| 2. Ad occhi chiusi |

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E R M A L

Quel nome, illuminó lo schermo del mio smartphone, alle prime luci dell'alba.


Erano le cinque del mattino, più o meno.

Il cellulare continuava a vibrare, nell'attesa che io trovassi la forza di stendere la mano e afferrarlo.
Di parlare con lui, non ne avevo proprio voglia, ma allo stesso tempo, sapevo che non si sarebbe arreso.

Ho bisogno di parlarti.

Scrisse in un messaggio, dopo avermi intasato di chiamate, senza alcuna risposta.

Non mi sembra avessi tutta questa fretta di parlare con me, qualche ora fa.

Scrissi a mia volta, sperando che si mettesse l'animo in pace, almeno per qualche altra ora.

Cominciò a chiamare nuovamente e a quel punto dovetti rispondere, quasi obbligata dalla sua testardaggine.

«Frida non riattaccare, dai, tanto ti chiamerò finché non farà giorno.»

«Spegnerò il telefono.»
Dissi, con voce roca e ancora assonnata. 

«Sono proprio sotto la  finestra della tua camera.
Pensi che io non trova qualche altro modo per farmi sentire?»

«Cosa vuoi da me, alle cinque del mattino, Ermal? »
Scandì il suo nome con durezza, affinché capisse tutta la delusione che la sua totale indifferenza, mi aveva procurato.

«Scendi. »

Non pronunciò altro, ma riuscì a farmi capitolare anche se a dividerci c'era un telefono e qualche linea d'aria.
Cedetti.

«Dammi il tempo di mettere su qualcosa.»
Risposi, frettolosamente, chiudendo quella conversazione.

Infilai un cardigan sui toni del celeste, il primo che trovai ben piegato nella mia valigia.
Lasciai la canotta in pizzo con cui avevo dormito, abbinandola a dei pantaloni jogger chiari.
Non riuscivo a percepire ancora bene i colori degli indumenti, critico com'era Ermal, mi avrebbe esposto una delle sue battute ironiche, se tutto non fosse abbinato nel modo giusto.
Speravo di essere all'altezza, senza impegnarmi più di tanto.

Con le mie Converse bianche, scesi rapidamente le scale di quell'albergo che ricordava più un b&B, trovando lui ad aspettarmi, seduto su una panchina lì nelle vicinanze.

Avremmo davvero potuto fare ciò che volevamo, complice il deserto dato dall'orario poco consono per un incontro chiarificatore.

Sorrise, vedendomi arrivare e io speravo non ridesse per il mio improbabile outfit.

«Mi è costato molto non prendere il primo volo per Milano.»
Affermai, non ricambiando quel sorriso.
Mantenni una certa distanza, riservandogli tutto il mio dissenso.

«Ti è costato più o meno, di rispondermi alle 5 del mattino?»
Ribattè, beffardamente.

Con un braccio mi trascinò verso di lui e io non opposi resistenza, ma continuai a tenere il broncio.

«In egual misura.»

«Non lo avresti mai fatto.» Esclamò, con tono provocatorio.

«Cosa non avrei mai fatto?»

«Andartene da qui

Mi pizzicò il volto, continuando a sorridere.

«Mi dai per scontata Meta?»

Non abbiamo Armi ~ Ermal Meta Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora