Gli amici si dicono sinceri, ma in realtà sinceri sono i nemici

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15. Gli amici si dicono sinceri, ma in realtà sinceri sono i nemici

Ehilà!!!!

Scusa immensamente per i lunghi periodi di attesa, ma, come forse saprai, gli ultimi capitoli di questa ff sono tutt'ora in revisione su consiglio di alcuni recensori.

In molti/e mi hanno chiesto di permettere ad Asami e Akihito di fare una lunga chiecchierata chiaritiva: non preoccupatevi, arriverà a breve (diciamo che non si parlerà solamente, eh eh...).

Prevedo di metterci un po' con i futuri aggiornamenti, così da poter avere il tempo di rivisitare i capitoli finali, inizialmente da me scritti con fretta per riuscire a terminare la storia e pubblicarla. Purtroppo vedo la mia agenda piena di altri impegni (scolastici e oltre, maledizione maledetta!) e quindi dovrò riuscire a ritagliare dei momenti tranquilli, il che sarà tutto dire.

Grazie se sei un recensore o mi mandi pensieri astratti per onde esoteriche! Sempre ben accetti entrambi :)

Alla prossima!!!!

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Akihito, dopo aver visto Asami uscire così precipitosamente, sospirò appena e, voltandosi, andò in camera, chiudendosi alle spalle la porta. Gattonò sul letto e si gettò tra le braccia del cuscino: non aveva intenzione di darla vinta ad Asami. Doveva vincere lui, questa volta.

"Però non si può parlare di vinti o di sconfitti quando si parla di legami: le emozioni non etichettano nessuno come degno del primo posto o del secondo." Pensò. No, non poteva osare una cosa tanto barbarica: le emozioni di una persona non era un gioco, tanto meno quelle di Asami, le quali, come gli aveva fatto notare Shinichi, erano preziose per lui più di ogni altra cosa.

"Forse è per questo che Shinchi insisteva tanto su questa cosa del sesso..." pensò Akihito, chiudendo gli occhi:
"Forse posso vincere sotto le lenzuola... Posso mostrare ad Asami che sono uomo tanto quanto lui. Poi..." arrossì appena, nascondendosi sotto le coperte.

"Mi eccita l'idea di qualcosa di completamente nuovo." Si ammise, finalmente. Insomma... "Asami + gelato" doveva essere una combinazione da far perdere i sensi due volte di fila, no?

Cominciò ad immaginarsi Asami disteso sul letto, ammanettato alla testata (magari con due paia di manette, 'sta volta...): avrebbe iniziato con della semplice panna, tanto per stuzzicarsi i sensi, poi, quando Asami sarebbe stato sufficientemente eccitato, lo avrebbe ricoperto di gelato freddo (fragola o vaniglia? Ma perché non tutti e due, no?). Poi del cioccolato fondente: righe fumanti e dolci che formavano disegni geometrici su quel corpo statuario. Akihito era un gran goloso, ma sia mai che rinunciasse alle vitamine: lamponi e fragole dovevano esserci. Ciliegie, sì, e more. Poi, lentamente, con calma, avrebbe mangiato tutto, leccato tutto, morso tutto e succhiato tutto.

Proprio quando stava per immaginarsi di come lo avrebbe cavalcato selvaggiamente, condito con tutto ciò che di dolce c'è al mondo, si sentì chiamare. Si riscosse, rendendosi conto che era sull'orlo dell'addormentarsi. Sbucò dal piumone e vide che Asami era chino su di lui.

-Asami...?- ma il giovane uomo gli fece segno di non parlare. Fu lì che notò la pistola, stretta nella mano destra.

-Cosa sta succedendo?- domandò Akihito, tirandosi seduto.

Asami si portò ancora l'indice davanti alle labbra e, sussurrando al suo orecchio con una voce che pareva più eccitante che ammonitrice, disse:

-Va tutto bene. Entra nella panic room.-

Akihito però non volle collaborare: non si sarebbe nascosto come un coniglio davanti al pericolo. Così si alzò e gli si mise accanto.

Asami gli prese un braccio e lo esortò verso la panic room, ma Akihito scosse la testa:

Una persona dannatamente carismatica 2Where stories live. Discover now