❇ 5) Le luci di Roma

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Pensaci

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Pensaci.
Secondo me ne vale ancora la pena.

Mi ero svegliata con quel messaggio di Fabrizio.
Una foto di Roma.
La neve.
Un immagine che sapeva usare contro di me.
Sapeva che sarei stata solo una folle a non precipitarmi da loro all'istante.

Avevo ancora tempo, per prendere il primo treno che da Milano mi avrebbe portato nel luogo del loro instore romano.

A dire il vero, da quella piccola parentesi tra me e Moro, erano trascorsi dei giorni.

Io ero tornata alla mia vita, loro avevano continuato con qualche altra data in giro per l'Italia.

Il moro, mi aveva riservato il suo solito silenzio, fino ad oggi.
Per Ermal, ogni scusa era buona per inviarmi le foto della folla immensa, che popolava ogni loro evento.
Come volesse continuamente dare torto al mio articolo che li dava per finiti.

Al di là del mio poco entusiasmo nel rivedere entrambi, un invito nella magica Roma non avrei mai potuto rifiutarlo.

Preparai una mini valigia con dentro qualcosa di più elegante per la serata e chiesi a Marta di accompagnarmi e, dopo le sue solite raccomandazioni da sorella maggiore, mi salutò alla stazione, che ormai era la mia seconda casa.

Sopra quel treno, ebbi modo di riflettere sui passi che stavo facendo in quell'ultimo periodo.
Stavo tentando di lasciarmi andare: alle emozioni che quegli incontri a cui assistevo smuovevano in me, ricordandomi i tempi in cui anche io, ero stata una ragazzina totalmente innamorata del suo idolo.
Quei due uomini non mi lasciavano indifferente, mi doleva ammetterlo a me stessa.

Ermal, con la sua profonda serietà artistica conquistava il mio lato professionale, c'era uno scambio ad armi pari di opinioni profonde e stimolava il mio cercare di capire sempre più chi fosse.
Chi ci fosse oltre quei riccioli che scendevano naturali sul suo viso, nascondendo uno sguardo puro.

Fabrizio, era proprio l'ultimo degli stronzi.
La sua sparizione continuava a mantenermi in bilico, proprio come voleva lui.
Con la differenza che io, non ero il genere di donna con cui aveva sempre avuto a che fare.
Capì che stavo iniziando a provare interesse per lui, quando cominciai a perdere la pazienza.
Con la stessa velocità con cui riusciva a mandarmi fuori di testa, era capace di farsi perdonare tutto.

Ed ero in attesa dello scoprire come ci sarebbe riuscito oggi.

Preferivano nascondersi, Ermal e Fabrizio, era quella la cosa che li accomunava ai miei occhi.

Per qualche assurdo ritardo, arrivai a bordo di un taxi, ad evento già iniziato.
Cercai di prendere posto su uno dei sgabelli disseminati in quel minuscolo palco, col mio solito iPad in mano e la massima concentrazione.

L'aria romana a Fabrizio faceva bene, Ermal respirava a pieni polmoni ovunque si trovasse.

La mia scrittura, fu interrotta da movimenti strani provenienti dal pubblico, cosa che Ermal e Fabrizio non avrebbero mai potuto notare, così cercai di capire io cosa stesse succedendo.

Poggiata alle transenne, una madre, stringeva tra le braccia il suo bambino, che continuava ad invocare dolcemente il nome di Ermal, senza mai individuarlo con lo sguardo.
La donna, non glielo indicava mai, continuava solo a sussurrargli frasi all'orecchio, suscitando una risata a quel tesoro che teneva a sé.
Quel bambino, non aveva l'uso della vista, ma sapeva come farsi largo nel cuore delle persone, e aveva già conquistato una parte del mio.
Il suo amore verso qualcuno che non aveva mai nemmeno toccato, ma solo ascoltato attraverso la sua musica, era una delle storie che mi stava coinvolgendo emotivamente di più.

Rimossi lo sguardo da lui, e cercai di fare segno ad Ermal di avvicinarsi a me.
Non passò molto e mi raggiunse.

Indicai quel bambino, gli raccontai ciò che
avevo visto e lui, rimase visibilmente commosso da ciò che si trovava davanti.
Sorrise e scese dal palco per afferrare quel bambino e stringerlo a se in un lungo abbraccio, che gli avrebbe trafitto le ossa, senza lasciargli alcuna ferita.

Prima di ridarlo alla madre, Ermal aveva preso la manina del bimbo e l'aveva poggiata sul suo viso, sopra i suoi occhi.
Fu una delle scene più belle a cui avevo assistito nella mia intera vita.

Anche dopo quell'incontro, non riuscì a pensare ad altro per ore.

Roma mi aveva già regalato parte della sua magia tutte le volte che l'avevo visitata, ma oggi aveva un sapore diverso passeggiare lungo le sue strade.

Angolo Autrice

Volevo ringraziare tutte le persone che attraverso i social, ci raccontano degli emozionanti aneddoti di ciò che succede agli instore di questi due artisti, che io cercherò di inserire in qualche capitolo, per rendere questa storia un pizzico più "reale"...
Questo capitolo è dedicato a tutti voi ❤

Questo capitolo è dedicato a tutti voi ❤

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Non abbiamo armi {MetaMoro}Where stories live. Discover now