QUARANTA

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"Ed ecco perché lunedì partirete per il campeggio di Woodstone. Tutto chiaro?"

Mi sto tenendo la testa tra le mani e sento che dentro di me la disperazione sta salendo ogni secondo di più. Io odio il campeggio. È una delle cose che di più mi danno sui nervi. Non resisterò un solo giorno senza dare di matto, me lo sento.

"Professore, ma non si potrebbe scegliere una meta meno... Selvaggia?" propone quella gallina di Juliette, con cui per la prima volta sono d'accordo.

"Hai paura che ti si sporchino i tacchi?" ridacchia qualcuno.

"Temo di non poterla accontentare Juliette. Vedrà che una settimana nella natura selvaggia le piacerà comunque"

Una settimana. Voglio morire. Insetti, ragni, cimici, greezle feroci, topi... Non tornerò a casa sana. Se c'è un posto che un'ipocondriaca come me odia è proprio il campeggio, ancora più di questa scuola infernale.

A quanto ho capito saremo quattro classi ad andare: due quarte e due quinte, tra cui niente poco di meno che la classe di Coglionathan e della sua snervante cheerleader. Non sono ancora partita e già voglio tornare a casa. In più sarò in stanza con delle ragazze, che si sa essere particolarmente ostili con i nuovi membri. Insomma, non si prospetta una gita facile. Il professore ci elenca le camere, ma io non ascolto più di tanto. Ho altro per la testa in questo momento.

Grazie a dio la campanella suona e io mi fiondo verso l'unica certezza della mia vita al momento: il cibo.
I miei quattro cavalieri dell'Apocalisse mi raggiungono dopo poco. Quasi mi dispiace non essere in camera con loro. Sicuramente avrò modo di intrufolarmi.

"Non vedo l'ora di partire e di staccare un po' il cervello da questa scuola" sospira Mason.

"Siamo capitati anche in camera insieme, per cui sarà un bijou" replica Ben.

" Ehi El, tu con chi sei in camera?" mi domanda Alan.

"Oh, non ho ascoltato. Non che mi interessi più di tanto" rispondo.

"Certo, ma interessa a me" continua a lui.

Sollevo un sopracciglio, confusa. Ho l'impressione di sapere dove andrà a parare questa conversazione.

"Non metterò una buona parola per te con le mie compagne di stanza per poi vederti mentre piombi nel mio bungalow per scopare. Aria" puntualizzo.

"Oh, ma sei crudele!"

"Mi piace il silenzio quando dormo"

"Magari potresti essere tu quella che rimane sveglia e che non fa dormire le altre, chissà..."

"Ogni giorno fai sempre più ribrezzo tu"

"Grazie, è un talento naturale"

"Non avevo dubbi"

Mentre Alan continua nel suo teatrino da giullare della cumpa, io giro gli occhi, che vanno a capitare proprio dove non devono: Nathan è seduto al tavolo dei giocatori di football, e sembra che si stia divertendo. Pff, tipico. Intanto che parla con gli altri però, il suo sguardo vaga per la sala, e per mia sfortuna non faccio in tempo a fare finta di niente che i nostri sguardi si incrociano. Avverto un brivido lungo la schiena. Stupido Nathan.

"Ehi, tu sei Eleonore, giusto?"

Una vocina acuta mi fa sobbalzare dallo spavento e, come ogni volta in cui non devo assolutamente farmi notare, mi vola il vassoio dalle mani, e faccio cadere il tutto a terra.

"Se.. E quello era il mio pranzo..." dico, mettendomi le mani sui fianchi e sbuffando. Raccolgo velocemente le cose, e per fortuna non ho sporcato per terra più di tanto. Infilo tutto nell'immondizia e mi volto poi verso la fonte del mio spavento: una biondina bassa e dai grandi occhiali mi fissa, con un sorriso a ventimila denti.

"E tu saresti?"

"Betty Hole. Sono una delle tue compagne di stanza!" squittisce la ragazza. Mentre parla si muove come una rincoglionita. Non so che problema abbia, ma so che nonostante la mia indiscussa eterosessualità non riesco a non fissarle il seno. Ha due tette gigantesche e sinceramente più vicine sono, più io mi sento in difetto.

"Piacere, io sono Eleonore"

"Lo so chi sei sciocchina, qui ti conoscono tutti!"

"Immagino... E quindi tu sarai in stanza con me?"

"Esatto! Sarà un'ottima occasione per fare amicizia, non credi?!"

Mi scappa una risatina nervosa dalla bocca, e per un attimo mi sembra di stare parlando con una pazza psicopatica.

"Ehi, Betty!"

I ragazzi la salutano, e sembrano conoscerla abbastanza bene. Seguo la massa e faccio finta che la cosa mi importi.

"Ciao Betty..."

Mi accorgo che uno dei ragazzi la sta salutando più lentamente e a voce più bassa. Lancio un'occhiata a Wade, che sembra incantato da un qualche odore strano emanato da Betty. E così qualcuno ha una cotta. Buono a sapersi.

"Bene, ora devo andare.. Ci vediamo, compagna!"

Sorrido e ricambio il saluto. Operazione campeggio: iniziata.

A WHITE HAIR SECRETDove le storie prendono vita. Scoprilo ora