua voce era carica di sarcasmo. Per un attimo gli ricordo Malfoy, e sentí una fitta nel petto. "Come vuoi che stia, Potter?"

"Intendevo...." Harry sospiró. Si era aspettato di aver a che fare con una ragazza disperata e senza speranze - forse una fanciulla da salvare - eppure lei sembrava solo impaurita e stanca. "Nulla. Lascia stare. Sai dove siamo?"

"È una villa babbana. L'appartamento di uno dei Mangiamorte"

"Come hanno fatto gli Auror a non trovarli?"

"Incanto Fidelius" lo informó, quasi con voce annoiata. "Il Custode era Severus Piton. Immagino che tu lo conoscessi. Era un insegnante ad Hogwarts..."

"Si" mormoró. "Si, lo conoscevo"

"Be', quindi?" Harry la immaginó inarcare un sopracciglio. "Qual è il tuo piano geniale, se posso chiedere?"

"Preferisco non dirtelo"

"Dici sul serio?" sibiló. "Non ti fidi?"

"Ti hanno torturata?"

"Che cosa?"

"Ti hanno fatto del male?"

Lei esitó. "Perché me lo chiedi?"

"Pensavo... Non lo so. Volevo saperlo"

Lei rimase in silenzio. Harry chiuse gli occhi, e cercó di muovere le mani per toccare la moneta. La sfioró, era calda nelle sue mani.

"Si" disse lei, all'improvviso. "Si. Mi hanno torturata"

"Mi dispiace"

"Non è colpa tua" disse lei, la voce dura, come a rimproverarsi quell'attimo di debolezza. "E poi, adesso sei qui"

Harry sentí una porta spalancarsi con un rumore sordo e dei passi scendere per le scale. Per un attimo il suo cuore fece un sobbalzo.

In quel momento che la porta si aprí e la stanza fu inondata dalla luce di una lanterna. Harry sbattè le palpebre per abituarsi, e vide una sagoma scura e spessa e una più minuta che entravano.

Truth or Dare? ||Drarry ffWhere stories live. Discover now