13.

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Il suono della sveglia destò Newt da un sonno tranquillo e pacifico, senza sogni, ristorante.
Avrebbe voluto spegnerla e continuare a dormire, ma la consapevolezza che non poteva dare buca a George a causa della voglia di rimanere al caldo, sotto le coperte, lo costrinse ad alzarsi dal letto.

Sentì le voci di sua madre e di Lizzy, quest'ultima sembrava star spiegando qualcosa, ma Newt non seguì l'argomento e si preoccupò di scegliere i vestiti da indossare per poi uscire dalla propria camera, ancora completamente assonnato.

«Buongiorno, era ora che ti svegliassi!» disse Céline con un sorriso, mentre prendeva il cappottino di Lizzy dall'appendiabiti.

«Mh... buongiorno» mormorò Newt, con voce roca.

Lizzy gli andò incontro, facendosi prendere in braccio per dargli un bacio sulla guancia.

«Torni per pranzo?» domandò Céline a Newt, mentre questi lasciava la bambina, che andò verso sua madre per indossare il cappotto.

«Non so quali siano i programmi, sinceramente. Prendo le chiavi per sicurezza. Magari poi ti mando un messaggio» rispose lui, la donna annuì e poco dopo uscì assieme a Lizzy.

Newt finì di prepararsi, uscendo di casa una mezz'ora a seguire.
Anche se era vestito adeguatamente, il freddo era allarmante, il repentino cambio di temperatura dall'interno della casa all'esterno lo fece starnutire.

Nel momento in cui prese il suo cellulare dalla tasca del cappotto, la notifica di un messaggio da parte di George illuminò il dislpay.

Telepatia o cosa? Newt sorrise nel visualizzare il messaggio, George gli aveva scritto che era appena uscito da casa, gli rispose che per lui era lo stesso e scherzò sulla contemporaneità con cui si erano scritti.

Newt impiegò poco tempo ad arrivare al bar dove avevano deciso di incontrarsi, vide il ragazzo camminare esattamente dall'altro lato, verso di lui.

«Oh eccoci, finalmente!» esclamò George, avvicinandosi per salutare Newt con due baci sulle guance.

«C-ciao» mormorò quest'ultimo, completamente a disagio a causa di quel gesto, mentre l'altro ragazzo gli diceva: «Non dirmi che hai fatto colazione, ti prego. Io mi sono svegliato tardi e non ho avuto nemmeno il tempo di sistemarmi i capelli» si passò una mano tra di essi, spostandoli di lato: erano mossi e scuri, lunghi fin sotto il lobo dell'orecchio.

I suoi occhi erano color nocciola, imparagonabile a quello cangiante di Thomas, a causa del quale Newt si sentiva sempre come trasparente di fronte allo sguardo del ragazzo, quando lo incontrava.

Scosse la testa, perché stava improvvisamente pensando a Thomas? Non ne aveva motivo.

«Non ho fatto colazione» rassicurò George, «Anche io mi sono svegliato tardi» fece spallucce.

«Perfetto!»

Entrarono nel bar pochi attimi a seguire, Newt fu abbastanza sorpreso nel vedere che molti volti familiari erano in quel posto: c'erano tantissimi studenti, a partire da quelli del primo anno.

«Cosa vuoi mangiare?» domandò George, mentre entravano.

«Un cornetto ripieno di crema andrebbe bene, ed un cappuccino» rispose Newt, «Vedo se ci sono tavoli liberi» aggiunse, George annuì e si allontanò verso la cassa.

Un tavolino rotondo, nella parte centrale del locale, era rimasto vuoto. Newt andò a prendere posto, sentendosi abbastanza osservato.

Riprese il cellulare, ritrovandosi in pochi minuti a leggere la lunghissima chat con George. In nemmeno tre ore si erano scritti almeno duecento messaggi, passando senza nessi da determinati argomenti ad altri.

Skinny Love | NewtmasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora