DUE

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Dopo quattro ore di macchina, in cui il mio culo è diventato ufficialmente sediliforme, finalmente arriviamo nel piccolo paesino di Bedminster.
Diecimila abitanti, villette ben tenute, si può dire che sia il posto ideale per chi ama la tranquillità.
Ci fermiamo davanti ad una casa piuttosto carina: muri bianchi, finestre con veneziane, tetto grigio, si può dire che sia decisamente nel mio stile. Spero che i vicini, dato che l'intera via è costellata di case identiche alla mia, siano degli amabili vecchietti che amano il silenzio, perché altrimenti potrei avere qualche problema. A differenza di ciò che dice Scott, non sono qui per fare amicizia o per usare i miei coetanei come cavie da laboratorio, ma devo concentrarmi sulla ragazza scomparsa.
Entro in casa, e i miei colleghi mi aiutano a portare le valige fino a dentro. Il salotto è collegato alla cucina, e se da una parte ho un divano a L gigantesco con una TV assurdamente grande, in cucina c'è una penisola enorme fatta in marmo nero, con un frigo di ultima generazione già saturo di roba da mangiare.
Saluto i miei colleghi e decido di esplorare il piano superiore: due bagni, uno sgabuzzino e una camera da letto con un letto da una piazza e mezza pieno di cuscini. Ho pure la televisione in camera.
Se qualcuno mi avesse detto che questa sarebbe stata casa mia altro che lamentele, sarei venuta qui di corsa.

Sento il telefono fisso della casa squillare e sollevo la cornetta.

"Allora che te ne pare?" chiede Scott, con aria soddisfatta.

"Ti sei fatto perdonare a dovere" ammetto, continuando a guardarmi in giro.

"Felice che ti piaccia. In cucina, sopra alla mensola,  troverai una busta arancione con dentro le specifiche della missione. Inoltre nel baule ai piedi del letto c'è l'artiglieria nel caso ne avessi bisogno. Mi raccomando Reel, massima discrezione"

"Puoi giurarci" dico, dirigendomi verso il baule.

"Ci risentiamo tra un paio di giorni. Tienimi aggiornato" 

Metto giù il telefono e quando apro il contenitore la mia felicità sprizza alle stelle. Non andrei mai in giro senza le mie bambine, e qui c'è tutto quello che mi serve: un Magpul FMG-19, un fucile della TrackingPoint modello 338 TP con sistema BoltAction, un Kriss Vector, una FN five-seven,  un XM25 CDTE, coltelli vari e dispositivi di localizzazione. E poi la mia bambina: l'Armatix iP1, la pistola che non spara mai contro il proprietario grazie al suo sistema digitale che necessita dell'orologio e della mia impronta. Oggi è un bel giorno per me.

Scendo in cucina dopo aver richiuso adeguatamente il baule, e trovo la busta di cui mi aveva parlato Scott pochi minuti prima. Quando la apro vedo che al suo interno ci sono tutti i rapporti di polizia fatti sulla scomparsa della ragazza, più una tabella generale di informazioni.

Nome: Sarah

Cognome: Jones

Altezza: 1.65 m

Capelli: biondi

Occhi: azzurri

Segni particolari: nessuno

Davvero molto di aiuto. Grazie FBI. Potevo arrivarci anche da sola.
Dietro ad essa vedo spuntare un altro foglio. Sta volta c'è allegata una mia foto.

Nome: Eleonore

Cognome: Parker

Altezza: 1.60 m 

Capelli: bianchi

Occhi: verdi

Segni particolari: nessuno

Mi hanno chiamato Eleonore?! Mi stanno prendendo per il culo vero? A questo punto potevamo chiamarmi Ermenegilda, già che c'erano

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Mi hanno chiamato Eleonore?! Mi stanno prendendo per il culo vero? A questo punto potevamo chiamarmi Ermenegilda, già che c'erano.

Sorvoliamo su quello schifo del mio nuovo nome, meglio.

Decido di mettermi al lavoro e di cominciare a sfogliare i documenti della polizia. Non c'è niente di interessante nel leggere i rapporti, ma purtroppo è una parte fondamentale del mio lavoro. Va fatto anche questo.

Riesco a rimanere concentrata sul mio compito per un paio d'ore, finché un rumore assordante di una chitarra non mi fa saltare dalla sedia. Ma che diavolo...?!
Salgo in camera mia e mi affaccio alla finestra: nella casa a fianco un ragazzo biondino e senza maglia sta strimpellando un brano con la chitarra elettrica a volume troppo alto. È muscoloso e ha dei tatuaggi niente male su una spalla e su un fianco. Per quanto sia attraente però, la sua musica mi urta.

"Beh?! La vuoi finire?! C'è chi sta cercando di lavorare qui!" Urlò, affacciandomi alla finestra.
Lui sembra non sentirmi neanche.
Sono indecisa se seccarlo con la mia pistola di fiducia o dargli il beneficio del dubbio. Decido di seguire le raccomandazioni di Scott sulla discrezione, per cui afferro uno dei tanti peluche sopra alla mensola vicino al letto e lo lancio verso il ragazzo, colpendolo in pieno.

Lo vedo rimanere un attimo allibito, e finalmente si accorge della mia presenza.

"Alleluja! Oltre che molesto sei anche sordo! Abbassa quel volume amico!" gesticolo, infastidita.

Santo Dio, spero non mi scorreggi in faccia adesso. Non so neanche come comunichino gli adolescenti, ma sono inquietanti.

"E così tu saresti la nuova vicina" dice, mettendo giù la chitarra e affacciandosi.

"Già, e ho le orecchie sensibili" mi lamento.

Lo vedo scoppiare in una risatina divertita. Questo tizio deve essere decisamente stupido.

"Anche per me è un piacere fare la tua conoscenza" ridacchia.

Sollevo gli occhi al cielo e faccio per dirigermi di nuovo in cucina.

"Sono Mason comunque" urla, vedendomi andare via.

"Bene Mason, mettiti qualcosa addosso e cerca di fare silenzio adesso, grazie" urlo a mia volta, sparendo dalla sua visuale.

Ci mancava solo il vicino troglodita.  

A WHITE HAIR SECRETDove le storie prendono vita. Scoprilo ora