TRENTACINQUE

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La sera leoni, la mattina coglioni.

Passo praticamente quasi tutta la giornata in catalessi grazie ai festeggiamenti del giorno prima. Stranamente Nathan non si è fatto sentire per tutta mattina, ma non me ne sono preoccupata più di tanto. Avrà avuto da fare. Suo fratello come al solito ne sa meno di me. Se dovesse tradirmi giuro che però una telefonatina a qualche sicario potrei farla. Giusto per capire come e dove ucciderlo, nel caso.

Le prime due ore le passo praticamente in stato vegetativo e decido così di andarmi a prendere qualcosa alle macchinette. Sto spendendo più io alle macchinette della scuola che Kim Kardashian per il proprio chirurgo ultimamente. Sono troppo povera per essere così pigra.

Sto per afferrare il mio caffè, quando vedo una mano lesta che me lo leva proprio da sotto il naso. Eh no eh, va bene tutto ma il mio caffè non si tocca se no sono patoni ninja che volano.

"Grazie! Che gentile" squittisce una voce.

Alzo lo sguardo già pronta ad immaginarmi una Juliette pronta all'attacco e invece mi ritrovo davanti una tizia in divisa da cheerleader. Ha degli occhi del colore del ghiaccio e una chioma rossiccia. Potrebbe tranquillamente fare la modella senza problemi.

"Non so che problema tu abbia, ma tocca ancora il mio caffè e giuro che ti faccio la permanente con lo scarico dei cessi" ringhio.

Sempre calma e pacata io di mattina.

"Ma che volgarità... E Nathan avrebbe scelto proprio una come te? Non ci credo neanche se lo vedo"

Uffa, che palle. Nathan, Nathan, Nathan. Sembra che le femmine dell'istituto non abbiano altro in mente.

"Dimmi un po', tu sei la scopamica numero...?"

Lei mi sorride con modi gallineschi, mentre non sembra intenzionata a mollare il mio caffè.

"Niente di tutto ciò. Sono solo la persona grazie alla quale Nathan è come è"

Sollevo un sopracciglio. Questa mi è nuova.

"Beh, ottimo lavoro. C'è altro?" comincio a chiedere, piuttosto seccata.

"Beh si. Ecco lui è, diciamo, ancora innamorato di me... Lo sarà sempre alla fine... Quindi io non mi farei troppe illusioni inutili"

Cerco di ignorare la coltellata che quelle parole hanno malamente inflitto al mio fegato.

"Beh, si vedrà, buona giornata " faccio spallucce,sganciando un sorriso di cortesia e cercando di telare via prima di spaccarle il muso.

Faccio per andarmene, rinunciando ormai al mio benedetto caffè, quando sento una frase che mi urta non poco.

"Buona giornata orfanella"

Mi fermo per qualche secondo. Come lo sa?!

Rifletto un secondo e il gioco è presto fatto. L'unico a saperlo era Mason, e tra fratelli si parla, e a quanto pare si parla anche con le troie di paese.

Stringo forte forte i denti. Io non ci credo. Quel gran pezzo di merda è andato a spiattellare in giro il fatto che non ho i genitori?! Io lo uccido stavolta. Lo sapevo che non avrei dovuto fidarmi. Fanculo tutti.

Mi volto di scatto e afferro la base del bicchierino del caffè che la cheerleader ha ancora in mano. Stringo forte all'improvviso, lavandola con praticante tutto il contenuto del bicchiere. La sento gridare come un'oca, ma della cosa ne ne frega ben poco. Inizio ad aggirarmi per la scuola, finché non so come raggiungo la scala che porta al tetto. Ho bisogno di sbollire un secondo, altrimenti potrei scatenare una sparatoria. Non avrei dovuto dirlo troppo. Mi sono fidata e questo è il misero risultato che ho ottenuto. In quel momento sento vibrare il cellulare: il nome di Nathan compare sullo schermo, e io le butto giù la chiamata come se niente fosse. Nonostante io lavori per L'FBI, la cattiveria delle persone mi sorprende ogni giorno di più.

Sto per ben dieci minuti all'aria aperta, ad assaporare il vento e a calmarmi. Scendo appena sento il suono della campanella, e guarda caso chi becco?

Coglionathan sta venendo verso di me come se nulla fosse. Gli spaccherei volentieri la faccia adesso.

"Ehi ti stavo cerca..."

"Non provare a parlarmi dopo quello che cazzo hai fatto!" sbraito.

Nathan aggrotta la fronte.

"Ma che è successo?"

"È successo, e a questo punto io pretenderei anche una spiegazione, che la tua amica cheerleader dallo sguardo da cerbiatto sa, come per magia a quanto pare, che i miei sono morti. Ho anche preso il nomignolo di orfanella adesso"

Nathan fa per aprire la bocca, ma all'inizio non esce nessun suono.

"Io non credevo..."

"Che dirlo in giro sarebbe stata una cattiva idea? Beh, ecco il risultato! Accidenti... Lo sapevo che eri una perdita di tempo!" esclamo, andandomene.

"Aspetta El, non andartene!"

Mi afferra per un braccio, ma io mi scosto con fare seccato. Ha la faccia contrita e sembra dispiaciuto sul serio, ma non mi farò prendere per il culo una seconda volta.

"Dammi un buon motivo per cui dovrei rimanere"

"Senti, ho sbagliato ok? Ma noi non ci frequentavamo ancora... Tu eri solo quella vicina stramba che ritrovavo sempre ovunque, tutto qui"

Stramba. Ero la vicina stramba. È deciso, stanotte lo muro dentro al bagno del Mcdonald più vicino.

"E perciò dire a quella che non avevo i genitori per giustificare la mia stramberia ti è sembrata una buona idea, certo!"

"Non era questo che volevo dire!"

"Il fatto che tu lo abbia saputo da Mason non giustifica il fatto che tu lo abbia usato come pettegolezzo. Ci avrei giurato che ne avresti combinata una delle tue, ma sai che c'è? È colpa mia! Avrei dovuto ascoltare la mia coscienza quando potevo farlo. Per fortuna sono ancora in tempo"

Gli lancio un'occhiataccia e me ne vado. Sono talmente nervosa che ho gli occhi umidi e vorrei solo dare fuoco a tutto. Tornerò a fare il mio lavoro, e sta volta lo farò senza distrazioni e come si deve. Non ho ucciso 47 obbiettivi diversi per farmi infinocchiare da dei ragazzini.

A WHITE HAIR SECRETDove le storie prendono vita. Scoprilo ora