ビーコン

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Mederma

Sono passati tre giorni da quando me la sono presa con Petra per ciò che ha fatto

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Sono passati tre giorni da quando me la sono presa con Petra per ciò che ha fatto.

Mancava davvero poco e la sbattevo fuori di casa ma fortunatamente mi sono calmato.

Le vocerie sulla famiglia Ackerman peggiorerebbero se facessi una cosa simile.

Ne ho già combinate...troppe.

è domenica e ho davvero bisogno di uscire un pò.

Mi preparo frettolosamente ed esco non notando però che cielo di merda c'è.

Mi avvio verso il parco della città con un paio di cuffie nelle orecchie.

Cammino tranquillamente fin quando non sento una goccia cadere sul naso; alzo lo sguardo sperando di non vedere un cielo nero.

Piove.

Amo la pioggia ma solo se la osservo da dentro casa.

Mi incammino senza fretta per tornare a casa.

Amo la pioggia per svariati motivi...mi fa sognare...purtroppo non sono sogni belli nel quale ricordo i bei momenti della mia vita; il contrario.

Mi fa tornare in mente i motivi per cui sono sempre triste, mi fa diventare...depresso in un certo senso.

Ricordo la mia famiglia; desideravo non deluderla mai ma purtroppo ho fallito nel mio intento.

Da piccolo ero un gran sognatore e un prodigio in tutto quello che facevo. Non avevo amici, non m'importava socializzare, non mi fidavo di nessuno, soltanto di Hanji; una ragazza fantastica con cui ho legato parecchio.

Ho sentito dire che lavora ad uno studio psicologico per persone disturbate.

Avevamo gli stessi hobby e gli stessi sogni, credo come tutt'ora.

Le nostre strade si sono però separate; non la sento da una vita ormai e spero di rivederla un giorno. Avrei così tante cose da raccontarle, però si sa come andrebbe a finire. Non sono affatto una persona loquace, il che non mi permetterebbe di dire tutto e, comunque, non mi apro con gli altri.

Mi vengono le lacrime agli occhi. 'Io non piango mai, io sono forte'. é la solita frase che mi ripeto ogni volta in un momento del genere.

Tanto non si vedrebbero le lacrime, ho la faccia tutta bagnata a causa della pioggia.

Mi lascio andare per una volta.

Inizio a piangere silenziosamente trovando ogni minima scusa valida per il mio comportamento.

Ho capito che il vero problema sono io.

Io mi sono fatto abbandonare, io ho voluto essere abbandonato, io ho distrutto tutte le persone a me più care, io. è tutta colpa mia.

Perché non ne faccio mai una giusta?

Le mie domande vengono interrotte da qualcosa che mi copre, alzo lo sguardo e vedo un ombrello beige coprirmi.

Quando alzo di nuovo la testa vedo lei; la mia unica e vera amica.

« Hanji. » Dico piangendo e abbracciandola

« Levi! Quanto tempo. » Esclama apparentemente felice ricambiando l'abbraccio

« Una vita quattrocchi; è passata una vita. » Continuo non smettendo di singhiozzare.

« Nanetto calma, ci sono io ora. Vieni, andiamo a prendere una cioccolata calda, offro io. »

« Preferisco il the nero. » Cerco di sdrammatizzare un pò asciugandomi le lacrime

« Me ne sono dimenticata tappo, scusa. » Dice ridendo

« Non chiamarmi più in quel modo, spilungona » La minaccio puntandole un dito contro

« Non sei cambiato di una virgola. Mi mancavi. »

« Neanche tu sei cambiata. Ottimo tempismo comunque; stavo proprio pensando a te. » Ammetto

« E da quanto parli così tanto? » Domanda sarcastica

« Da ora. » Rispondo deciso tornando come prima

« Devo raccontarti così tante cose. » Aggiungo continuando a camminare

« Anche io, fidati. »

DRUGS; | ereriWhere stories live. Discover now