ハシシ

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Hashish

« Allora Jeager, parlami un po' di te

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« Allora Jeager, parlami un po' di te. »
Azzardo essendo consapevole del fatto che lo manderò in una tremenda confusione e ansia.

L'ho squadrato tutto il tempo soffermandomi sempre sui suoi profondi occhi verdi pieni di poesia. Non c'è bisogno che parli di lui, solo guardando quegli occhi è diventato un libro aperto. Di certo non posso dire di conoscere tutta la sua vita ma si vede perfettamente che è un tipo "particolare".
Vorrebbe scappare, andare oltre...oltre questo mondo che lo ha distrutto.
Come le faccio a sapere queste cose?
Occhi e passato.
Il mio passato.
Lascio da parte il mio lato da studioso e afferro dalla tasca della mia giacca di pelle un pacchetto di sigarette.
Queste dannate sigarette; sono così giovane per iniziare a fumare ma non posso farne a meno..oltre il fatto che queste sigarette le ho viste per la prima volta quando ero piccolo. Nelle mani di Furlan.
Apro il pacchetto e sfilo una sigaretta da esso producendo così un leggerissimo fruscio, che grazie all'immensa e silenziosa sala pare quasi molto più forte di quel che è in realtà.
Appoggio le mie labbra su di essa e vedo Eren che spalanca gli occhi.
Lo fisso per un attimo alzando un sopracciglio.
« Ne vuoi una? » Chiedo con un ghigno incontrollabile sul volto
« No no...grazie. » Dice abbassando lo sguardo sulla sua mano
« Puoi...fumare qui dentro? » Aggiunge a bassa voce
« Si, tranquillo. Conosco tutti qua. » Affermo
« Non ti causerò certo problemi » Aggiungo accendendo la sigaretta
« Non...n-non era quello che i-intendevo... » Balbetta diventando rosso
« Rilassati » Lo incito prendendolo per mano
Azzardo; il mio secondo nome.
Mi maledico, non dovrei esagerare testando questi tocchi e queste domande su di lui, è ancora...debole.
Non è facile cercare di dare il meglio di se stessi quando non si sta bene con se stessi. È troppo complicato, soprattutto se ad essere in questa situazione è un povero e turbato ragazzino con un duro passato alle spalle. Quanto lo capisco; volevo scappare e non dover più delle spiegazioni a nessuno per colpa di quelle fasce alle caviglie e ai polsi.
Lo vedo tutto rosso fissare il suo caffè.
« Non lo bevi? » Chiedo sfiorando il mio pollice sulle sue nocche
« S-si...lo bevo » Dice prendendo tremante la tazza di caffè tra le dita.
Inizia a sorseggiare lentamente.
È probabile che io...gli faccia paura?
Impossibile. Cioè..andiamo; ci sentiamo da tre mesi su internet, abbiamo fatto un sacco di chiamate e anche un sacco di battute insieme.
Dal vivo sembra completamente un'altra persona.
È più riservato, serio e misterioso.
Sarà forse la mia presenza che lo intimidisce?
Ma certo.
Non voglio.
Non voglio che si senta a disagio.
Espiro quella nicotina che ha preso completamente possesso dei miei polmoni, ormai incendiati.
Io lo considero come un hobby liberatorio.
Ma non è così; sono consapevole del fatto che mi faccia solo del male, ma non importa, in fondo mi sono sempre fatto male fin da bambino.
« C-cosa dovrei dirti? » Chiede rispondendo alla domanda che gli ho posto prima
« Non so. Quello che vuoi » Gli sorriso sperando di tranquillizzarlo un po'
« Ecco...iniziamo dal mio peso principale; io non so cucinare, lo ammetto; e non frequento nessun corso di cucina, ma uno per... » Dice abbassando sempre di più la sua dolce voce
« L'ho capito. Stai tranquillo, ci sono passato anch'io » Dico indicandogli le bende.
Ha sospirato rumorosamente; spero che sia un sospiro di tranquillità dato che è il mio unico scopo quello di farlo sentire a suo agio.
« E..spero che non mi lascerai anche tu per questo motivo » Aggiunge finendo il suo caffè.
Che intende dire? Anche io? Lasciarlo?
Non credo accadrà mai; è davvero un ragazzo ricco di qualità.
Non devo lasciarmelo sfuggire.

« Non ti lascerei mai Eren. »
« Grazie a Dio, Levi. »

DRUGS; | ereriWhere stories live. Discover now