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" dio mio sembrava non finire più! " disse Hoseok tirando un sospiro di sollievo

Jimin scoppiò a ridere nel vedere l'amico rotolarsi per terra nella camera d'albergo. La lunga conferenza sulle nuove procedure assistenziali per i trapianti era finita, lasciando gli specializzandi finalmente liberi di godersi la serata. La mattinata era stata difficile e, come previsto, Jin non si era mai fermato in autostrada, lasciando trascorrere quasi cinque ore senza mai una sosta in bagno. Jimin non era riuscito a riposare un minuto, chiuso tra Yoongi ed Hoseok nei sedili posteriori, e stressato dal frenetico russare di Namjoon. Una volta arrivati a Busan avevano avuto giusto il tempo di una doccia veloce, prima di doversi preparare per le sette ore ininterrotte di convegno

" Jimin io vado a lavarmi " disse Hoseok

" va bene hyung, io credo che andrò a fare una passeggiata "

Jimin prese il cappotto, ed uscì, iniziando a vagare per le vie famigliari della sua città. L' albergo distava pochi chilometri dal mare, ed allora decise di prendere una boccata di salsedine che era sempre in grado di rinfrescargli le idee. L' aria frizzante si mescolava al vento gelido, che aumentava sempre di più man mano che Jimin si avvicinava alla spiaggia.

Le strade erano illuminate da numerose insegne di ristoranti aperti 24 ore su 24, le voci dei passanti erano caotiche, ed investivano le orecchie del giovane dottore, facendogli tornare alla mente dei ricordi del passato

" ah.. il mio dialetto "

Nonostante fossero passati solo pochi mesi dal suo trasferimento a Seoul, aveva notato nettamente le differenze tra le due città. La capitale era fredda, le persone non davano confidenza a nessuno, il loro modo di parlare era troppo formale, mentre a Busan tutto era più semplice.

Si avvicinò alla spiaggia, rimanendo affascinato come sempre dall'odore del mare, era inebriante. Si tolse le scarpe ed i calzini, godendosi di nuovo la sensazione della sabbia tra le dita dei piedi, ed iniziò a camminare.

Aveva deciso di passare a trovare suo nonno, se solo avesse avuto un minuto libero l'indomani, aveva così tante cose da raccontargli, le sue nuove esperienze, la vita stressante dell'ospedale, gli ottimi amici che era riuscito a farsi, e le innumerevoli lezioni di vita che aveva imparato. Delle volte gli mancava parlare con suo nonno, era difficile trovare dei momenti liberi in corsia, ed anche se ne trovava, le telefonate non duravano più di cinque minuti.

Camminò lentamente, fermandosi ogni due passi per scattare delle fotografie, non gli dava neanche il tempo di essere registrate nella galleria, che le inviava a Jungkook. Il più piccolo aveva smesso di rispondergli ai messaggi, lasciandolo con un velo di preoccupazione.

Jimin aveva un leggero timore a chiedere a Jungkook della sua famiglia, non gli aveva mai detto nulla di loro, non aveva mai ricevuto una visita da quando era stato ricoverato, e non aveva nessun contatto da chiamare in caso di emergenza, sicuramente era successo qualcosa, e lui ne era all'oscuro.

Si avvicinò all'acqua, ed immerse i piedi, ritirandoli subito dopo, pervaso da una serie di brividi

" solo un idiota come te si bagnerebbe i piedi con questo freddo "

" oh hyung "

Jimin si voltò di scatto, vedendo Yoongi seduto dietro di lui, sulla sabbia umida. Era completamente vestito di nero, ed aveva una bottiglia di birra tra le mani

" come mai sei qui? "

" volevo farmi due passi hyung, e tu? "

" volevo stare un po' da solo "

Jimin prese posto vicino a lui, volgendo lo sguardo verso il tramonto, ed ammirando il sole nascondersi dietro l'infinita distesa di blu. Amava perdersi nella bellezza di quel luogo, ci passava giornate intere quando era un bambino, giocando a rincorrersi con la madre 

Love YourselfWhere stories live. Discover now