TREDICI

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Decido di focalizzarmi completamente sulla scuola e non ascolto nessuno per le prime tre ore. Accidenti, come cavolo gli è venuto in mente a Scott di spedirmi in questo buco di città dimenticato da Dio. Sarà meglio che cominci ad andare a ficcare il naso in giro, anche se so che il primo posto dove dovrò andare sarà uno di quelli che odio di più. Prima di venire ho letto tutti i vari interrogatori della polizia, ma purtroppo bisogna sempre tastare con le proprie mani. Devo andare dai genitori di Sarah. So già come vanno a finire queste visite: l'FBI interviene? Wow siamo tutti salvi.
Magari fosse davvero così semplice.

Sto ascoltando quella povera donna della professoressa di Diritto, cercando di non addormentarmi, quando sento il cellulare vibrare. Guardo lo schermo e mi accorgo che la chiamata arriva direttamente dalla sede centrale.

Alzo la mano svogliatamente.

"Posso andare in bagno?"

Ricevo un cenno disinteressato di assenso, dopodiché mi alzo e mi fiondo fuori.

"Payn" rispondo.

"Reel, sono Scott. Novità?"

"Ci sto lavorando. Andrò a parlare coi genitori della ragazza oggi pomeriggio probabilmente. Qui sembra che tutti vogliano evitare l'argomento"

"Okay. Il direttore aspetta, vuole risultati"

"Beh digli di alzare il culo e venire qui se ci tiene, non posso mica arrivare con una pistola e cominciare a sparare per farmi dire le cose" mi lamento.

"Lo so, lo so. Tranquilla. Ci penso io. Oh, a proposito, ho visto che hai dato il tuo primo bacio" ridacchia.

Ma che..?
Divento rossa peperone.

"Come cavolo hai fatto?!"

"Lo sai che controllo tutto e ho tutti i tipi di informazione. Specialmente se il giornalino della tua scuola ha un sito internet con gli articoli del giorno"

Mi passo una mano sulla faccia e sospiro.

"Mi hanno incastrata"

"Immagino. Allora, quante ossa rotte devo risarcire al povero malcapitato sta volta?"

"Non l'ho mica malmenato. Non ancora almeno"

"Quale parte di discrezione non è arrivata al tuo cervello? Devi stare più attenta, lo sai che non possiamo farci vedere in giro troppo. E comunque è un bel ragazzo"

"Stai dalla sua parte? Tu dovresti essere il papà protettivo!"

"La mia figlioccia è uno dei migliori agenti dell'FBI, se fossi veramente così protettivo mi sarebbe già venuto un infarto. Non che non ne abbia rischiati, ma mi ci sto abituando"

Sospiro, rassegnata. Dopo tutto non è così male.

"Sei un bravo papà, Scott. Ora vado, altrimenti mi verranno a cercare fin dentro al bagno"

"Sta attenta Reel. Fammi sapere quello che trovi"

"Si. A dopo"

Metto giù il cellulare e faccio per tornare in classe.
Appena sto per raggiungere la porta però, sento qualcuno squittire dietro di me.

"Oh mio dio, ma sei tu!"

Mi volto annoiata, non riconoscendo la voce. Vedo dietro di me un gruppetto di ragazze in divisa... da cheerleader, che mi guardano in modo strano.

"Tu sei quella che ha baciato Nathan vero?"

Oh santo dio, questa storia mi perseguiterà in eterno.

"Si.
No. Non stiamo insieme.
No. La cosa non era consensuale" le anticipo, voltandomi e andandomene.

"Oh davvero? Peccato, perché lui ci ha appena chiesto di te. Ha detto che ha... una sorpresa" sorride un'altra.

"E chissene importa" sbuffo, proseguendo nella mia direzione.

Sento il gruppetto raggiungermi e incollarmisi addosso.

"Oh, avanti, non sei nemmeno un po' curiosa"

"Ehm... no, per niente"

"Dai avanti, Nathan piace a tutti, non puoi dire che non ti faccia nessun effetto"

Mi volto stizzita.

"Sentite, se ci tenete, andateci voi a vedere la benedetta sorpresa, a me non frega un fico" dico, gesticolando.

"Oh avanti non fare così, ci vorrà un secondo"

Mi prendono a braccetto e avvolgendomi nel gruppetto belante mi trascinano davanti ad una porta che non ho mai visto. Ho un brutto presentimento.

"Avanti, entra"

Apro la porta esitante, ed appena entro sento la serratura dietro di me chiudersi a chiave. Cerco un tasto intorno a me e appena trovo la luce mi accorgo di essere stata segregata in uno sgabuzzino.

"Ma che diavolo... Ci avrei giurato... fatemi uscire da qui razza di galline senza cervello!" sbotto.

Le sento ridacchiare da dietro la porta. Siamo alle solite vedo.

"Questo è tutto quello che avrai da Nathan, non farti illusioni" continuano a ridere.

"Fatemi uscire o esco da sola" sentenzio, annoiata.

"Un che paura" squittisce una delle ragazze.

Mi tiro su le maniche e prendo la carica. Sollevo una gamba e con un colpo nel punto giusto la barriera di legno si stacca dai cardini e va giù come fosse carta velina. Le porte in prefabbricato non sono molto utili contro una ragazza addestrata dall'FBI per 5 anni e che ha prestati servizio per 3.

Esco dallo sgabuzzino trionfante, sotto gli occhi scioccati di tutte le barbie.

"Allora... di chi è stata l'idea?" ringhio, con un sorriso inquietante.

Tutte si voltano verso una delle ragazze, che sembra la più appariscente. Il cervello alveare di tutta la pantomima immagino.

Mi avvicino a lei lentamente e la vedo irrigidirsi.

"Bel tentativo. La prossima volta assicurati che la serratura della porta e i cardini non cadano a pezzi però. Pulite voi, no?" sorrido, lasciandole lì imbacuccate, con la porta sfondata.

Nessuno chiude Reel Payn in uno sgabuzzino e la fa franca. Neanche una porta in prefabbricato.

A WHITE HAIR SECRETDove le storie prendono vita. Scoprilo ora