Cap 8 - "Amicizia?"

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Taeyong si svegliò non molto dopo, con il collo intorpidito che gli pulsava ancora. Si tirò su debolmente e ci passò la mano sopra. Era caldo e sicuramente violaceo.
Come lo avrebbe raccontato a suo padre questa volta?
Si guardò intorno e riconobbe poco più in là, la sagoma di Lucas.
Era girato di schiena e stava seduto su una roccia non troppo distante da lui.

"Ehi" gli si avvicinò
"Ehi.." rispose l'altro guardandolo appena, spostando lo sguardo al solo vedere il suo collo livido.
"Senti io non volevo dirti quelle cose, mi dispiace"
Provò a scusarsi Taeyong.
"Perché continui a scusarti di tutto? Io ti ho morso, poi ti ho offeso e infine quasi ucciso. Chi dovrebbe scusarsi veramente tra i due?"
Taeyong rise appena.
"Quello che ho imparato è che una creatura, qualunque essa sia, non va mai giudicata dall'esterno.
Non esiste errore più grande e anche se sono convinto che quelle parole che mi hai detto non le pensavi veramente, hai ragione"
Lucas si girò e alzò la testa per guardarlo, cercando di capire a quale conclusione fosse arrivato.
"Sono stato egoista e mi sono intromesso nella tua vita, andando così contro il tuo volere. Quello che ho avuto, me lo sono meritato, non ti odio per questo...."
Fece una breve pausa per prendere fiato e poi concluse con un sorriso.
"Per cui ti lascerò in pace da ora in poi, proprio come volevi"
Poggiò la sua mano sulla spalla di Lucas, per poi lasciarla scivolare via subito dopo. 
Si allontanò convinto delle sue parole.
Avrebbe ascoltato il suo desiderio e lo avrebbe lasciato finalmente in pace.
"Aspetta..."
Lucas si girò verso Taeyong che già se ne stava andando.
"Resta per favore..."
Il kariskir dai capelli rosso fiammante rimase sorpreso, quasi sconvolto da quella richiesta.
Fece marcia indietro e si sedette al suo fianco.
"Senti stavo pensando..." si interruppe. Aveva paura che qualsiasi cosa avesse detto, lo avrebbe ferito o fatto arrabbiare e non voleva, non proprio ora che era riuscito ad avvicinarlo.
"Ma hai spesso queste crisi? Prima non era il momento giusto per chiedertelo"
Lucas si girò a guardarlo e Taeyong notò nei suoi occhi un'immensa vergogna.

"La chiamano Tuman."
Iniziò a spiegare Lucas.
"È veramente molto raro che si manifesti..ma cosa posso dirti il mondo intero mi odia"
Fece spallucce, come se quella questione non gli pesasse, ma in realtà lo faceva eccome.
"Parli di quella crisi interiore del quale i nostri padri ci parlano per spaventarci da piccoli? Quella..leggenda?"
Taeyong rimase sorpreso.
"Mi spiace averti deluso, ma non è una leggenda e io ne sono la prova vivente. Ormai ho quasi venti anni e ancora non riesco a controllare la mia forma..
Questo porta ad avere dentro di me tante di quelle emozioni represse, che non riesco a controllarle e alla fine esplodo, come hai già visto diverse volte"
Taeyong restava in silenzio ad ascoltare, incredulo al fatto che qualcuno potesse veramente soffrire di una cosa simile.
"Esiste una cura?" Chiese speranzoso e con un tono di innocenza che fece rabbrividire Lucas.
"No, non esiste. Sono dannato Taeyong, in eterno"
"Non dire così" si scoraggiò lui al suo posto.
"Fa niente, tanto ormai ci convivo da una vita"
Taeyong rimase in silenzio. Non sapeva più cosa dire, era così dispiaciuto per Lucas, ma non voleva compatirlo, né avere pena per lui.
"Hai mai provato a concentrarti? A rilassarti?"
"Sì, miliardi di volte"
"Hai qualcuno che possa aiutarti?"
"Nessuno. Solo Darak"
Rispose secco e Taeyong capì perché aveva chiamato l'albero sacro nel momento del bisogno.
Pensò un attimo prima di rispondere, poi prese coraggio e azzardò
"Ora hai me"
Lucas si girò di scatto a guardarlo, fissando quei suoi immensi occhi color ambra, dal taglio dolce, ma deciso.
"Non vuoi proprio staccarti da me" disse sfoggiando appena una risatina.
"Veramente tu mi hai chiesto di restare"
Scherzò Taeyong.
"Dimmi la verità...da quanto non conversavi in questa maniera con qualcuno?"
Lucas lo guardò nuovamente, ma stavolta com un'espressione stupita.
"Veramente nemmeno me lo ricordo...deve esser stato circa tre anni fa"
Taeyong spalancò gli occhi incredulo.
"Non è possibile non ci credo"
"Liberissimo di non farlo. Te l'ho detto che non ho nessuno. Se parlare con un albero lo consideri conversare con qualcuno, beh allora è da un giorno che non ci parlo"
Il kariskir rossiccio aggrottò le sopracciglia.
"Ma quindi vorresti farmi credere che non hai una casa, una famiglia...e che non fai parte di nessun villaggio di Jasil?"
Lucas rivolse uno sguardo cupo verso Taeyong, come se avesse toccato un tasto dolente.
"Facevo parte di un villaggio....ma è acqua passata, non mi va di parlarne"
Taeyong non insisté, era più che sicuro che quelle cose gliele avrebbe dette col tempo.
"Capisco" si limitò a dire.
"Ti va allora di venire nel mio ad ovest?"
Era la seconda volta che gli offriva il suo invito.
"Quindi tu vieni da ovest? Mi sembravi più uno da nord."
"Ehi non offendere" scherzò Taeyong.

Il popolo kariskir del nord era conosciuto come quello di rango superiore tra i tre villaggi.
A Taeyong non era mai piaciuta quella storia; per lui tutti i villaggi erano allo stesso livello.
"Io non mi sento superiore a nessuno!"
Continuò, come se fosse stato ferito nell'orgoglio e riuscì involontariamente in un miracolo: fece sorridere Lucas.
Sentì una certa soddisfazione crescergli dentro.
"Allora vieni o no?"
Si alzò Taeyong, ma Lucas non sembrava seguire il suo entusiasmo.
"Non ti offendere, ma non credo verrò con te. Non sono adatto a vivere con altre creature, la mia casa è la foresta."
Taeyong sembrò deluso e provò ad insistere, l'idea di saperlo solo in quella foresta per anni gli aveva gelato il cuore.
"Sicuro?"
"Sì, fattene una ragione" disse ringhiando.
Taeyong rimase in silenzio per qualche secondo.
"Hai bisogno di altro?"
"Bisogno?...no" rispose Lucas.
"Allora ti lascio in pace, credo di averti già disturbato abbastanza oggi"
"Stavolta pensi che potrò ritrovarti qui o hai intenzione di sparire nuovamente per qualche settimana?"
"Starò in zona"
"Buono a sapersi. È stato un piacere Lucas"
Si allontanò Taeyong salutandolo.
Lucas rispose accennando appena un gesto col capo.

Taeyong tornò verso casa contento, soddisfatto.
Finalmente era riuscito a parlare con quel kariskir che tanto lo attraeva.
In verità aveva iniziato a vederlo come una specie di esempio.
Da una parte la vita solitaria e completamente indipendente lo eccitava, ma dall'altra lo spaventava.
Si era reso persino conto che, per essere un lupo, era fin troppo docile e assolutamente poco conscio del mondo che lo circondava all'infuori della sua casa protetta.

Lucas, i tre kariskir spaventosi, rischiare la propria vita, la pioggia.
Erano tutte esperienze che si era messo sulle spalle solo uscendo da casa sua ed esplorando Jasil col proprio naso.
Sentiva come se non fosse mai maturato del tutto, come se fosse stato cresciuto in modo troppo protettivo; per questo ammirava l'immensa capacità di sopravvivenza di Lucas, che aveva vissuto per anni da solo, facendo affidamento sulle sue sole forze.
Taeyong aveva a mala pena la forza di mentire a suo padre e a proposito, non sapeva proprio come spiegargli i lividi sul collo, ma qualcosa avrebbe inventato.

**

Lucas fece un sospiro appena Taeyong se ne andò e si stese sul soffice muschio verde, stranamente rilassato.
Guardò il cielo attraverso i rami degli alberi sopra di sé e intravide alcune nuvole grigio scuro.
"Sta per piovere di nuovo" disse.
Si alzò diventando lupo, per quelle rare volte che riusciva a farlo, e corse verso un posto che fosse poco protetto.

Le prime gocce cominciarono a cadere silenziose dal cielo, come le foglie d'autunno facevano dagli alberi.
Raggiunse un punto con pochi alberi e si fermò lì sotto, a godersi la pioggia scivolargli lungo il pelo dorato.
Ogni goccia gli accarezzava delicatamente la chioma e subito si sentiva rilassato.
La natura era l'unica cosa che aveva veramente, l'unica cosa a cui tenesse per lo meno.
Poi pensò a Taeyong.

Vederlo sotto la pioggia gli aveva ricordato troppo se stesso.
Era diverso dagli altri e forse cominciava a piacergli.
Si era ripromesso che non avrebbe mai dato la sua fiducia a nessuno, a meno che questo non se la fosse guadagnata seriamente.
Che fosse Taeyong quella persona?
Nemmeno lui ci credeva così tanto, gli era talento difficile credere in qualcosa ormai, soprattutto alla sua stessa razza, quella che l'aveva tradito e deriso per anni.

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