VENTIDUE

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"Salve, cerco la signora Jones"

"Si, sono io"

Stamattina ho saltato la scuola, ed ho deciso di mettermi all'opera come agente ufficiale. Non concluderó niente se non mi metto a scavare a fondo alla questione, anche perché ho già perso praticamente 6 settimane. Nel frattempo ho dovuto consolidare i rapporti con gli altri e devo dire che adesso dovrei aver più o meno ottenuto la loro fiducia. Ora che la base è salda però, è il momento di mettersi sotto.
In più sarà un'ottima occasione per rimanere distante dal focolaio che si è creato nel frattempo sulla questione "chi sia il misterioso cavaliere di Eleonore". Non mi hanno lasciato in pace un secondo da quando ho osato dire quelle parole, ma io non mollo.
Figuriamoci se ho tempo per certe cose.

"Reel Payn, FBI"

Estraggo il mio tesserino e lo mostro alla donna, che mi fa cenno di entrare. La casa di Sarah è una villetta come la mia, dall'arredamento semplice e dal gusto rustico.

"Mi scusi se l'ho disturbata in mattinata, magari aveva da fare signora Jones"

"Oh tranquilla cara, per mia figlia questo ed altro. Quando hanno detto che avrebbero mandato qualcuno ad investigare non credevo che si trattasse di una ragazza così giovane!" esclama.
Sembra calma, ma la voce traballa leggermente. Povera donna.

"Devo farle delle domande riguardo a Sarah, come immagino abbia intuito. Per caso nell'ultimo periodo aveva notato qualcosa di strano?"

"Come ho già detto ai suoi colleghi, purtroppo no. Sarah era sempre la stessa. Ho provato a parlare col preside, con i professori, ma a loro non risulta che a scuola fossero successe cose eclatanti"

"Capisco... Può parlarmi del suo rapporto con Mason Bennet? Se non sbaglio mi risulta che i due stessero assieme prima della scomparsa di sua figlia"

"Mason.. Sarah lo adorava. Stavano insieme da pochi mesi, ma non l'ho mai sentita piangere o lamentarsi di lui. Aveva cominciato ad uscire più spesso e sembrava felice"

"I suoi voti erano buoni?"

"Certo, non erano cambiati di una virgola. Sembrava davvero che tutto stesse andando per il meglio"

Una pista inutile insomma.

"Quando si è accorta che la ragazza era scomparsa?"

"Una mattina di sei mesi fa. Era uscita con le amiche la sera precedente e alla sera non era rientrata. Pensavo si fosse fermata a dormire da una di loro, ma facendo un giro di telefonate e cercando di contattarla non ero riuscita a rintracciarla. Ho avvertito la polizia.. E questo è quanto"

"D'accordo... È una domanda scomoda, ma glielo devo chiedere: conosceva Ivan Patrov, l'uomo addosso a cui è stato rinvenuto il telefono di Sarah?"

"No, assolutamente... Non so neanche come ci sia finito lì"

La sua voce si incrina sempre di più e capisco che siamo arrivati al limite. Un genitore che sopravvive al figlio è uno degli scenari più raccapriccianti di questa terra.

"La ritroverete?" mi chiede la donna di punto in bianco.

Lì per lì rimango un attimo interdetta e ci metto qualche secondo a rispondere. Non è una situazione per niente semplice.

"Lo spero. Faremo il possibile"

So di stare mentendo spudoratamente. Dopo 24 ore di sparizione è altamente improbabile che la persona scomparsa venga ritrovata viva e vegeta. Questa donna però adesso non può sopportare la verità di sicuro, per cui è meglio così. Il mondo è un posto brutto dove vivere.

"Sai, tu me la ricordi molto"

"Davvero?"

"Aveva anche lei il tuo stesso sguardo"

Rimango in silenzio e rispetto l'osservazione della signora Jones. Non è il momento di interromperla.

"Posso abbracciarti?"

Per un attimo non so che cosa dire. Non è nel mio stile, ma dato che si tratta di una situazione particolare farò un piccolo strappo alla regola.

"Certo"

Non faccio neanche in tempo a finire di parlare che la donna mi si lancia addosso e comincia a piangere a dirotto.

"La mia bambina.. La mia povera bambina.."

Mi lascio avvolgere da quell'abbraccio di disperazione. È una sensazione che mi sembra di aver già visto.

"Quella povera bambina..."

Sì. Così dicevano di me.
È quello che ho sentito mentre davanti a me vedevo solo un mucchio fumante di resti bruciati.

Scaccio dalla mente i ricordi dolorosi e sento la donna sciogliere l'abbraccio.

"Grazie mille per il suo tempo signora Jones. Le farò sapere qualcosa appena avrò delle informazioni"

"Grazie Reel. Chiedo scusa per l'abbraccio, mi sono lasciata andare"

"Non si preoccupi. Certi sentimenti è meglio condividerli che tenerselo tutti per sé. Ti possono divorare in un sol boccone"

Detto questo saluto la signora Jones e mi fiondo fuori dalla porta. Non pensavo che un incontro del genere potesse far riemergere certi ricordi.

Mi accarezzo i capelli bianchi. Forse è meglio che non ci pensi più.

A WHITE HAIR SECRETDove le storie prendono vita. Scoprilo ora