❇ 11) Farfalla Bianca

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📍Bari.
📅 Il mattino dopo


Il mare restituisce tutto ciò che è immenso, ma ciò che è piccolo, si perde.
Quella frase che mi diceva sempre mia nonna, mi sembrò più veritiera che mai, alla luce delle sensazioni che quel ballo, avevano smosso in me.

Avevo lasciato troppo del mio cuore, fra quelle onde che osservavo infrangersi sulla scogliera, dalla finestra della mia camera.

A dirla tutta, ero proprio io ad essere troppo: troppo insicura, taciturna, l'attimo dopo troppo logorroica.
Troppo invasiva, troppo schiva, educata, indipendente, disponibile, troppo sulla difensiva, in base alla persona che mi trovavo davanti.
Ma la condanna di chi sa di essere troppo nella vita di qualcuno era il non sentirsi mai abbastanza.

Il pensiero di non lasciare segni del mio passaggio, nell'esistenza di qualcuno a cui iniziavo a tenere, mi mandava in bestia.
Perché non lo ero mai stata, il centro esatto da cui tutto parte, la voglia di tornare sui suoi passi.

Io, ero brava a far inciampare con degli sgambetti al veleno, quando avrei voluto solo accogliere, con la celata dolcezza, che tentavo di soccombere.

Fabrizio, aveva riportato alla luce quella parte di me che mi sembrava non esistesse più.
Lo aveva fatto con estrema naturalezza.
Una parte di me che forse era sempre stata lì, ma che nessuno aveva avuto l'esigenza di conoscere.

Non saremmo mai andati da nessuna parte insieme, ma forse era proprio quella condizione di totale mistero a trattenermi.

Ero stata talmente tanto sola, da non ricordare più come si stava insieme a qualcuno.
E il mio passato fatto di tradimenti subiti e addii violenti e non voluti, era sempre stato un motivo per difendermi.

Con Ermal non avevo mai avuto quel timore, non dovevo designarmi in maniera diversa.
Ci eravamo sempre avvicinati nel modo giusto, con la prontezza di allontanarci da tutto il resto.

E per una come me l'amore, doveva essere una ricerca nel trovare qualcuno con cui odiare un po meno, il mondo che la circondava.

Avevamo trascorso la notte separati, lui nella vecchia casa in cui abitava da ragazzino, io nell'albergo che aveva scelto per me.

Il sole, rendeva i miei capelli ancora più chiari e la mia pelle ancora più pallida, ma non potevo rifiutare di scendere su quella spiaggia che avevo bramato in lontananza da tutta la mattina.

La cupidigia di Milano, mi aveva fatto dimenticare quanto potesse essere bella la primavera.
O forse l'unica cupa ero io.

Ermal, stava poggiato ad uno dei tanti scogli, con un libro in mano.
L'aria assente, i suoi ricci scompigliati dal vento.

«Ciao...»
Esclamò, vedendomi arrivare.
«Avevo timore di svegliarti...»

«Ero già sveglia, non mi hai disturbato!»
Risposi, con l'intento di tranquillizzarlo.

Mi sedetti ad un passo da lui, accompagnata dal solito silenzio che abitualmente ci divorava, durante la ricerca delle parole giuste.

Ruppe il ghiaccio, con una bella notizia: aveva appena appreso che la prima data del suo tour, al Forum di Assago, era già sold out.

Mi complimentai, apprezzando la sua premura nel voler condividere quella gioia con me.
Come avesse rimosso quello che era successo tra di noi la sera prima.

«Qui serve un brindisi! »
Propose soddisfatto, estrapolando una lattina di Red Bull, dalla tasca del suo cappotto.

«Non dirai sul serio?! »
Chiesi, stupita.

Non abbiamo armi {MetaMoro}حيث تعيش القصص. اكتشف الآن