❇ 4) Seconda parte

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ll riccio aveva ragione, non avrei mai potuto immaginare il posto in cui erano diretti lui e Fabrizio dopo la cena.

Dovevano incontrare Cesare Cremonini in uno studio di registrazione in cui aveva cantato persino Lucio Dalla, che personalmente adoravo.
E constatai una piacevole coincidenza, col discorso che era avvenuto poco prima con Ermal.

Tutto quello che stava per accadere, sarebbe stato linfa vitale per i miei articoli.
Avevo l'opportunità di intervistare un altro artista del calibro di Cremonini, senza aver richiesto un appuntamento.

In fondo seguire quei due, non era stata una pessima idea.

Il gruppo aveva deciso di ritirarsi a dormire, lasciando che solo noi tre, raggiungessimo quel luogo, poco distante da Piazza Maggiore.
Stavamo camminando in una fredda e silenziosa Bologna.

Ermal, si voltava spesso a guardare se stessi a passo, prima di decidere di farmi passare davanti.
Fabrizio camminava per i cazzi suoi.

Dopo qualche isolato di camminata, mi indicarono un portone semi aperto.

Lo studio era situato all'interno di un vecchio palazzo disabitato.

Entrammo, senza dover suonare nessun citofono e iniziammo a salire verso il primo piano.
Poche scale e ci trovammo davanti la porta in cui bussare.

Si udiva chiaramente che ci fosse qualcuno dentro da una leggera musica in sottofondo.
È talmente antico questo posto, che non credo ci siano le pareti insonorizzate, pensai tra me e me.

Cremonini aprì all'istante, accogliendoci calorosamente.

«Voi due e una bionda, siete due vecchi lupi!» esclamò, scherzosamente.

Aveva un bicchiere di birra in mano, un abbigliamento comodo che ricordava un pigiama.
Sicuramente intendeva passare la notte lì.

Cesare diventò di colpo serio, dopo che gli avevo detto di essere una giornalista con la passione per Dalla, ed era quello il motivo principale per cui mi trovavo lì.

Nel frattempo, Fabrizio aveva già preso una chitarra in mano, Ermal era al piano forte, mentre io scambiavo quattro chiacchere con Cesare.

Cremonini notò il mio prendere appunti, ma non ne fu infastidito.
Continuava a parlare a ruota libera del emozione di suonare in quello studio.
Del suo incontro con Lucio, anni prima.

«Ti va di ascoltare qualcosa?» Chiese Ermal, dopo che erano trascorsi una decina di minuti dall'inizio della mia chiacchierata con Cremonini.

Riportò la mia attenzione su di lui.
Il mio sguardo, era di nuovo il suo.
Le mie orecchie, erano pronte ad ascoltare la melodia che voleva propormi.

«Volentieri.» risposi, accomodandomi su uno dei divani.

È la sera dei miracoli fai attenzione
Qualcuno nei vicoli di Roma
Con la bocca fa a pezzi una canzone

Dalle prime note, capì che stava per eseguire proprio "La sera dei miracoli" del grande Lucio.
Ero rapita dalla sua voce, su quello non avevo mai avuto dubbio alcuno.

Il suo timbro era inconfondibile.
La sua interpretazione stava scolpendo la mia anima, l'aveva trafitta.
Le note di quel piano cullavano i miei pensieri, turbando la mia vulnerabilità.

🎵 Io mi ricorderò di te
Tra le luci di Roma, ogni abbraccio per strada
Mi riporterà da te
Perché in fondo sai stavamo bene

Non abbiamo armi {MetaMoro}Where stories live. Discover now