Dobbiamo perdonare i nostri nemici, ma non prima di impiccarli

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28. Dobbiamo perdonare i nostri nemici, ma non prima di impiccarli

Erano stati spinti nel retro di un furgone verde, un po' ammaccato. Svetozar parlava solo russo o inglese, quindi Akihito non capì nulla di ciò che disse. Ayano, comunque, era terrorizzata e stava facendo esattamente ciò che il rapitore pareva voler veder loro fare.

-Dove ci starà portando?- domandò Ayano, seduta in un angolo del furgone: si sentivano tutti gli scossoni e ad ogni curva le saliva la nausea.

-Non ne ho idea... Speravo lo sapessi tu.- ammise Akihito: aveva lasciato il suo odio per la ragazza alla sua Vespa. Ora erano alleati: due vittime che dovevano farsi forza l'un l'altra.

Ayano scosse la testa, passandosi le mani tra i capelli e rimanendo ferma così:

-Non so nulla su Svetozar, solo cose orribili.- rispose.

Akihito provò ad aprire i due sportelli del furgone, ma erano bloccati dall'esterno:

-Merda...- mormorò. Non aveva con sé il cellulare, lo aveva preso il russo:

-Che cose orribili?- domandò poi. Quando Ayano non gli rispose, si volse verso di lei e vide che stava scuotendo la testa, ad occhi chiusi, come già arresa al fatto che stavano per morire.

-Ayano?- Akihito le si mise difronte:

-Ayano, devi dirmi tutto ciò che sai su di lui. Vorrà vendicarsi con Asami per averlo venduto così a Mikhail: chiederà un riscatto o qualcosa di simile. Ha bisogno di lasciare il Giappone e anche in fretta: siamo la sua garanzia, quindi non ci può uccidere.- disse, pensando di confortarla, ma lei scosse ancora la testa.

-No...- mormorò Ayano, sospirando poi arresa ed alzando lo sguardo su di lui e Akihito la vide per quello che era realmente: una ragazza intelligente, astuta, che sapeva il fatto suo e che sapeva quando le strade diminuivano. Una piccola donna che già sa cosa significa sapere tutto del mondo.

-No?- ripeté Akihito.

-Svetozar non ci ucciderà.-

-Sì... Lo so.-

-Ci farà di peggio.-

Akihito si bloccò e già sapeva che cosa c'era di peggio dell'essere uccisi. Non disse nulla.

-Svetozar è un pervertito per eccellenza: quando Mikhail mi disse di cercarlo in Giappone, mi raccontò che gli piaceva giocare con gli uomini. Un sadomasochista disgustoso: Mikhail mi ha detto che, una volta, è addirittura arrivato a sfiorare l'omicidio.- proseguì Ayano:

-Io non so perché la gente sia così tanto fissata con il sesso. Non è nulla di che, credo. Alla fine, comunque, diventiamo tutti dei pervertiti: che si parli di sesso, di soldi, di potere o di altro.- sospirò.

Akihito si lasciò cadere con la schiena contro la parete del furgone, ormai arreso a sua volta: se Svetozar era davvero un ennesimo maniaco sessuale, era chiaro cosa stava per accadere.

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-Kirishima, voglio che rintracci il cellulare di Akihito. Prepara una decina di uomini: appena sappiamo dove sta portando i ragazzi, gli saremo addosso.- disse Asami, salendo nel suo ufficio.

-Asami, aspetta.- Okura lo rincorse, seguito da Shinichi.

-Svetozar non è stupido: schermerà appena potrà il segnale del cellulare, quindi sbrigati.- proseguì Asami.

-Sì, Asami-sama.- rispose il segretario.

-E assicurati che Mikhail non combini altri casini: manda due uomini con lui.-

Una persona dannatamente carismatica 2Where stories live. Discover now