Capitolo 17

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Midoriya non vedeva che ombre proiettate dalla fiaccola a terra.

Aizawa, seduto con la schiena contro le mura della stanza, lo guardava.

"da quanto tempo sai farlo?" gli chiese mentre beveva del vino da una boccetta di riserva.

Ma non riusciva a parlare, Izuku, il dolore prepotente che gli schiacciava il petto lo devastava.

"non lo sai, non è così?" sorrise, col labbro rotto "mi dispiace" portò il capo all'indietro "a quest'ora la cerimonia deve essere terminata".

Midoriya non poté che mordersi il labbro, accasciato a terra privo di forze.

"però mi hai steso, te lo concedo" rise appena, mentre tossì.

Poi, si udì la porta delle segrete venir spalancata e la madre di Midoriya, cadere sulle ginocchia al fianco del figlio.

"tesoro" e pianse.

Vedendo il figlio non riuscire neppure ad aprire le palpebre.

"cosa gli hai fatto?" chiese lei, ruggendo all'uomo seduto a tracannare vino.

"mi scusi, mia signora, ordini del Re" abbassò il capo Aizawa.

Inko portò il capo di Izuku sulle proprie gambe, convinta che in qualche modo quel gesto avrebbe potuto essergli di sollievo.

Shouto non terminò la cerimonia, fiondandosi alle segrete.

"il regno cadrà a pezzi, se tu ora vai" suo padre lo avvertì.

"non vedo l'ora di vederti perire" lo guardò freddo, con un distacco che non era mai stato provato dai due.

E scese le scale.

Trovando il corpo di colui che amava, martoriato, tra le braccia della madre.

"mio principe, se avesse avuto pietà di lui, l'avrebbe lasciato andare" lo guardò lei in lacrime.

Shouto strinse i denti.

Avrebbe voluto toccarlo, potergli dire che mai avrebbe voluto che tutto ciò accadesse.

Gli aveva promesso protezione, ma miseramente fallì.

"mi dispiace" sussurrò, prima che Izuku venne portato a farsi medicare.

Uraraka era pronta ad attenderlo, nelle stanze del principe.

Sapeva che la sua presenza nel castello era pericolosa per la propria salute, ma doveva intervenire.

Trascorsero le ore e dalle stanze reali non vi erano che grida agghiaccianti di sofferenza.

Uraraka stava sostenendo un procedimento doloroso, il quale preveda distruggere le ossa della gabbia toracica, oltre quelle già fracassate, poiché con un'incantesimo potesse riparargliele tutte assieme.

Non poteva farlo, se non erano tutte.

Shouto stava accanto alla porta della propria stanza, pronto ad entrare se vi fosse stato il bisogno, non allontanandosi neppure un secondo più ulteriormente da Midoriya.

Inko attendeva la guarigione del figlio nei giardini.

Se fosse giunta tardi, alle segrete, chissà avesse avuto ancora con sé quel giovane ragazzo che gli rallegrava le giornate con la sua sola presenza.

"non ti sei fatta vedere per sedici anni" alle sue spalle vi fu Toshinori.

"se lo avessi fatto, mi avrebbero impiccata" non si voltò, guardando il sole tramontare lentamente oltre l'orizzonte.

"sai che non l'avrei permesso" le poggiò una mano sulla spalla.

"protezione era stata promessa a mio figlio, e guarda che è accaduto" la voce le morì in gola.

"avevo il diritto di sapere, Inko" fece lui guardandole il capo.

"sapere cosa? Che ho dato alla vita un figlio bastardo? I consiglieri non l'avrebbero mai accettato come parte della tua casa e io non voglio questo per lui" lo informò, scostandogli la mano.

"è il mio unico figlio, per quello che ne so, se lui vorrà, erediterà tutte le quattro terre" si inginocchiò di fronte a lei.

"una vita di responsabilità che potrebbero soffocarlo" lo guardò disgustata.

"gli permetterei di sposare quel principe, gli permetterei di essere felice" le afferrò le mani con le proprie.

"sarà sempre in pericolo se farà parte di una famiglia reale" gli rinfrancò la memoria.

"c'è potere, nel sangue di un Re" le sorrise "non fuggire Inko, permettimi di amare mio figlio" la supplicò.

"è un bravo ragazzo Toshinori, non fagli promesse che non puoi mantenere" acconsentì lei con un cenno del capo.

Midoriya aprì gli occhi e vide la luce della Luna illuminare la stanza di Shouto, finché scoprì quest'ultimo con il capo sul materasso del letto, su cui riposava, seduto in una sedia al suo fianco.

Izuku sforzò un sorriso, gli doleva il benché minimo movimento.

Portò le dita tra le ciocche dei suoi capelli e per un momento pensò che sarebbe andato tutto bene, ora che lui era lì.

Sperava dentro di sé che non portasse la fede al dito e si sorprese che di tutto ciò a cui avrebbe potuto pensare, si preoccupò di quel piccolo dettaglio.

Shouto si mosse, alzando il capo con il volto ancora preso dal sonno.

"mi dispiace" sussurrò Izuku "non volevo svegliarti" ma poi si accorse degli occhi rossi del principe, nel velo di oscurità che gli avvolgeva.

"è colpa mia" fece Shouto, portando una mano sul suo viso "se solo ti avessi lasciato andare, tutto questo non sarebbe accaduto" singhiozzò.

"l'hai sposata?" fu tutto ciò che chiese Midoriya.

"come?" reagì spaesato il Principe "no" rispose il secondo dopo.

"quello che è successo ne è valsa la pena allora" si protese a far combaciare le proprie labbra sulle sue.


Oayo,, ho risolto il problema del pc, credo.
Ma riuscirò a pubblicare.
Prossima volta comunicherò questi eventuali imprevisti al limite, almeno faccio a meno di fare brutte figure, gomen :')

Spero vi sia piaciuto ♡ al prossimo capitolo

Flightless Bird // TODODEKUWhere stories live. Discover now