❇ 10) Piccola Anima

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Ermal continuava a volare alto.
Forse, stava attraversando il momento più delicato della sua carriera, più della gavetta e delle porte chiuse in faccia perché quelle possono fortificare, mentre il successo porta veleno.
Al di là dei miei gusti personali, avendo modo di vivere ogni suo spostamento, ho potuto constatare tutta la sua purezza.

Vola alto, non farti infettare, Ermal.

Apprezzo le tue parole Frida, ma non voglio volare alto, non voglio perdere il contatto con la gente, nel bene e nel male. Come posso allontanarmi da ciò di cui parlano le mie canzoni?
La gente appunto. Voglio restare infettato di vita che a curarmi ci penserà la vita stessa.

Scambio di tweet tra Frida ed Ermal.

Avevo visto più van che persone, nell'ultimo periodo.
Ermal ed io, facevamo avanti e indietro per l'Italia da una settimana ormai.

Io, gli facevo compagnia con le parole dei miei articoli, con cui mi confrontavo con lui prima di renderli pubblici, lui abbozzava canzoni che non aveva il coraggio di farmi ascoltare.

Quando si sentiva ispirato, si estraniava dal mondo e spariva per qualche ora.
Celava segreti indicibili in quella pila di fogli.

Ero terribilmente curiosa, ma non mi sarei mai permessa di agire contro il suo volere o essere sfacciata, chiedendo cosa avesse scritto.

Lo osservavo da lontano, come quando non ti avvicini per paura di rompere qualcosa di fragile.
L'equilibrio di Ermal era sul filo del rasoio.
Senza tutti quegli impegni, non avrebbe mai avuto la forza di reagire alla fine della sua storia. Quello lo sapeva e quasi ringraziava se stesso, per il vivere in quella condizione.
Eppure, sentivo che gli pesava come un macigno, il non poter evadere, staccare la spina emotiva, senza provare nulla per un po.

Ogni giorno, doveva avere a che fare con un turbinio di emozioni che lo facevano sentire vivo, sì, ma tipi come Ermal avevano bisogno di morire un po, per rinascere.

Quella mattina, a differenza delle altre, nei suoi occhi c'era una luce diversa, dovuta al nostro arrivo nella sua terra, la Puglia.

Ermal stava trattenendo il respiro per affogare tra la sua gente.
E io, sarei stata testimone di quello spettacolo.
Dovevo solo tenere a bada il mio cuore dal non farsi sciogliere del tutto.

Qualche lacrima fece capolino sul mio viso, tra un appunto e l'altro, scritto per cercare di distrarmi.
E quelle stesse lacrime, bagnavano il viso dei presenti e dello stesso Ermal.

Era devastato, non appena aveva messo piede fuori da quella libreria che aveva ospitato l'incontro.

Nessuno dei membri della sua troupe, né tanto meno io, avemmo il coraggio di dire nulla. Ermal fece segno all'autista di accompagnarmi in Hotel, mentre lui avrebbe raggiunto la sua famiglia.

Mi aveva riservato un alloggio degno di nomina.
Con vista sulla costa salentina, dotato di ogni confort, accogliente e luminoso.
Avrei promosso la mia stanza a pieni voti, solo perché disponeva di Netflix: la mia unica droga legale.

-Se passo a prenderti, ti va di fare un giro?-

Un suo messaggio, fece capolino sul mio smartphone, quando ormai era tarda sera.

Avevo cenato in solitaria, divorato episodi arretrati delle mie serie, ma ero ancora sveglia, piena di volontà per vederlo.
Anche se aveva appena interrotto la serata pop corn e pigiama di pile, la mia accoppiata vincente.

Non abbiamo armi {MetaMoro}Where stories live. Discover now