Il perdono non cambia il passato, ma allarga il futuro

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27. Il perdono non cambia il passato, ma allarga il futuro

Quando Asami fu di ritorno a casa, erano tutti lì: era sicuro di poter contare sull'efficienza di Okura nel tenerli buoni. Okura era efficiente e reattivo, come se il litigio avuto con suo marito non fosse successo.

Okura e Shinichi, negli anni trascorsi insieme, avevano litigato molte volte, ovviamente: Shinichi sapeva essere molto geloso e, nonostante la sua indole solare e amichevole, sapeva alzare la voce e apparire addirittura minaccioso. Okura doveva sempre cercare di calmarlo, perché in quei momenti il marito ragionava con una scala diversa dal solito, molto più rigida e autoritaria. Shinichi il giorno prima aveva gridato: "Non è possibile che nessuno abbia avuto la decenza di dirmelo! Ti sei fatto scopare da un mafioso!" e poi ancora "Se gli metto le mani addosso un'altra volta sta' sicuro che pagherà per quello che ti ha fatto!". E Okura, nonostante l'ovvia agitazione, aveva cercato di rassicurarlo: "Amore, mi dispiace, avremmo dovuto discuterne insieme... Sono stato indelicato a dirlo a quel modo: è colpa mia" e poi ancora "Eravamo entrambi sotto l'effetto di un'orrenda droga cinese, era orribile, ma Asami non mi ha fatto del male, amore, devi credermi". E la discussione si era protratta tra le grida esasperate e offese di Shinichi, il quale mai però toccò la sacralità della loro relazione o del matrimonio, non osò tirare in ballo il giuramento di restare fedele all'altro, perché sapeva che Okura non lo aveva tradito, perché lo credeva morto. E la discussione si era protratta anche tra le dolcezze di Okura, la sua aura angelica che tentava di rilassare l'altro. Piano piano Shinichi si era calmato: si era aperta una faida nella sua ira e il suo cervello poté così riempirsi a poco a poco di razionalità. Asami era perso per Akihito, pazzo di lui, e quindi sicuramente tra lui e suo marito non c'era stato altro che semplice contato fisico, mero orgasmo. Così la situazione era arrivata ad un precario equilibrio: i due innamorati si erano chiariti, mancavano solo i due maschi alfa.

Okura, Akihito e Ayano erano in soggiorno e così Asami raccontò loro cos'era accaduto, censurando il fatto che il russo lo avesse definito "sentimentale".

-Quindi Mikhail se ne andrà.- commentò alla fine Akihito.

-Se ha un po' di testa, sì.- rispose Asami, sedendosi.

-Quindi ora possiamo uscire?- domandò Akihito.

-Quanta fretta.- commentò Asami, guardandolo:
-Dove avresti intenzione di andartene?- aggiunse.

-Voglio solo levarmi di dosso quest'atmosfera pesante.-

-Mh, per ora rimarrai qui: aspetta ancora qualche ora.-

-Uffh...-

In quel momento, Shinichi uscì dal corridoio della camera degli ospiti.

-Uh, Asami, sei il mio eroe!- fece la ragazza (e lo fece per coprire il disagio che stava piombando sulla stanza), alzando le braccia al cielo e, salterellando, si sedette vicino ad Asami, anzi: praticamente gli stava addosso, fianco contro fianco.

-Stai bene? Per fortuna il mio fratellone non ti ha rovinato questo bel faccino: saresti stato carino lo stesso, ma rimaneva un gran peccato.- disse lei.

-Ayano.- l'ammonì con gentilezza Okura, mentre Asami spostava lo sguardo verso Shinichi: sapeva bene che doveva parlargli, prima o poi.

-Il Paradiso ha perso un angelo: peggio per loro, meglio per noi. Dì, Asami, ti sei fatto male quando sei atterrato in Giappone?- stuzzicò ancora Ayano.

Asami spostò lo sguardo sulla ragazza ed alzò un sopracciglio come a sottolineare la sua spavalderia comica.

-Be', allora, al Diavolo.- Ayano gli prese il viso tra le mani e gli stampò un gran bacio sulla guancia.

Una persona dannatamente carismatica 2Where stories live. Discover now