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Newt aspettò che Teresa raggiungesse casa sua, teneva il cellulare appoggiato sul tavolo, davanti a sé e picchiettava la superficie con la punta delle dita, sorseggiando il tè che aveva preparato da pochi minuti.

Era tornato molto tardi, ma svegliarsi ad orario non era risultato essere un problema, inoltre, con tutto il rumore che avevano fatto sua madre e sua sorella prima di uscire, sarebbe stato molto difficile continuare a dormire.

Adesso, da una buona mezz'ora, in casa regnava il silenzio più assoluto e il ragazzo non riusciva a smettere di pensare. Era terribile non poter avere il controllo della propria mente ed essere costantemente investiti da ondate di emozioni, senza intervalli di tempo che lasciassero respirare.

«Maledizione» mormorò, alzandosi poi in piedi e prendendo la tazza per lasciarla nel lavello della cucina. Vi si appoggiò, al bordo, nascose il volto tra le mani e chiuse gli occhi.

Il dolore fisico che provava lo costringeva a ricordare le uniche cose che avrebbe voluto mettere da parte, almeno per quella giornata. Eppure, era cosciente del fatto che ciò che era accaduto non fosse nulla di negativo.
Ma sapeva che, ripensandoci, non lo avrebbe rifatto.

«Sei uno stupido» si disse, portando indietro i capelli con entrambe le mani, «Sei solo capace di complicare le situazioni già difficili.»

Lo schermo del cellulare si illuminò, come vide il nome di Teresa comparirvi, si avvicinò immediatamente al tavolo per prenderlo e rispondere.

«Newt, sono quasi arrivata, comincia ad uscire così non perdiamo troppo tempo. Dobbiamo raggiungere la metro a piedi» disse la ragazza, ansimava appena, come se stesse camminando velocemente.

«D'accordo, ora esco» replicò lui, per poi chiudere la chiamata.

Recuperò la giacca leggera che avrebbe indossato e le chiavi, per poi chiudere l'ingresso e aspettare Teresa all'esterno del vialetto.

Il sole era già alto, non c'era una nuvola ad oscurare i suoi raggi, era un'ottima giornata per uscire, Newt sperò che il suo umore venisse influenzato dal tempo, permettendogli di distrarsi una volta in compagnia.

Teresa arrivò pochi minuti dopo, salutandolo con un bacio sulla guancia e il suo solito, luminoso, sorriso.
«Allora, come andiamo? Non hai risposto al mio messaggio» era evidentemente ironica, lo guardò con un sopracciglio alzato e lui scosse la testa, cercando di ricambiare il sorriso.

Ecco che la speranza di non dover pensare a quello accaduto la notte precedente andava in frantumi.

«Magari ti racconto mentre camminiamo verso casa di Brenda. A proposito, fai strada, non ho idea di dove abiti quella ragazza» le disse lui, cominciando a parlare subito dopo, sotto sua stessa pressione.

Il tragitto fu meno lungo di quanto si fosse aspettato, raggiunsero una modesta casa color ocra solo una mezz'ora dopo. Teresa attraversò il vialetto e suonò il campanello, aspettando che Brenda aprisse.

Quest'ultima si fece vedere pochi istanti a seguire, abbracciando immediatamente Teresa e salutando Newt con meno confidenza, limitandosi ad un amichevole sorriso.

«Mi auguro tu sia pronto a passare una mattinata tra vestiti e camerini» Brenda ammiccò, dandogli una leggera gomitata.

«Ho sinceramente paura di quello a cui andrò incontro» disse lui, ironico, ricambiando il sorriso della ragazza.

«Forse è meglio incamminarci» Teresa diede uno sguardo al proprio orologio argento rosa, abbinato al completo vintage che indossava, «Abbiamo un'ora scarsa per raggiungere la metro e evitare di perdere il treno.»

Skinny Love | NewtmasHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin