TRENTASEI

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Sto facendo avanti e indietro per il paese da ore, con ancora lo zaino in spalla.
Ero troppo incazzata per rimanere a scuola, così ho deciso di mettermi all'opera. Ho ripercorso più volte il tratto di strada che Sarah fece nella mezz'ora in cui è scomparsa. Non so bene fin dove sia arrivata, ma so che da qualche parte c'è indizio che aspetta solo di essere trovato. Devo solo impegnarmi di più.

Non so bene da quanto tempo io sia in giro, ma trovare qualcosa che mi distragga da ciò che è successo è diventata la mia ragione di vita del giorno. Non ho neanche fame dal nervosismo, il che è parecchio grave.

Sto passando per una delle vie interne alla città, quando una macchina nera mi si affianca, inchiodano bruscamente. In un primo momento sobblazo dallo spavento, per poi rendermi conto che alla guida della vettura c'è niente poco di meno che Scott. Ha le occhiaie rosse e appena mi vede sembra che tiri un sospiro di sollievo. Ma che gli prende?

"Per l'amor di dio, grazie al cielo" dice, scendendo dalla macchina e correndo ad abbracciarmi.
Rimango un attimo interdetta.

"Ma che ti prende?" chiedo ingenuamente.

Lui si stacca da me, e se prima l'espressione era sollevata adesso sembra che mi voglia menare. Ma che ho fatto?!

"Reel, per dio, hai idea di che ore siano?! Non sapevo dove fossi, non rispondevi al telefono... Mi è preso un colpo! Accidenti, sparire così..." comincia a sbraitare.

Aggrotto le sopracciglia ed estraggo il telefono. Lo avevo messo in silenzioso per evitare di sentire quel coglione di Nathan, ma mi sono dimenticata di riattivare la suoneria. Osservo l'orario: quasi le sette e mezzo di sera. Accidenti, sono in giro da così tanto tempo?! Mi sono proprio persa.

"... Ti metterò in punizione per tuttaa vita appena arriviamo a casa, giuro! Accidenti"

Sette chiamate perse da Nathan. Tre da Mason, quattro da Alan, nove da Scott. Ho proprio staccato il cervello.

"Io... Mi dispiace..." riesco solo a balbettare.

"Ma che ti è preso, me lo spieghi?"

"È che io... Qualcuno a scuola ha sparso la voce sul motivo per cui non vivo coi miei"

Scott è ancora in preda all'ansia, ma al risuonare di queste parole la sua espressione si fa più cupa.

"Ma.. Chi è stato?!" ringhia.

"Non importa, sta di fatto che è così" rispondo sommariamente.

"E sei venuta qui per scappare da scuola?"

"No.. Cioè anche.. Cercavo tracce di Sarah per distrarmi ma ho perso la cognizione del tempo"

Scott sospira e per un momento sembra che non sia più così arrabbiato.

"Vieni qui"

Mi stringe in un abbraccio caloroso, e se non fossi tremendamente orgogliosa scoppierei in un pianto di sfogo. È stressante a volte fare quello per cui si viene pagati.

"La prossima volta non sparire. Lo sai che io ci sono. Va bene?"

Annuisco e proseguo nel mio abbraccio. Quando sono triste sono bipolare: passo da Hulk all'orso abbracciatutti in meno di 5 secondi.

"Ho un'idea. Serata cinema e ordiniamo cinese per cena. Ti va?"

Scoppio una risatina e mi stacco dall'abbraccio. Alla fine posso sempre contare su di lui. La famiglia, naturale o no, è una splendida ancora di salvezza.

"D'accordo"

A WHITE HAIR SECRETDove le storie prendono vita. Scoprilo ora