Capitolo 36

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"scordatelo" si portò le coperte sino alla punta del naso, Bakugo "è tardi" ribadì.

"vi supplico" a Midoriya tremavano le gambe.

"se ha deciso di andarse, è ovvio che non vuole essere trovato" roteò gli occhi.

"è il vostro re che ve lo ordina" fece cupo.

Ne aveva abbastanza di quei tira e molla che per troppo tempo si erano prolungati, tra lui e Todoroki.

Qualsiasi fosse stata la ragione, qualsiasi cosa l'avesse spinto a fuggire, Midoriya l'avrebbe portato indietro.

Kirishima si alzò dal letto, sedendosi sul filo di esso "Midoriya, lui tornerà da te" voltò il viso, incrociando il suo sguardo "lo ha sempre fatto, non è così?" gli chiese, convinto.

"ho bisogno di lui" gli rispose, avvicinandosi di un passo "adesso" strinse i denti, convinto che avrebbe potuto versare lacrime da un momento all'altro.

"e se lui non ti volesse?" si sedette, Bakugou, ormai destato dal proprio sonno.

"ti sbagli" il cuore sembrò potergli esplodergli in petto.

"se anche fosse, dove sta la principessa Momo?" lo sfidò, Katsuki.

"lui non andrà da lei" si innervosì, Izuku.

"e come lo sai? é molto bella, non credi?" sorrise, schernendolo.

"perché lui mi ha sposato" quasi gli gridò contro.

"e mi sembra che questo non l'ha trattenuto dall'andarsene" si portò una mano tra i capelli, esausto di quella situazione.

"qualcosa deve essere accuduto, non l'avrebbe mai fatto" giustificò l'amato.

"pentirsi, fa parte di ogni umano" sussurrò Kirishima.

"lui non si è pentito" stava iniziando a perdere la pazienza, ma tutto ciò che stava accadendo, gli confermava che ciò che essi in quel momento gli stessero dicendo, era una spiegazione più che plausibile "lui mi ama" soffiò debole.

E pregò, che fosse realmente così.

"allora attendi il suo ritorno" gli fece Katsuki "se ti ama, come tu credi che sia, allora non vi sarà il bisogno di cercarlo" e tornò sotto le coperte.

"Midoriya, non puoi mettere le catene a chi le incenerirebbe per proteggerti" gli sorrise, debole, Kirishima.

"se lui non tornasse" abbassò il capo, andandosene, privo di quell'aiuto di cui aveva bisogno "non permetterò accada ugualmente in un'altra vita" e uscì.

Il mattino seguente le armate vennero mobilitate, sotto istruzioni di Ochaco,  a stabilire gli accampamenti ai confini del campo di battaglia.

Midoriya ascoltò distante le richieste dei sudditi che giungevano bisognosi ai piedi del suo trono.

E percepì che non era essa, la vita che avrebbe voluto condurre.

Mancavano poche ora, alla battaglia, e lui sarebbe stato lì, a capo del proprio esercito, perché non avrebbe dimostrato codardia di fronte ai soldati che lottavano per lui e per tutto il continente.

Qualcuno bussò alle proprie stanze e vi entrò, dopo che Izuku diede il consenso, all'interno.

"Sire, io sono il vostro scudiero" si presentò un ragazzo dai capelli scuri, con presenti sotto i propri occhi, profonde occhiaie.

"piacere" attese che gli rivelasse il proprio nome.

"Hitoshi" fece mentre porse una riverenza "Hitoshi Shinso".

Shouto si trovava tra le armate del Nord.

I soldati non venivano sopraffatti da nervosisimo, o panico, marciavano come fossero statue di cera, prive di emozioni, incaricate di sterminare l'intero Sud.

"Midoriya, non permetterò che alcuno ti sfiori, dovesse costarmi la vita" pensò, mentre indossava l'elmo della corazza del Nord.

"Todoroki, ti riporterò a casa, dovessi morire provandoci" si ripeteva, Izuku, con Shinso a stringergli i bracciali dell'armatura.

Forse entrambi non avrebbero concluso i loro obbiettivi, forse sarebbero morti, o forse uno avrebbe sofferto della morte dell'altro.

Ma per quel che poteva contare, in guerra, l'unica cosa che gli spingeva a lottare, era la vita dell'altro.


Spero non vi stiano annoiando questi capitoli.
Spero vi piaccia ♡ al prossimo capitolo

Flightless Bird // TODODEKUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora