Cap 17 - "Famiglia"

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"Taeyong..." Sussurrò nel sonno.
"Taeyong!" Urlò infine facendo svegliare il kariskir, che si fiondò immediatamente verso il più giovane.
"Lucas, ehi Lucas calma sono qui"
Questo aprì gli occhi e guardò Taeyong con un'espressione ricca di terrore.
"Lui è qui" si aggrappò disperatamente a Taeyong, stringendogli le braccia con le sue mani tremanti.
"Lucas era solo un sogno calmati, non verrà qui, né si avvicinerà a te.
Ci sono solo io qui"
Lucas guardò l'altro kariskir e quando realizzò la sua reazione incontrollata, lasciò in fretta la presa su Taeyong.
"Scusami..."
"Tranquillo Lucas non fa niente"
"No veramente sono un peso a dir poco problematico e..."
"Ti avevo chiesto di smetterla con queste cose." Lo interruppe Taeyong con tono dispiaciuto.
I due rimasero in silenzio.

Taeyong era contentissimo di avere Lucas al suo fianco, di sapere che non era più da solo, nella foresta, con tutto quello che poteva accadergli.
Era contento di sapere che si stavano avvicinando nonostante tutto, che Lucas si stesse aprendo con lui, che condividesse con lui le sue paure e il suo passato.
Ma avrebbe voluto fare molto di più.
Voleva che Lucas lo considerasse suo amico, che non si sentisse costantemente un peso o in debito e sopratutto che dimenticasse la storia di morire.
Ogni volta che Taeyong sentiva quelle parole uscire dalla sua bocca, per lui era una pugnalata dritta nel cuore.
Lucas non meritava nulla di tutto quello, meritava di essere felice come tanti altri giovani kariskir della sua età, non di essere un ragazzo solo, senza nessuno al quale appoggiarsi, così arrendevole e voglioso di morire.

Al contrario Lucas doveva molto a Taeyong; gli doveva la vita.
Più il tempo passava, più iniziava a pensare che Taeyong non sarebbe mai stato la sua rovina.
Era sempre più convinto che fosse la sua salvezza in realtà.
Tuttavia la sua metà continuava ad avvertirlo di non doversi fidare, di non lasciarsi intrappolare da quella maschera di generosità e affetto.
Per questo non si fidava ancora, ma sentiva di poterlo fare eccome.
Taeyong gli aveva dato tutto e non l'aveva mai lasciato solo, sin dal primo momento in cui si erano incontrati.
Era sempre gentile e caloroso, nonostante Lucas lo trattasse male e lo ferisse.
Gli aveva offerto una casa, un posto dove stare e gli aveva persino fatto una promessa.
Lucas odiava le promesse.
Per lui non erano altro che parole al vento, dette a voce, mai col cuore, fatte tanto per farle e mai compiute.
Ma non quella di Taeyong; la sua era pura e genuina e Lucas ci aveva creduto.
Nel profondo credeva a Taeyong e lo ammirava tantissimo.
Quale persona sarebbe mai andata dietro ad un ragazzo così problematico, odioso, violento, inaffidabile, che a sua volta non si fidava di nessuno, egoista, meschino e chi ne ha più ne metta, si era sempre odiato e in sé trovava ogni difetto del mondo.
Non capiva come una persona così gentile potesse perdere il suo tempo, con una che nemmeno ricambiava.

Il silenzio fu interrotto dallo scricchiolio di una porta, non una qualsiasi, quella della casa di Taeyong.
I due si guardarono e il kariskir dai capelli rossi portò l'indice sul labbro in segno di silenzio e fece cenno a Lucas di rimanere a letto.
Uscì dalla sua stanza ed entrò nella piccola sala appena illuminata dai raggi della luna.
La porta di casa era accostata, ma non c'era traccia di nessuno.
Che l'avesse chiusa male e fosse opera del vento?
Si avvicinò e la chiuse senza far rumore, poi qualcosa lo prese alla sprovvista da dietro.
Una mano gli coprì la bocca, mentre un braccio si stringeva intorno al suo collo.
Taeyong cercò di liberarsi per avvertire Lucas e dirgli di scappare, ma non ci riuscì la presa era troppo forte.
Provò a dimenarsi, nel tentativo di colpire qualcosa e far rumore.
Non riusciva nemmeno a far sentire i propri lamenti, poiché erano soffocati, prima ancora che arrivassero alla bocca, dal braccio stretto intorno al suo collo.
Sentì dopo poco, le forze abbandonarlo completamente e svenne tra le braccia dell'assalitore.
Questo lo poggiò delicatamente a terra, attento a non provocare alcun rumore molesto che facesse scappare la sua vittima.
Entrò infine nella stanza semi buia.

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