Un pretesto per tornare bisogna sempre seminarselo dietro, quando si parte

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23. Un pretesto per tornare bisogna sempre seminarselo dietro, quando si parte

Dopo pranzo, Asami guidò fino al Sion e salì ai piani dove stavano le suit per i clienti più facoltosi.

-Asami-sama.- Kirishima lo raggiunse prontamente ed Asami si domandò se fosse almeno tornato a casa a dormire o se si fosse accontentato di un qualche divano lì.

-Ayano ha creato ancora problemi?- domandò.

-No, ha solamente svuotato le cucine, Asami-sama, ma, del resto, è stata abbastanza collaborativa.- rispose Kirishima e, in quel momento, gli arrivò da dietro una donna con in mano un sacchetto rigido, di marca. La donna si inchinò:

-Asami-sama, le ho procurato ciò che mi ha chiesto.- disse

-Grazie. Puoi andare.- Asami prese il sacchetto e ci guardò velocemente dentro, dopodiché si fece aprire la porta della ragazza.

Una volta entrato, vide Ayano seduta su una poltrona a leggersi un libro (, di Edgar Alla Poe). Ma la ragazza, appena lo vide entrare, lasciò di lato il libro e si alzò, andandogli incontro:

-Finalmente!- commentò, aprendo le braccia.

-Kirishima ha detto che sei stata diligente.- rispose Asami. Se di solito usava tali aggettivi o termini per umiliare la propria vittima, nel caso di Ayano non funzionava: era lei la prima ad usarli su di lui. Asami non sapeva se fosse solo ingenua o astuta. Visto però il fratello, probabilmente entrambe.

-Sì, coccoloso orsacchiotto calibro nove.- sorrise Ayano, portandosi le mani dietro la schiena e dondolando sui piedi per apparire ancor più innocente.

-Visto che hai fatto la brava, ti ho portato un regalo.- ed Asami alzò il sacchetto.

-Wooo, di marca?- Ayano prese il sacchetto e, quando lo aprì, spalancò gli occhi sorpresa:

-Accidenti, non hai badato a spese.- e corse in bagno a cambiarsi.

Asami andò a sedersi sulla poltrona e controllò l'ora, ma mancava ancora praticamente un giorno alla retata di Mikhail per sequestrare Svetozar.

Ayano uscì tutta contenta e soddisfatta dal bagno: portava una canotta nera, una gonna blu e nera, corta e con un motivo scozzese, un paio di calze alte, rigate per il largo (nere e blu anche quelle), e delle scarpe chiuse, comode ma molto femminili.

-Anche se sono sicura che non l'abbia scelto tu, mi compiaccio del fatto che hai gusto nel scegliere chi sceglie per te i vestiti da regalarmi.- commentò Ayano.

-Mi fa piacere.-

-Allora, com'è andata la svendita di Svetozar?- domandò Ayano.

-Si è concluso tutto per il meglio. Domani Mikhail preleverà Svetozar. Non ha fatto cenni nei tuoi confronti, dice solo che lo hai un po' deluso.-

-Thzè, quello o mi uccideva o mi regalava come biglietto di benvenuto.- commentò Ayano.

-Comunque sei al sicuro, ma ciò non toglie che dobbiamo essere cauti: non uscirai di qui ancora per molto, Ayano, e su questo sarò fiscale fino alla fine. Prova a scappare e ti trovo una sistemazione meno comoda e più consona alla tua situazione.-

-Ma non mi dire.- commentò Ayano: non credeva molto alle parole dell'uomo.

-Ti ricordo allora che sei mia prigioniera: posso fare di te ciò che voglio. Sei in debito con me, che tu lo voglia o no, e quindi, oltre che di mia proprietà, sei in dovere di fare ogni singola cosa che ti dico.- le ricordò Asami, ma, effettivamente, era difficile trattare con una ragazzina così spensierata.

Una persona dannatamente carismatica 2Where stories live. Discover now