Capitolo 10

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"è per la profezia della strega dagli occhi a palla?" la voce di Bakugo sorprese Izuku.

Il quale sobbalzò.

"Todoroki non morirà" fece serio, guardandolo diffidente.

"invece non puoi saperlo" si guardò le dita delle mani "e poi, l'hai rifiutato solo per paura che ti avrebbe abbandonato morendo" lo guardò negli occhi.

"che ne vuoi sapere tu" sputò acido Midoriya.

"diciamo che amo la compagnia dei draghi" fece vago "sotto le coperte" sorrise malizioso.

Izuku arrossì violentemente.

"mi chiedo perché ti rifiuti di vivere questi ultimi giorni di pace con lui" alzò le sopracciglia e fece spallucce.

"non voglio potermi affezionare a lui per poi vederlo morire" abbassò il capo "ne morirei".

"allora muori" si fece serio il biondo.

"come scusa?" lo guardò confuso Izuku.

"chi dice che durante la guerra non muoia pure tu?" ipotizzò.

Midoriya sembrò rifletterci seriamente, come se la soluzione ad ogni cosa fosse la morte.

"dovresti poter evitare quel peso opprimente che ti costringe a lasciarlo andare" apparve il rosso da dietro l'angolo delle mura del castello.

"anche se vivesse, dovrà sposare la ragazza del nord" abbassò lo sguardo, sul pavimento lucido del castello.

"ti ha dato l'opportunità di decidere per lui, idiota" quasi lo aggredì Bakugo, ma venne frenato da Kirishima.

"forse, nelle prossime vite che verranno, vi rincontrerete" sorrise debolmente a Midoriya, il rosso.

Izuku tornò a casa, con il petto pesante quanto un macigno e la testa quasi fosse una bolla imminente al suo capolinea.

Non vide la madre, ma era troppo stanco per preoccuparsene, forse era solo andata dormire presto.

Pensare a Todoroki che lo toccava, con le sue mani costantemente fredde e calde, esercitando maggior eccitazione in ogni fibra del suo corpo, rendendo il sonno uno strazio, consapevole che quella notte sarebbe potuta andare in quel modo.

Avrebbe voluto abbandonarsi a lui, lasciarsi gestire dai suoi tocchi, leggeri o rudi fossero stati, avrebbe apprezzato ad ogni modo, perché vi era lui a farlo.

Con i suoi occhi a guardarlo mentre si contorceva sotto le coperte, come ultimi pilastri su cui poteva posare la sua volontà.

E quella notte Izuku, sognò di Shouto.

L'indomani Midoriya si presentò ai giardini del castello e vi trovò il capitano Aizawa assieme a Todoroki.

Izuku sostenne a fatica lo sguardo del Principe, ma Shouto non sembrò essere affatto turbato, anzi, sembrava non vedere Midoriya.

"ho chiesto l'aiuto del principe, per il semplice motivo che tra tutti i miei soldati lui è stato il primo a disarmarmi" sorrise l'uomo fiero dell'allievo.

"per cominciare" lanciò una spada, racchiusa nel fodero, ad Izuku "ritengo che la teoria in fatto di combattimento si solamente uno spreco di energie e tempo" procedette.

"ti farebbe tagliare la testa nel secondo esatto in cui cerchi di ricordarla" Midoriya estrasse la lama.

Shouto era in posizione, con entrambe le mani strette nell'elsa, in guardia.

Midoriya tentò un affondo, ma senza alcun risultato.

Shota quasi non sgranò gli occhi, nel vedere l'abilità con cui Midoriya brandiva la lama, la completa distensione del braccio, e lo spostamento in avanti del busto, furono talmente coordinati e veloci da sembrare un passo di danza.

Todoroki con un movimento lesto del braccio sinistro fendette l'aria, giungendo con la lama nel fianco di Midoriya, il quale lo bloccò con la scanalatura della spada, posizionandola verticale al suo busto.

Izuku alzò lo sguardo verso Shouto, sfidandolo, e sorrise.

Nel frattempo il capitano comprese cosa in Midoriya trovasse familiare.

Lo sfregare delle lame si faceva l'argo per tutto il giardino, creando scintille rovinando l'acciaio.

"pensavo non sapessi gestire un'arma" gli fece affannato Shouto.

"neppure io" Izuku lo allontanò con sforzo immane.

"ragazzo" lo chiamò a gran voce l'uomo seduto sull'erba a tracannare vino.

Midoriya lo raggiunse, con il petto che si alzava e abbassava irregolarmente.

"le foglie cadono" lo informò, guardando le querce perdere la vita, lentamente.

"l'inverno sta arrivando" fece cupo Izuku.

"esatto, l'esercito Freddo giunge alle nostre terre, ma ciò che ora mi sta più a cuore" bevve "è il vino e il nome di tuo padre giovane" lo guardò con aria d'intesa.

Un'intesa che Midoriya non riuscì a comprendere.

"sono nato senza alcuna figura paterna, Signore" lo informò, leggermente spaesato, mentre si asciugava la fronte con la manica delle vesti che indossava.

"nel tuo sangue c'è forza, giovane" lo guardò serio in volto "ho visto solo pochi ragazzi trovarsi in sintonia con le armi come fossero estensione di loro stessi" spostò lo sguardo verso Shouto, chino sulla fontana dei giardini dove dal labbro inferiore, sgorgavano rivoli di acqua cristallina.

"e tutti loro, derivano da famiglie reali"


avventato, troppo avventato.
okay, ho sempre qualcosa di pessimo da dire, spero vi sia piaciuto ♡ al prossimo capitolo.

Flightless Bird // TODODEKUWhere stories live. Discover now