Cosa ho fatto

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Sentivo il mio polso dolere per il rinculo della pistola, dopo lo sparo. Avevo trattenuto poco la pistola, non avendo la più pallida idea di come si spari, così mi ero presa uno strappo al polso o qualcosa del genere. Nelle mie orecchie sentivo ribollire il mio sangue, e pulsavano come se il cuore si fosse diviso e avesse iniziato a pulsare in ambedue le orecchie. Ho visto il corpo di Noa restare in piedi per un secondo e mezzo, poi cadere in avanti a peso morto, andando a sbattere contro il suo suv. Credo che in quel momento stessero tutti urlando qualcosa a me, ma non riuscivo a sentirli, era tutto a rallentatore.

L'immagine di Lauren che corre verso di me e mi strappa di mano la pistola continua a formarsi nei miei occhi ancora in modo rallentato, non riesco a sentire ciò che mi dice, ma sta di sicuro muovendo le labbra.

La vedo strusciarsi la pistola sul vestito, pulendola bene dalle mie impronte, per poi impugnarla lei per bene e puntare verso Noa per assestare un altro sparo.

Voleva prendersi la colpa?

Vedo le luci blu e bianche della polizia sbucare al di fuori della villa di Lauren. Gli scagnozzi di Noa erano già andati via, sotto ordine dell'attuale defunto. Sbatto le palpebre più volte per capire se stessi sognando o meno, o se fossi sotto effetto di droghe, sento le braccia di mio padre avvolgermi da dietro in modo possessivo, quasi aggressivo.

Perchè mi bloccava? Da cosa mi stava bloccando?

Appena i poliziotti entrarono ad armi spianate nel giardino, Lauren alzò in alto le mani, gettò a terra la pistola e vidi gli agenti avvicinarsi a lei.

Adesso le voci si facevano più riconoscibili, anche se ovattate. Continuo a restare immobile, come in trance, passiva sulla situazione, come sotto shock.

"Lauren Michelle Jauregui Morgado la dichiaro in arresto per presunto omicidio del trafficante e protettore Noa Wedkington. Ha diritto ad un legale, ogni cosa che dirà potrà essere usata contro di sè."

L'agente prende i polsi di Lauren, ammanettandoli e lei abbassa la testa, senza dire una parola. Il mio cuore inizia a battere in modo accelerato, sento il sudore ricoprirmi il corpo, affondo le unghie nelle braccia di mio padre, che continuavano a stringermi, capendo il motivo per il quale mi stavano bloccando.

"LAUREN.... NOOO"

"Zitta Mila...", mio padre mi dice all'orecchio.

Inizio a piangere rovinosamente, continuo ad urlare il suo nome, tutto ciò che riesco a vedere, una volta entrata nella macchina della polizia è il suo viso, rivolto verso di me, che mi guarda come se fossi la cosa più preziosa della terra. Il suo labiale dice 'ti amo'.

Vedo andare via la macchina della polizia, mentre il giardino è già invaso dalla scientifica e da altri poliziotti che ben presto ci avrebbero interrogati tutti.

Sono in piena disperazione, la mia ragazza si era appena presa la colpa di un delitto commesso da me. La donna che pochi istanti prima avevo quasi temuto e disprezzato per aver collaborato con la mafia, e pochi istanti più tardi mi ero ritrovata a salvare, facendo io stessa il gesto più estremo e folle, uccidere qualcuno.

Le mie ormai non erano più lacrime, ma assomigliavano più ad alcool puro, per quanto mi bruciassero gli occhi. I singhiozzi mi toglievano il fiato, e non mi sono mai sentita così terrorizzata dal perdere qualcuno.

Prima di svenire, ricordo solo Clara avvicinarsi a me, senza dare all'occhio ai poliziotti e dirmi, "Lauren ha sempre un piano. Reggi il suo gioco avrà sicuramente qualcosa in mente, conosco mia figlia anche se lei lo negherebbe anche davanti a Dio in persona."

I suoi occhi erano scossi, ma sentiva di potersi fidare di sua figlia. Forse ero l'unica ad essere devastata in questo momento, pensando alla possibilità di non rivedere più uscire Lauren di prigione.

I WANT YOU || CAMREN || The Epic Records ExperienceWhere stories live. Discover now