Capitolo 35

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"dimmi" chiese a Ochaco, lasciando che Shouto tornasse alle proprie stanze, almeno così credeva.

"è giunta questa pergamena dal Nord" gliela porse, con un certo nervosismo.

Midoriya si stupì di come la notizia, della sua incoronazione, giunse così rapida alle orecchie dei regni del Nord.

La srotolò, infrangendo il sigillo in cera, e la lesse.

"porgiamo le nostre più sincere congratulazioni a l'erede del Sud e confidiamo, che egli abbia a cuore il proprio popolo e contribuisca a una resa incodizionata. Se volesse seguire le orme del padre, noi raderemo al suolo ogni singola città, villaggio, uomo, donna e bambino. La sua testa verrà posta, come avvertimento, su una picca, all'entrata principale del castello. Attendiamo una vostra risposa, positiva, e lunga vita al Re. Il Nord".

"tu sai come terminerà questa guerra?" chiese a Uraraka, ancora con gli occhi assorti tra le parole della pergamena.

"no" rispose a bassa voce.

"hanno minacciato casa nostra e pretendono una resa?" le mani di Izuku tremavano "se i draghi non saranno dalla nostra parte perderemo, e questo non posso permetterlo" alzò lo sguardo sul suo, sentiva la vita dei propri sudditi sulle proprie spalle "devi andare a cercare in ogni angolo del regno dei doni, e chiedere se vogliono lottare per la loro terra, devi farmi questo favore Ochaco" le afferrò una mano "aiutaci".

"farò qualsiasi cosa per lei, mio Sovrano" e scomparve, diventando man mano un miraggio lontano.

Izuku si portò la mano tra i capelli, portandoli indietro, scoprendo la fronte.

La guerra non faceva per lui, regnare non faceva per lui.

A passo lento, si diresse alle camere di Todoroki, dovevano parlare, lo aveva visto incerto, distante.

Aprì la porta, senza bussare, e il vuoto lo avvolse.

Le stanze erano spoglie, il silenzio le dominava.

"Shouto" chiamò a bassa voce.

Si avvicinò al letto, e non lo vide sotto le coperte.

Il cuore prese a battergli prepotente in petto.

"ti prego" si precipitò ai bagni dell'amato, ma neppure in esso vi era.

Tornò, affannato dalla rabbia, alle stanze, scaraventando le coperte al suolo, e un tintinnio lo placò, dal condurre il medesimo destino al materasso.

La luce soffusa della luna, fece brillare un metallo, che Midoriya riconsceva perfettamente, il quale richiamò la sua attenzione.

Lo prese tra le dita, ed era così limpido, "Ubi tu Gaius, ibi ego Gia".

Presto ogni cosa divenne una sfumatura sfocata, mentre le proprie mani tremavano a contatto con il metallo.

Notò una pergamena, sul comodino accanto al letto, ormai sfatto.

La prese furiosamente tra le mani.

"Midoriya, spero di non doverti incontrare uscendo da questo castello, la consapevolezza di abbandonarti volontariame mi distruggerebbe. Abbiamo provato, abbiamo tentato, ma è sembrato non servire. Ho avuto l'opportunità di cambiare al tuo fianco, di essere ciò che mia madre ha sempre desiderato, non essere mio padre. Ho amato te, ho scelto di amare te, come scudiero, come erede al trono, e non vi sarà alcuno o alcuna, che possa cancellare quello che tu sei stato per me, quello che sei tutt'ora e per sempre. Combatterò per il Nord, quanto questo possa farti male, non ne ho idea, ma sappi, che non se ne farebbe nulla di tutto questo, se fosse per me. Ci rincontreremo presto, Shouto Todoroki".

Midoriya si morse il labbro e strappò la pergamenta.

Uscì dalle stanze, sbattendo rumorosamente la porta, dirigendosi dagli ospiti d'onore per eccellenza.

Bakugo stava comodamente riposando sul petto del rosso, il quale rifletteva su come avrebbe potuto far cambiare idea ai suoi simili in battaglia.

"sai come gli parlerai?" chiese Eijiro al biondo, mentre gli accarezzava con il pollice la guancia.

"vorrei evitare di parlarne" rispose ad occhi chiusi.

"dovrai affrontare tutto questo Bakugo" gli fece.

"ma non ora, non qui" aprì gli occhi guardandolo con stizza.

La porta delle loro stanze venne spalancata.

"aiutatemi a trovare Shouto" chiese, tra un affanno e l'altro.

Shouto era fuggito come traditore del proprio popolo.

"ti sei rammolito, vero?" la sorella lo osservava da un ramo "l'amore non è che una palla al piede" sbuffò.

"nostra madre ti amava, più di chiunque altro di noi" le ricordò, mentre procedava, verso nord.

"è morta" rispose, stringendo i denti.

"e tu aiuti chi l'ha uccisa"  si voltò a guardarla.

"tu non ne hai idea di cosa sta accendo" e incontrò gli occhi bicolori del fratello.

Fuyumi poteva essere qualsiasi cosa nella propria vita, una guerriera, una mercenaria, una traditirce, ma mai avrebbe tradito la propria madre.

L'unica al mondo che l'aveva mai amata.


Ammetto di aggiornare particolarmente tardi, spero non vi turbi.
Spero vi piaccia ♡ al prossimo capitolo

Flightless Bird // TODODEKUWhere stories live. Discover now