| 25. Ho cambiato piani per te |

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Udivo le note soavi, di quell'insieme di suoni che sprigionava la voce di Ermal, quella mattina.
Il mio, fu un risveglio lento e quasi di mala voglia, ma il sole aveva ormai pervaso ogni angolo della stanza e diventava difficile cercare di ignorare tutto quello splendore.

Mi sospinsi dal letto, raramente mi alzavo di botto, a dire il vero odiavo farlo.
Ero più propensa a mettere a fuoco tutti i dettagli intorno a me, ricordando dove mi trovavo, prima di poggiare un piede fuori dalle coperte.

La voce di Ermal era sempre più insistente, in quella lunga conversazione che lo stava trattenendo in balcone da svariato tempo.
Infilai la sua camicia abbandonata lì a terra dalla sera prima e lo raggiunsi, a passi incerti, sfregandomi gli occhi.

Mi guardò raggiungerlo, facendo un accurata analisi del mio provvisorio look. Dal suo sguardo compiaciuto, capì che ero di suo gradimento, anche spettinata e con ancora il nostro sudore addosso.

«Era Matteo. Dovevo dirgli di prendersi carico della programmazione di eventuali impegni, visto che sono sparito da ieri...»

«E....» Sussurrai, mentre lui mi soffocava fra le sue braccia.

«E intendo sparire di nuovo.»
Spense il cellulare, mostrandomi quell'azione, soddisfatto.

Ero confusa, una confusione senz'altro positiva, ma pur sempre strana.
Avevamo fatto l'amore sapendo per la prima volta tutto quello che ci legava, e convinti che avrebbe sconfitto tutto quello che poteva remarci contro.
Non c'erano più esitazioni a riguardo, volevamo stare insieme e rendere ufficiale quella condizione di coppia, ma non avevamo idea del modo giusto per uscire allo scoperto.
In realtà, un modo giusto non esisteva, ma lo avremmo cercato con tutte le nostre forze.

«Cosa si fa ora?» Dissi, provando a superare insieme a lui quell'ennesimo ostacolo e non tenendomi tutto dentro.

«Intendi noi due?» Rispose, celando con una finta serenità la sua totale mancanza di controllo della situazione.

Annuì, baciandolo ancora, affinché capisse che qualsiasi decisione avesse preso per noi, io lo avrei appoggiato.
E non perché ero diventata improvvisamente accondiscendente, ma perché era palese che tra i due, chi rischiava di più era lui.

I suoi sostenitori, dovevano ancora digerire la sua -a loro modo di vedere dolorosa- separazione da Sabrina.
Lo ritraevano in foto con lei, nel desiderio di un loro ritorno di fiamma e commentavano con chiari riferimenti a loro due come coppia.
La gente voleva rivederli insieme, e presentare una come me, poteva forse penalizzarlo a livello mediatico.
Anche se sulla carta, in quel caso, avrebbe penalizzato entrambi.

Lui, sarebbe diventato il latin lover senza cuore che si faceva vedere con la belloccia di turno che vuole sfondare nel mondo della tv, io sarei apparsa come una incoerente e poco professionale critica musicale che si accoppiava col cantante su cui scriveva.
Era tutto un gran pasticcio, ma per la prima volta, era più importante quello che volevamo noi.
Ed era ormai visibile a tutti, che sarebbe stato impossibile dividerci.

Decidemmo di tentare di nascondere la nostra relazione ai media, per limitare i danni, almeno per qualche altro mese.
Dopo tutto, lui non doveva rendere conto a nessuno, della persona per cui batteva il suo cuore.
E se qualcuno si sarebbe chiesto, chi fosse quella biondina striminzita con cui si vedeva spesso in giro, lui avrebbe evitato di rispondere.

«È proprio vero che le cose conquistate con fatica sono le migliori!»
Lo vidi sbucare dallo specchio, mentre mi stavo vestendo per scendere giù dagli altri.

«Ti riferisci a me Meta?»

«A chi altrimenti?»

«Chi ti dice che mi hai già conquistata?»

Non abbiamo Armi ~ Ermal Meta Where stories live. Discover now