SESSANTATRE

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Mi riparo dietro all'isola, estraendo la pistola a mia volta e sparando due colpi a vuoto. I ragazzi e la signora Bennet si rifugiano dietro al divano, ma le vie di uscita non sono molte.

Samuel Bennet è in piedi nel salotto e rivolge la canna della pistola a sua moglie. Che gran pezzo di merda.

Mi affaccio appena, sparando alla cieca per evitare di farmi colpire. Non ho tantissimi proiettili, per cui non posso esagerare.

Il signor Bennet emette un gremito, ed io esco dall'isola della cucina, con la pistola alta e puntata. Lui sta facendo la stessa cosa. I miei proiettili non lo hanno colpito, e spero di non finire questo confronto in un bagno di sangue.

"Okay signor Bennet, adesso faccia il bravo e metta giù la pistola" dico, rimanendo immobile. Un passo falso e qui salta tutto in aria a colpi di pistola.

Lo sento fare una mezza risatina.

"Una ragazzina eh? E anche del reparto speciale. Doveva tenerci proprio tanto l'FBI"

Io non gli rispondo. Non ho intenzione di fare il suo gioco. Non so se sia ubriaco o meno, ma ha un'arma da fuoco in mano, e questo già mi preoccupa abbastanza.

"Sai ragazzina, all'inizio non ti avevo neanche riconosciuto... Me ne sono ricordato solo dopo aver saputo che c'era l'FBI in paese dove ti avevo già vista"

"Io non la conosco" dissi, fredda.

"Ma io conosco te. New York, caso speciale Winchester, appena due anni fa. Eri della divisione agenti speciali. Un simbolo d'orgoglio per l'america all'epoca. Avevo anche letto un dossier generale su di te, Reel Payn. Ti ho visto uccidere due persone a sangue freddo se non ricordo male"

"Come sa queste cose?" chiedo. Ma chi diavolo è quest'uomo?!

Ad un certo punto mi torna in mente quello che mi aveva detto Nathan tempo prima. Suo padre era in polizia, ed era andato a New York poco tempo prima di perdere il lavoro. Ecco spiegato l'arcano.

"Polizia del New Jersey. Mai sentita? Non che sia importante ormai.."

L'uomo lascia la frase in sospeso, e il suo sguardo ricade sul computer di Benjamin, col filmato di casa Davis rimasto aperto e in pausa.

"Oh, e così già lo sapete... Quell'idiota di Davis senior, non è capace neanche di restituirti un favore.." borbottó l'uomo,tirando su col naso.

"Perché l'hai uccisa?!"

Una voce proveniente da un angolo attirò l'attenzione dell'uomo.
Mason si è fatto avanti, ed ha ancora gli occhi lucidi. Io tiro un'occhiata allarmata a Nathan, che per fortuna mi capisce e afferra il fratello per il braccio.

"Mason..."

"No! Lasciami! Voglio sentirlo da lui! Dimmi perché!" sbraita il ragazzo, scostandosi dalla presa del fratello.

Bennet senior si gira verso il figlio, continuando a tenere l'arma puntata verso di me.

"Io non volevo ucciderla. È stato un incidente"

"Un incidente?!" chiede il ragazzo, sempre più sull'orlo di una crisi di nervi.

"Quella... Se mi avesse ascoltato non sarebbe finita così"

"Che diavolo significa?"

"Ehh... Voi ragazzi non potete capire queste cose da grandi... L'avevo fermata per strada solo per chiederle di aiutarmi... Volevo rientrare in casa mia... Ma quella puttanella da quattro soldi mi aveva risposto che erano affari miei... Io l'ho strattonata .. È caduta, ha picchiato la testa... Non ho potuto farci niente, non è stata colpa mia. Per fortuna quel mafioso da quattro soldi mi doveva un favore, e l'ha fatta sparire. In ogni caso figliolo, non era quella giusta. Riuscirai a dimenticarla" spiegò il signor Bennet, con rabbia.

A WHITE HAIR SECRETDove le storie prendono vita. Scoprilo ora