Capitolo 30

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Bakugo riconosceva i difetti del proprio carattere, ma fin a quel momento, non gli erano mai sembrati un così gran problema.

Ma essi, il suo orgoglio, la sua rabbia, stavano allontanando l'unica cosa, l'unica persona, che aveva imparato ad amare, e questo non poteva permetterselo.

"non l'hai mai fatto" chiuse gli occhi, Kirishima.

"rimani con me, Eijiro" esalò quasi impercettibilimente, Katsuki.

Il rosso sgranò gli occhi, mentre il cuore minacciava di scoppiagli in petto e probabilmente di tutto ciò, Bakugo, si era accorto.

"anche se volessi" cercò di persuaderlo che il destino gli era già stato imposto.

"se lo vorresti veramente, lo faresti" strinse le vesti del compagno in un pugno, cercando di mantenere il controllo "ti opporresti".

"è una strega" gli ricordò il rosso.

"non voglio risponderti male" sbuffò l'altro, poggiando la propria fronte sulla pelle calda del collo del compagno.

"è una parte di te che non conosco" gli accarezzò la mano con il pollice.

"sono stanco Eijiro" gli rispose "da quando siamo qui non abbiamo fatto altro che sottostare agli ordini di questa gente" si irrigidì.

"è questo che ti assilla?" fece Kirishima "sentirti sottomesso?" e per un momento, pensò, che Bakugo avrebbe potuto superare la sua morte come semplice cenere dopo una folata di vento gelido e rinfrescante.

Katsuki si mosse rapidamente, portando le proprie ginocchia ai lati dei fianchi di Eijiro.

"mi assilla non poter cacciare ogni pomeriggio al tuo fianco, mi assilla non trucidare quelle bestie di banditi pronti a conquistare la nostra montagna, mi assilla non vedere il tuo sorriso brillare come un tempo, mi assilla non fare l'amore ogni singola notte, mi assilla pensare che non ti avrò mai più" gli rispose, ma il suo tono non era irato, non vi era rabbia sul suo volto, solo una stanchezza che a Katsuki non donava.

E Kirishima, comprese che mai al mondo avrebbero dovuto abbandonare le loro catene, la loro casa, il loro rifugio.

"per quanto tempo ancora volevi tenerti tutto questo dentro?" gli portò i palmi delle mani sulle guance, mentre con il pollice ne accarezzava le gote gelate.

"abbastanza da non caricartene la responsabiltà" chiuse gli occhi, espirando profondamente.

"tu sei mio" osservò ogni singolo angolo del suo volto, quasi temesse che all'oltre tomba avrebbe potuto dimenticarsene "e io sono tuo" gli accarezzò le labbra con le proprie "ciò che tormenta te, tormenta me" lo vide aprire gli occhi.

Quei rubini che fin dal primo giorno gli avevano contorto le membra, quasi il fiato gli mancasse, non avevano fatto che divorarlo da allora.

"ma io non lo voglio" si lasciò cadere sul corpo del rosso, Katsuki.

"non morirò Bakugo" gli accarezzò i capelli color del grano "di lasciarti non ne ho la benchè minima intenzione" lo guardò negli occhi.

"dovevo proprio farti vedere che stavo di merda per fartelo dire?" e tornò il Katsuki di un tempo.

Kirishima lo trascinò, dal capo, fino al suo volto, facendo combaciare le proprie labbra, che si incastravano in un movimento aggressivo, violento, quasi fossero affammate delle altre, quasi volessero divorarle.

Katsuki stringeva le vesti di Eijiro in una morta che feriva la pelle del compagno, ma questo non sembrava che provare piacere.

Affannati, si guardarono, e compresero che una parte della lista di Bakugo, doveva essere cancellata.

Eijiro ribaltò le posizioni, e i suoi occhi divennero quasi felini, predatori, come il drago che sapeva di dover sopprimere.

Ma non era questo che desiderava Bakugo, lui pretendeva che quella parte indomabile, del corpo di Kirishima, si facesse avanti.

"dimmi cosa prova un drago dopo mesi di astinenza" lo beffeggiò Katsuki.

Kirishima sorrise, con i denti aguzzi che lo caretterizzavano, malizioso.

Midoriya graffiò la schiena di Shouto, che in quel momento, prepotente si spingeva dentro di lui.

Ricordò le parole del padre "abbi maggior tatto" e gli implorò il suo perdono, mentre il piacere lo elevava alle nuvole.

Shouto non sapeva se era la cosa giusta, non sapeva se stesse commettendo qualcosa di altamente immorale, ma il calore di Midoriya, i suoni che la sua gola emmetteva, non gli permettevano di elaborare la situazione lucidamente.

"Izuku" lo guardò negli occhi smeraldini di lui.

Midoriya gli portò una mano sul volto, accarezzandone la pelle "il tuo Sole e le tue Stelle" gli disse, sorridendo con le gote arrossate, prima di sfogare i propri umori.


E niente.
Viva lo yaoi.
Spero non sia azzardato e che non vi faccia schifo, sono letteralmente inesperta a scrivere questi contesti.
Spero vi piaccia ♡ al prossimo capitolo

Flightless Bird // TODODEKUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora