Cap 6 - "Pioggia"

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Taeyong tornò verso casa con uno strano sorrisetto stampato in viso, ma appena si trovò di fronte alla porta della sua umile dimora, una certa angoscia gli salì lungo la gola.
Come avrebbe affrontato suo padre dopo esser scappato così?
Bussò talmente piano, che a mala pena si sentì.
La porta però si aprì quasi immediatamente e davanti a sé, ritrovò suo padre.
Questo non sembrava affatto arrabbiato, anzi aveva gli occhi lucidi, come se avesse pianto o stesse per farlo.
Si fiondò su Taeyong e lo strinse in un forte abbraccio.
"Dove sei stato? Ero preoccupato"
Pronunciò quelle parole come se non fosse successo nulla prima, come se non avessero mai discusso.
Gli prese il viso tra le sue grandi mani e lo guardò dritto negli occhi.
In quello stesso momento Taeyong ripensò alle parole di Lucas e non potevano essere più vere.
"Scusa papà, non volevo farti preoccupare"
Il padre gli mostrò un sorriso e gli lasciò una carezza sulla guancia.
"Vieni, ti avevo preparato la cena per quando saresti tornato, non avrai mangiato nulla immagino"
Il giovane kariskir si sentì di nuovo a casa ed era una sensazione bellissima.
Aveva qualcuno ad aspettarlo, un pasto caldo e un tetto sotto il quale stare.

Il giorno dopo sarebbe tornato nel cuore della foresta per cercare Lucas e ringraziarlo di avergli fatto capire cosa poteva perdersi. Si infilò tra le coperte con questo pensiero fisso in testa e si addormentò, aspettando con ansia il giorno seguente.

**

Rimase lì, a fissare la direzione nella quale Taeyong era a poco a poco scomparso.
Era da così tanto che non parlava con qualcuno.

Si accucciò in un letto di foglie morte e passò la notte nella foresta, tra le lucciole e i rumori della natura.
Iniziò a sognare, o meglio a ricordare ad occhi chiusi.

Si trovava nel suo villaggio, quello ad est e assisteva alla cerimonia dei Kariskir maturi.
Aveva 17 anni e lui ancora non vi aveva atteso. Suo padre lo guardava deluso, disgustato.
Rivide una delle scene più brutte della sua vita.
"Lucas sei un fallimento per me e per tutta la famiglia. La nostra è una stirpe di puro sangue, siamo ai ranghi più alti, non possiamo permetterci una delusione come te, che nemmeno riesce a controllarsi"
"Se c'è qualcosa che non va in me, è colpa tua..magari non sei così puro come dici" rispose a tono lui.
Quel giorno ci prese tante di quelle botte, che quasi era difficile riconoscerlo.
Ma non si era pentito di ciò che aveva detto.
Lo avevano sempre trattato come un principino durante la giovane età, solamente per il cosiddetto sangue blu e il fatto che appena cresciuto, avesse mostrato dei problemi simili e fosse stato rifiutato, gli fece capire che quello non era amore; era trasformarlo in un essere perfetto, senza personalità, ligio ad ogni ordine, sempre pronto a prostrarsi davanti al sangue e alla famiglia.
Beh lui non era così, né voleva esserlo.
Era un lupo e come tale, voleva essere libero.
Fu maltrattato, cacciato, umiliato, ferito e offeso da tutti.
Lo chiamavano "la vergogna del villaggio est"
Di lì a due anni non aveva una casa, un posto dove stare, nessuno.
La foresta era la sua casa, dormiva dove capitava: al freddo, sotto la pioggia, con la neve e si procurava il cibo cacciando per conto suo.
Aveva spesso incontrato bande di lupi clandestini ed aveva sempre avuto la peggio nei loro territori, essendo solo e incapace di controllare sia la sua forma, che se stesso.
Improvvisamente il suo sogno prese una piega inaspettata.
Il viso di Taeyong comparve davanti i suoi occhi; questo lo prese per mano e lo tirò fuori dalla sua vecchia vita, frantumando ogni ricordo doloroso, come pezzi di un vetro.

Si svegliò con le prime luci dell'alba, che si facevano timidamente avanti tra le montagne e scosse la testa, come per togliersi quelle immagini dalla testa.
"Perché continui a perseguitarmi?" Si disse.
Si alzò sulle zampe, rendendosi conto di esser rimasto lupo per tutta la notte e prese a correre per la foresta, senza una meta, lontano da quel posto.

**

Taeyong, che di solito era un dormiglione, si era svegliato presto quella mattina e assolutamente di buon umore.
Non vedeva l'ora di ringraziare Lucas e di vederlo di nuovo.

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