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Newt si guardò allo specchio, definendosi più o meno presentabile, l'adrenalina gli scorreva nelle vene, quasi fosse mista al sangue.
L'ansia lo divorava da quella mattina, non vedeva l'ora di arrivare nella palestra della scuola, supponendo e sperando che il suo stato d'animo sarebbe migliorato e che sarebbe stato più tranquillo.

Si sistemò l'ultimo bottone della giacca beige e distolse lo sguardo dal suo riflesso, allontanandosi dallo specchio per prendere il cellulare che aveva lasciato sulla scrivania.

Teresa gli aveva lasciato un messaggio tre minuti prima, scrivendo che a breve sua madre l'avrebbe accompagnata a casa sua.
Il ragazzo le rispose e poi lasciò il cellulare, uscendo dalla propria camera e tornando in cucina, dove Céline aveva appena finito di sparecchiare.

La donna chiuse lo sportello della credenza e rivolse la propria attenzione a Newt, il suo volto si illuminò d'un sorriso e si avvicinò al proprio figlio per abbracciarlo.

«Mi lasci scattare una foto a te e Teresa, non appena arriva, vero?» domandò innocentemente sua madre, Newt stentò a non roteare gli occhi al cielo, con l'accenno di un sorriso.

«Se va bene anche per Teresa... perché no?» disse il ragazzo, passandosi una mano tra i capelli chiari e scostandoli verso destra.

Lizzy piombò in cucina, aveva l'indice in bocca e la mano destra stringeva un suo peluche, «Cosa devi faee, Ewt? Hai un bel com... completo» osservò.

Newt le rivolse un sorriso, «Vado ad una festa con Teresa, Lizzy, tra poco arriva, così saluta anche te» mormorò, scompigliando i capelli della bambina.

«Sì!» esclamò quest'ultima, con il suo tono acuto, contenta, poi si allontanò di nuovo verso i divani.

«Allora, come ti senti?» domandò Céline, che doveva essere molto più entusiasta di quanto dava a vedere, secondo Newt.

«Penso di non essere mai stato così ansioso in vita mia, sul serio» ammise lui, scuotendo la testa, «Eppure è solo un ballo.»

«È normale, insomma, è la tua prima festa da quando ci siamo trasferiti. Ma andrà tutto bene, ne sono più che sicura.»

«È quello che spero» mormorò Newt, più tra sé e sé che rivolto a sua madre.

Poco dopo, il campanello suonò e Céline si spostò verso l'ingresso, mentre suo figlio beveva un bicchiere d'acqua, rimanendo qualche minuto in più in cucina.

Newt sentì sua madre parlare con qualcuno, all'esterno, sicuramente con la madre di Teresa.
Qualche istante a seguire, la ragazza comparve nella cucina, salutandolo con un sorriso e un bacio sulla guancia.

«Non ricordavo ti stesse così bene, questo vestito, Teresa» disse Newt, sinceramente, ricambiando il luminoso sorriso della ragazza.

Teresa aveva indossato un vestito dal colore molto simile a quello del completo di Newt, dalle bretelline sottili, che le arrivava poco sopra le ginocchia, non era eccessivamente scollato e le fasciava il busto in maniera perfetta.
Vi aveva abbinato un giubbotto di jeans sul marrone chiaro, ed una piccola borsa.

«Anche tu stai bene, però...» Teresa lasciò la frase in sospeso, poi gli si avvicinò, sbottonando velocemente i primi due bottoni della camicia bianca che Newt aveva indossato sotto la giacca beige, «Ecco, molto meglio.» Gli fece l'occhiolino.

Newt alzò gli occhi al soffitto, ma sorrise, poi sentì la porta di ingresso chiudersi, segno che sua madre era rientrata.

«Teresa, questo vestito ti sta benissimo. Sei bellissima» si complimentò Céline, quando li raggiunse in cucina.

Skinny Love | NewtmasDonde viven las historias. Descúbrelo ahora