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I gorni trascorrevano lentamente, diventando sempre più grigi, le foglie degli alberi cominciavano a tingersi di giallo e arancione, a cadere dagli alberi, come al fine di decorare i viali della città, creando un'atmosfera autunnale a dir poco suggestiva.

Newt aveva deciso di tornare a casa a piedi, quel giorno, dopo aver ricevuto un avviso da parte di sua madre riguardo al fatto che non sarebbe tornata ad ora di pranzo, ma che avrebbe lasciato la centrale entro le otto, quindi prima del solito orario tardo, quella stessa sera.
Lui ne era contento, visto che, almeno, avrebbero cenato insieme.

Aveva dimenticato per l'ennesima volta gli auricolari, ma poco importava, Newt si stava godendo il clima ormai quasi freddo del periodo tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre.
Il cielo, anche quel giorno, era coperto da uno strato di nuvole, chiare alla luce dei raggi solari che riuscivano a fatica a trapassarle.

Il percorso da fare a piedi era leggermente più lungo di quello in bus, infatti il ragazzo si stava prendendo più tempo per arrivare a casa.

Quella mattina non era stata poi così diversa dalle altre, ma l'atmosfera a scuola era piena di entusiasmo, visto che a breve sarebbe stato organizzato il ballo d'autunno, una tradizione che ormai andava avanti da anni, per quel che era stato detto a Newt da Alby e Clint.

Avevano trascorso l'intervallo a parlarne, i due amici gli avevano raccontato diversi aneddoti ad esso inerenti, la parte negativa era che bisognava avere un partner con il quale presenziare e che quindi bisognava invitare una ragazza.

Newt aveva avuto, come primo impulso, quello di tirarsi indietro, anche perché le feste in grande stile non erano assolutamente fatte per lui, oltretutto non sapeva se sarebbe potuto andare al ballo anche perché Lizzy rimaneva sempre sotto sua custodia.

Ripensandoci in quel momento, Newt ricordò che, se avesse avuto la possibilità di presenziare all'evento, conosceva già una persona a cui poter chiedere di andarci con lui.

Arrivò di fronte casa sua alle due meno un quarto, ovviamente non trovando nessuno una volta entrato.
Si preparò un secondo piatto, avendo abbastanza fame da essere sicuro di riuscire a mangiare qualcosa di più pesante, così optò per cucinare della carne.

Mentre apparecchiava il tavolo, Newt pensò che avrebbe dovuto riprendere con gli allenamenti pomeridiani, magari partecipare a quelli scolastici, dove non vi era una somma da pagare.
Il problema era che, a quel punto, avrebbe dovuto parlare con sua madre e cercare una babysitter per Lizzy, cosa alla quale lui era in realtà contrario.

Mentre la sua mente era occupata da vari e distinti pensieri, il cellulare di Newt squillò, lasciandolo un po' perplesso.
Il ragazzo aprì la borsa a tracolla che aveva lasciato sul divano, prendendo il dispositivo e leggendo "Numero Privato" sul display.
Gli era capitato abbastanza spesso di ricevere chiamate anonime rivelatesi poi semplici scherzi telefonici, perciò fu abbastanza dubbioso sul rispondere o meno.
Alla fine, fece scorrere il dito sull'icona verde.

«Con chi parlo?» fu la domanda che pose, con tono scocciato, già aspettandosi di ricevere una risposta stupida, di sentire delle risate o cose simili.

«Newton» mormorò una voce maschile, il ragazzo biondo quasi sussultò nel riconoscerla, sapeva perfettamente a chi appartenesse.

«Keighley» replicò, «Come hai fatto ad avere il mio numero?» la voce di Newt divenne atona, non aveva intenzione di dimostrarsi gentile, ma avvertiva una sensazione strana, come se quella situazione fosse surreale, insomma, Thomas non lo sopportava, perché avrebbe dovuto tenere il suo numero in rubrica? E soprattutto, per quale diamine di motivo lo aveva chiamato?
Newt represse l'impulso di chiudere quella telefonata seduta stante.

Skinny Love | NewtmasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora