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La porta d'ingresso fu aperta improvvisamente, contemporaneamente Newt e Thomas si alzarono, sciogliendo immediatamente l'intreccio delle loro dita.

«Tom, sono a casa. Sei...» la signora Keighley si bloccò quando vide i due ragazzi uno affianco all'altro, il suo volto si contrasse.

«Newt, forse è meglio riprendere a studiare, andiamo in camera» disse Thomas, interrompendo sua madre, che era sembrata in procinto di dire qualcosa, prese con noncuranza la borsa di Newt precedentemente lasciata sul divano.
Il ragazzo biondo lo seguì, completamente a disagio.

Salirono al piano superiore, Thomas, una volta di fronte ad essa, aprì la porta della propria camera, abbandonò la borsa di Newt su una delle due sedie della sua scrivania e aprì un cassetto, dal quale dirò fuori un accendino.

Iniziò a frugare tra alcuni vestiti, nel suo armadio, qualche secondo dopo Newt lo vide estrarre un pacchetto di sigarette ancora integro.

«Ho un serio bisogno di nicotina» disse Thomas, il tono di voce sommesso, «E tu, non dirmi che non fumi, Newt» si rivolse al ragazzo con un'espressione eloquente.

«Non è un vizio» Newt scrollò le spalle, «Da' qua» aggiunse con nonchalance, allungando una mano.

Non toccava una sigaretta da un anno buono, ma non era un dettaglio che a Thomas sarebbe interessato molto.

Quest'ultimo prese due sigarette e gliene porse una, poi rimise il pacchetto a posto, controllando che fosse ben coperto dai vestiti.

Newt lo seguì lungo il corridoio, verso la porta finestra, che venne tempestivamente aperta e richiusa.

I ragazzi furono avvolti da un freddo glaciale, non avendo nemmeno indossato i cappotti, che erano rimasti al piano inferiore.
Aveva smesso di nevicare, il suolo era però umido, segno che la temperatura non era al di sotto dello zero.

Thomas accese la sua sigaretta, Newt teneva la propria tra le labbra, osservando le strade sotto di loro e il cielo ormai plumbeo.

L'altro ragazzo gli si avvicinò e Newt lasciò che gli accendesse la sigaretta direttamente, senza prenderla in mano.

Il contatto visivo tra loro sembrò più una sorta di tacita sfida a chi prima avrebbe distolto lo sguardo, eppure Newt non riusciva a staccare gli occhi da quelli di Thomas, che sembravano attrarlo come una calamita.

Il moro abbassò la mano che aveva chiuso a cupola attorno la sigaretta di Newt, mise in tasca l'accendino e pose finalmente la propria attenzione altrove, andandosi ad appoggiare sulla ringhiera del balcone.

«Io avevo portato sul serio i libri, Thomas» disse Newt, espirando il fumo in una nuvola grigia, perfettamente distinguibile, come fosse il calore del proprio fiato, nell'aria fredda.

«Credi davvero che ti abbia chiamato per studiare?» ribatté il moro, prendendo la propria sigaretta tra indice e medio, rivolse a Newt uno sguardo scocciato.

«No, l'avevo già capito. Mi chiedo perché me e non Benjamin, o Zart, a questo punto.»

«Perché loro sono dalla parte di Minho, ce l'hanno con me per quello che è accaduto. Non fosse stato così, mi pare ovvio che avrei chiamato uno di loro e non te» precisò Thomas, con tono inespressivo.

Newt non lasciò che quell'affermazione lo influenzasse, la sua mente tornò a pochi attimi prima che arrivasse la madre di Thomas e stentò a credere che quello che il ragazzo aveva appena detto fosse ciò che pensava davvero.

«Immagino quindi che loro avrebbero fatto il mio stesso gesto» disse allora, mantenendo anche lui un tono neutrale.
Appoggiò le mani alla ringhiera, ben più fredda delle sue stesse mani, al contatto.

Skinny Love | Newtmasحيث تعيش القصص. اكتشف الآن