BANG!

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Ritornate alla villa, io e Lauren entrammo in silenzio nel salotto open space, abbandonandoci di peso, io sul divano e lei su una poltrona. Ci guardammo per minuti interi, sfatte, senza sforzarci di capire cosa stessimo pensando, l'un l'altra. Due mesi sono infiniti, se si tratta di stare lontane l'una dall'altra, ma questa volta non si trattava di lontananza fisica, questa era lontananza mentale. Eravamo ormai distaccate, i brutti pensieri e stati d'animo regnavano nella nostra testa e non c'era modo di farli placare, almeno per ora. Qualcosa non stava più andando per il verso giusto. Io mi sentivo senza forze, la situazione lavorativa di lei era ormai impegnativa e stare insieme, creando così un rapporto amoroso tra manager-vip sarebbe stato forse ambiguo e controproducente, lei era ancora distrutta ma non lo dava a vedere e cercava di farsi forza con le unghie e con i denti.

Qualcosa si stava rompendo.

"Camz...", la guardo, riemergendo dai miei pensieri e la interrompo subito, "Pensavo di comprarmi una casa."

"Cosa?", non capisce il senso delle mie parole, come se fosse ubriaca.

"Una casa, mi compro una casa. Così hai la tua individualità, libertà..."

"Individualità."

"Sì, perchè no..."

"Camila, è ciò che vuoi dare a me, o ciò che vuoi per te stessa?", la sua voce, contrariamente a come ha sempre reagito, resta calma e immobile, quasi rassegnata.

"E' giusto che tu abbia un luogo tuo personale. Io mi sono solo aggiunta in questa bella villa."

"Camz, non penso sia giusto che sia tu a comprarti una villa. Ci penserò io a trovarti una sistemazione."

"No, Laur, io-"

"Ho detto di no. Se non vuoi vivere in casa mia, va bene. Ma lascia che ci pensi io."

Sospiro, come mi fossi già pentita della proposta, e io mi stendo sul divano fissando il soffitto. Sento lei alzarsi e andare verso il tavolino dei drink. Si versa uno dei suoi soliti alcolici e fissa il panorama attraverso le grandi finestre.

"Non voglio che tu vada via di qui, Camila. Non per colpa di pettegolezzi."

"Non mi interessa molto dei pettegolezzi, Laur, ti sono sincera."

Lei si gira mostrandomi uno sguardo ferito, non capendo il motivo del mio voler andar via.

"Non sono arrabbiata con te, Laur. Non è con te che ho un problema.", sento che dentro di me qualcosa non va, ultimamente.

Il telefono di lei inizia a squillare, le faccio cenno di rispondere, anche se lei non sembrava molto intenzionata a farlo.

"Cosa?... No, ho già dato tutte le direttive... Maledizione, licenzierò parecchia gente. Arrivo subito."

"E' successo qualcosa di grave?"

"Beh, dipende dai punti di vista. Mi reputo una perfezionista, quindi rischio di licenziare con molta facilità."

"... Devi andare in azienda?"

Lei annuisce piano, non volendo andarsene di già, ma sa bene che il suo nuovo incarico è impegnativo a mille, e sono la prima a pensare che ora soprattutto deve dare il suo massimo per prendere in mano le redini della situazione. Sì, mi sarebbe piaciuto se fosse rimasta con me a casa, ma alla fine non possiamo farci molto.

"Vorrei ordinare cinese stasera, stare sul divano con te, Camz, e parlare... Se ti va... Abbiamo perso molto tempo, e forse ci farebbe bene parlare di tutto questo periodo di merda, tra noi."

I WANT YOU || CAMREN || The Epic Records ExperienceWaar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu