Capitolo 39

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Shouto porse la mano a Midoriya.

Izuku credette che non avrebbe potuto reggersi in piedi dopo la caduta, ma, con suo grande sforzo, vi riuscì.

Sul suo viso un'espressione di agonia lo devastava, respirare gli era difficile, il petto gli doleva ad ogni tentativo di incanalare ossigeno.

"perché sei andato via?" chiese Midoriya, reggendosi al suo braccio.

"dobbiamo trovare Uraraka" non gli rispose, mentre con lo sguardo cercava la strega.

"rispondimi Shouto" gli afferrò, con la mano sinistra, la nuca dell'elmo, in modo da far spostare la sua attenzione su di lui.

Todoroki strinse i denti.

"non abbiamo tempo" gridò, mentre lo fece cadere alle proprie spalle, proteggendolo dai soldati nemici che inveivano contro di loro come in piena.

Shouto sguainò la spada, tagliando di netto la mano dell'avversario.

Egli cadde in ginocchio, agonizzante.

Todoroki scorse la pelle del collo che l'elmo non riusciva a proteggere, e a sangue freddo, lo trafisse con la punta della lama.

Il sangue, dell'ormai cadavere, gli imbrattò l'armatura.

Izuku era scivolato sulla neve, e con suo grande dolore, al suo interno, percepì l'aria abbandonarlo.

"Shouto" lo chiamò, stringendosi con entrambi le mani la gola.

Todoroki si voltò, allarmato, scorgendo il suo compagno strozzato dal proprio dolore.

Le mani di Izuku tremavano, mentre il suo corpo era travolto da spasmi inarrestabili.

Shouto gli prese tra le mani il viso, quelle mani che un tempo erano limpide e perfette, perlacee, ora sporche del sangue di coloro a cui aveva privato la vita.

"resisti" gli fece, mentre vedeva gli occhi verdi, che tanto avrebbe desiderato scorgere ad ogni alba, diventare vitrei "ti prego" alzò lo sguardo, ma, di Ochaco, nulla.

Solo le urla e i fendenti che tagliavano la carne dei soldati.

Volse un'ultimo sguardo al suo amato e lo vide con gli occhi sgranati, guardare oltre la sua spalla.

Shouto comprese.

Egli si voltò, e non seppe se avrebbe fatto in tempo, se avrebbe potuto salvare Midoriya, se avrebbe potuto vivere per lui.

Il soldato, stringeva con due mani un'ascia, tanto robusta da poter scalfire, e perforare, l'elmo del ragazzo, che in ginocchio, reggeva il corpo del suo sposo.

Ne il ghiaccio, ne il fuoco, avrebbero potuto evitare che Shouto venisse colpito.

Non era riuscito in nulla, se non a tormentare il giovane che tanto amava, a far massacrare la propria madre, diseredare il padre, coinvolgere in tutto ciò Fuyumi.

L'uomo, fece cadere la propria possente arma.

Todoroki, vide dalle labbra di costui un rivolo di sangue percorrergli il mento, e una lancia, dalla punta di un materiale che penetrò da parte a parte l'armatura, fuoriuscirgli dal petto.

Il soldato cadde in ginocchio, in una posizione di quasi contemplazione, con il manico dell'arma a reggerlo dietro.

Alle spalle dell'uomo, Yaoyorozu, sporca in viso del liquido viscoso cremisi di quei uomini che la credevano troppo debole per poter sopravvivere oltre le mura del proprio castello.

I capelli slegati ed arruffati non facevano parte dell'immagine che Shouto collegava ad ella.

"Uraraka?" chiese Todoroki, rapido, mentre Midoriya moriva tra le proprie braccia.

Disperato in volto, Shouto, vide la strega apparire oltre le spalle di Momo, fiondandosi a raggiungere Izuku.

"dovete proteggerci, ci vorrà un po'" spiegò, mentre dalle proprie mani fuoriusciva un fumo che penetrò tra le labbra di Midoriya, permettendogli di respirare.

Bakugo avrebbe desiderato combattere, ma gli alleati avevano bisogno di lui ad attendere i draghi.

Ed essi giungevano dalle nuvole cariche di una tempesta che avrebbe contribuito a decimare gli eserciti di entrambi.

"divoratore del fuoco" i loro ruggiti, all'udito di Bakugo, emettevano parole che ad un semplice umano non sarebbero mai giunte.

"vi chiedo di non combattere questa guerra" gridò, squarcendo le urla in sottofondo.

"noi abbiamo giurato dagli antichi albori di proteggere il Nord, e costoro che giungono dal Sud, lo minacciano" possenti, e maestose creature, essi risorsero per proteggere un regno che gli umani avevano logorato durante gli anni che essi dormivano nelle loro caverne indisurbati.

"il Nord non sono gli uomini, essi lottano per il potere, il Sovrano del Sud desidera la pace per il proprio regno, questa terra verrà lasciata indisturbata dalle proprie milizie" tentò, ma i draghi, come narravano i libri di antenati divoratori, erano creature testarde, dove solo un divoratore del fuoco su un intero clan, avrebbe potuto domarli.

"gli uomini muoiono, diventano cenere, e questo Nord cambierà, com'è già mutanto nel nostro sonno, ma lo farà, sotto la guida della sua gente, non conosciamo il Sud, non conosciamo la sua gente, a noi non importa cosa voglia fare il sovrano" e il suo ruggito, estirpò qualsiasi forma di tregua.

"il Sud lascerà il Nord alla sua gente, se voi abbandonate la guerra che oggi si sta consumando" e la voce di Eijiro si fece prepotente all'orecchio di Katsuki.

Bakugo perse il respiro.

"tu saresti un drago? La puzza di feccia umana contamina la tua pelle come una malattia" disprezzo e furia.

"vi chiediamo di non combattere oggi, vi supplichiamo" e per la prima volta il biondo si sottomise per il bene del Sud, per il bene di Eijiro.

"noi non prendiamo ordini, Divoratore, la guerra che noi abbiamo deciso di combattere" e dalle proprie narici del fumo risaliva nell'aria satura di tensione e paura "è quella di oggi".

Dalle fauci dei tre draghi, turbini di fuoco, volgevano il loro calore contro i due emissari del Sud.


Ho amato scrivere questo capitolo, anche se non ne comprendo il motivo, ma spero apprezziate e che non vi stia deludendo come anteprima del finale.
Spero vi piaccia ♡ al prossimo capitolo

( se vi sono errori, non esitate a farmelo notare )

Flightless Bird // TODODEKUWhere stories live. Discover now