Yaser Loves Me (or my money)

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Passò un'altro giorno senza notizie dall'ospedale. Zayn aveva chiamato personalmente, ma gli avevano detto che lei non si era ancora svegliata. Il cuore batteva, ma lei era come priva di vita.

Liam aveva dovuto trattenersi con tutte le sue forze per non uccidere James.  Lo stesso qualche pugno gli arrivò, ma avrebbero dovuto essere di più. Non si parlavano e non si guardavano, anche se James continuava a cercare di farlo dicendogli che Zayn aveva mentito. Ma Liam, questa volta, non aveva dubitato neanche per un secondo: le parole del ragazzo erano state visibilmente sincere. Odiava vedere Zayn piangere, ma quando succedeva, voleva dire che era successo qualcosa di serio. E che stava dicendo la verità.

Dovettero insistere molto per ricevere il permesso per andare all'ospedale di Bradford. Ma alla fine lo ottennero, e Zayn era contento, ma anche terribilmente in ansia.
Ti prego, svegliati era una frase che continuava a ripetersi nella sua testa, come un disco rotto.
Liam non si era allontanato, continuava a rassicurarlo dicendogli che di sicuro si sarebbe svegliata.

Per non parlare di tutti i "Ti amo" che gli aveva riservato quel giorno, soprattutto la mattina. Quella mattina Zayn, anche se fu totalmente fuori dai piani, anche se probabilmente non era la situazione adatta, aveva vissuto una delle ore più belle della sua vita.
Era stato così diverso da quella notte passata con James, ovviamente. Liam era stato gentile, lento e dolce, come si aspettava. Non gli aveva fatto male, l'aveva riempito di carezze e baci. E la paura di Zayn che potesse andare come era andata con James, era svanita in un secondo.

Liam aveva fatto di tutto per distrarlo, perché ogni volta che i pensieri di Zayn cadevano sulla telefonata, il suo sguardo diventava cupo ed era sempre vicino al pianto. Era come un bambino di cui prendersi cura.
Non era riuscito a rubargli una risata, al massimo un sorriso, ma ci aveva provato.

E così, il pomeriggio dopo, stavano andando all'ospedale. 
Zayn guardava le mani di Liam poggiate sul volante, perso nei suoi pensieri. I quali, ovviamente, ruotavano attorno ad una sola cosa.
"Come stai?" Gli chiese Liam, guardandolo per un secondo. Era una domanda futile e lo sapevano entrambi, però a Zayn rassicurava un po' il fatto che a qualcuno interessasse la risposta.

Fece spallucce. "Come dovrei stare?".
"Be' hai ragione. Ma non sopporto vederti così" disse.
Zayn sorrise appena.
"Ho così tanta ansia" fece, dopo un po', "Che lei non si sveglia più... non ci parliamo dal sei gennaio...". Pronunciando quella data, Zayn si ricordò che tra qualche giorno sarebbe stato il suo compleanno.

Una cosa di cui non preoccuparsi, ma era abituato a dire a Liam qualsiasi cazzata gli passasse per la testa.
"Capisco" disse Liam.
"Tra qualche giorno è il mio compleanno" se ne uscì Zayn, come se stesse dicendo "Mi chiamo Zayn".
Liam lo guardò.
"Come se io non lo sapessi!".
"Be', me ne sono ricordato solo ora e l'ho detto" rispose Zayn sorridendo.

"Cosa vuoi per regalo?".
Zayn lo guardò storto e fece 'no' con la testa. "Non voglio un regalo".
Cioè ovviamente lo voglio pensò, capiscilo da solo. Si sentì un po' una donna, ma non importava.
"Bugiardo" affermò Liam, "Devo interpretare questa risposta vero?".
"Ovviamente".

Liam rise. "Ed io che pensavo che essendo gay sarebbe stato tutto più facile sotto questo campo".
"Hai scelto me" disse Zayn con fare ovvio, "Ed hai scelto il difficile".
"Oh, bello".
Passarono un po' di tempo a parlare di cose totalmente a caso, e Liam si rese conto di star facendo un bel lavoro nel distrarre Zayn, perché riuscì a farlo ridere.

"Compirai diciannove anni, giusto?" Gli chiese poi, perché nella sua mente stava crescendo un'idea carina per il regalo di compleanno.
"La matematica non è un'opinione" rispose Zayn, guardando fuori dal finestrino.
Liam annuì. Stava avendo un'idea davvero bella.
Cliché? Forse.

Shy Means Cute {Z.M.} Where stories live. Discover now