DICIASSETTE

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Mi alzo dal letto ancora rimbambita dalla sera prima, e mi trascino fino alla cucina con fare poco amichevole. È stata una serata da dimenticare, e stanotte non sono neanche riuscita a dormire bene. Quello stronzo di Nathan me la pagherà cara una volta che sarà resuscitato dal suo sonno di morte alcolica.

Sento il citofono suonare all'improvviso, e vado ad aprire con la flemma di una che sta volentieri per tagliarsi le vene.

"Pacco per Eleonore Parker" sento dire dal fattorino.

Afferro lo scatolone che mi scarica in mano e lo vedo andarsene senza nessuna firma né niente. Strano, molto strano.
Entro in casa e decido di aprire la scatola con molta cautela,e vedo che dentro ci sono plichi di documenti con annesse foto segnaletiche. Sono stati inviati dalla sede centrale, e devono riguardare il mio caso.

Compongo il numero sul telefono di casa e aspetto che il destinatario risponda.

"Ehi Reel"

"Scott, sono arrivati i documenti del caso. Mi ci vorrà un po' per scartabellarli tutti"

"Non importa, prenditi il tuo tempo. L'importante è che siano giunti a destinazione"

Appoggio il telefono sull'isola della cucina, mettendolo in vivavoce, intanto che vago per gli scaffali per prepararmi i pancake.

"Allora come ti trovi nella casa nuova?" mi chiede il mio patrigno.

"Bene, anche se preferirei tornare in sede. Gli adolescenti sono bestie strane" obbietto.

"Anche se sei un agente dell'FBI non significa che tu sia esonerata dall'adolescenza"

"E allora qual'è il bello di essere un agente segreto?" sbuffo.

"Non cominciare Reel. Piuttosto, intanto che continui le analisi prova a fare amicizia"

"Scott, lo sai che non mi piace socializzare"

"Beh sarai costretta. Ti ho fatto mandare anche per questo, magari riuscirai a farti degli amici"

"Oh ma insomma, da quando gli agenti dell'FBI vanno in missione per farsi degli amici?"

"Da quando io sono il tuo patrigno e mi preoccupo per te. Ora devo andare, fammi sapere appena ci sono novità"

"Hai davvero bisogno di una donna con cui uscire. A presto paparino"

Detto questo chiudo la telefonata, e sposto lo scatolone vicino alla cucina. Se Nathan si sveglia non è il caso che trovi i fascicoli di tutta la città in casa mia.

Finisco di preparare i miei pancake e appena appoggio l'ultima prelibatezza nel piatto sento dei versi simili a quelli di un orso provenire dal divano.

La testa di Nathan si solleva e sembra che la sua anima sia tornata dal mondo degli alcolisti morti.

"Buongiorno principessa, dormito bene?" lo sfotto.

Lui mi guarda confuso e poi comincia a ispezionare il terreno circostante con lo sguardo.

"Ma che cazz.. Perché sono qui?"

"Perché hai cercato di forzare la mia serratura, hai vomitato sul mio pavimento e sei quasi svenuto sul mio gabinetto" rispondo sommariamente.

"Oh porca puttana.." dice, passandosi una mano sulla faccia.

"Già. Come minimo dovrai offrirmi il pranzo per un mese per farti perdonare"

Nathan si alza dal divano e cerca di ritrovare l'equilibrio perduto.

"Per caso noi...?"

"Non la mollo al primo che mi entra in casa ubriaco, spiacente" tronco subito la domanda.

"Touché" dice, sorridendo maldestramente. Se non fosse così bruciato nel cervello sarebbe piuttosto sexy come ragazzo.

Vedo il mio inquilino temporaneo dirigersi verso il mio frigo e cominciare a buttare giù acqua a non finire. Il post-sbornia è sempre tragico.

"Va bene, intanto che finisci la mia dispensa di acqua settimanale vado a vestirmi, poi mi spiegherai come ti sei ridotto in questo stato"

Salgo velocemente le scale e seleziono i vestiti del giorno, per poi infilarmi in bagno. Ho optato per una delle mie magliette nere e per un paio di jeans color verde marcio.

Mi sto pettinando allo specchio, ed ho indosso solo la maglia e le mutande, quando vedo la porta del bagno spalancarsi.

"Mutande con gli unicorni, wow" sento commentare.

"Ma sei idiota? Ti ho detto che mi sto vestendo, sció!" ringhio verso Nathan, che è rimasto sulla porta a fissarmi le chiappe come un imbecille.

"Beh io devo pisciare, quindi ti devi muovere" mi dice, come se niente fosse. I maschi sono veramente degli esseri fin troppo primitivi.

"Non mi sembra che tu sia incontinente, per cui puoi tenerla per cinque minuti" ribatto.

"Se non vuoi uscire tu dal bagno vuol dire che ti farò uscire io"

Vedo che afferra i miei pantaloni e scappa fuori dal bagno, lasciandomi in mutande. Comincio seriamente ad odiarlo.

"Nathan, ti ammazzo!"

Mollo la spazzola sul lavandino e comincio ad inseguirlo per casa.

"Ridammi i pantaloni, brutto beota!"

"Vieni a prenderli" mi dice, rifugiandosi in camera mia. Che imbecille.

Lo raggiungo e cerco di afferrare i pantaloni, ma lo stronzo li tiene in alto, in modo che io non ci arrivi. Sono alta un metro e un'oliva purtroppo.

"Potresti andare a scuola così, stai bene comunque"

"Ridammi i cavolo di pantaloni e basta!"

In un impeto di forza riesco ad afferrare i pantaloni, ma a causa di una spinta di troppo finiamo entrambi sul mio letto, io sopra di lui, esattamente come la sera prima. Ma perché sempre a me?!

"Uuh, sei una a cui piace farlo di prima mattina. Personalmente preferisco la sera, ma de gustibus" esclama l'idiota, con uno sguardo sornione.

Mi alzo come se niente fosse,e gli lancio un'occhiata omicida.

"Piuttosto me la sigillo col silicone"

"Oh andiamo, non farò così tanto schifo" dice, elevandosi dal mio letto.

"Abbastanza"

"Lo dici solo perché sei attratta da me, ma vuoi fare la ribelle"

"L'opzione silicone è sempre più allettante"

Faccio per uscire dalla camera, ma Nathan mi afferra per un braccio e mi incolla praticamente al muro.

"Scommettiamo che alla fine ti innamori, come le altre?" mi dice avvicinandosi alla mia bocca.

E va bene. Si gioca in due.
Alzo leggermente il ginocchio e glielo passo in mezzo alle gambe come fosse un invito a venire più vicino, dopodiché accorcio la distanza tra i nostri visi fino a che le labbra per poco non si toccano. In quel momento sento la stretta al braccio farsi meno intensa.

"Scommettiamo che fai la figura del coglione?"

Mi stacco dalla presa e mi dirigo verso il bagno come niente fosse, lasciando Nathan lí come un pesce lesso.

Ops.

A WHITE HAIR SECRETDove le storie prendono vita. Scoprilo ora