17.

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«Appena sufficiente, Keighley» sentenziò l'insegnante di storia dell'arte, «Torna a posto. Hai lunedì e martedì prossimo per venirmi a cercare nelle mie ore libere e alzare il voto. Altrimenti, fatti tuoi.»

Newt roteò gli occhi dall'ultima fila, guardando come il sorrisetto beffardo non abbandonasse il volto di Thomas, mentre si dirigeva verso di lui, per prendere posto al banco accostato al suo.

«Sul serio, Thomas? Guarda che non ti do anche ripetizioni di storia dell'arte» sussurrò, rivolgendogli un'espressione esasperata.

«Peccato. Sarebbe un motivo per passare più tempo insieme» ribatté il moro, Newt stentò a non spalancare le palpebre e abbassò lo sguardo sul libro che teneva aperto sul banco, davanti a sé.

Quando la campanella suonò, pochi minuti a seguire, entrambi si alzarono ed uscirono insieme dalla classe.

Newt voleva passare la pausa nel giardino della scuola, visto che, con l'arrivo di marzo, le giornate cominciavano a migliorare e quella mattina la temperatura era ideale per stare all'aperto.

Prima si diressero verso l'armadietto di Thomas, cosicché il ragazzo potesse lasciare il libro di storia dell'arte, mandando a quel paese sia l'insegnante che la materia, in modo veramente poco fine.

«Magari i libri li lascio dopo, andiamo fuori?» propose Newt, sistemando meglio la borsa a tracolla, per comodità.

«Mh, te la porto io nell'armadietto. Da' qui» Thomas gliela prese, sfilandogliela con cautela da sopra la testa, «Torno in un minuto.»

«Ma non sai nemmeno le cifre per...» replicò Newt, venendo immediatamente interrotto: «Questo lo credi tu» il moro gli fece l'occhiolino, allontanandosi con passo veloce.

Newt sbuffò, appoggiando la schiena agli armadietti dietro di lui.
Thomas era stranamente allegro quella mattina, non ricordava di averlo visto così altre volte, da quando avevano cominciato a vedersi.

Per le ripetizioni, aggiunse mentalmente Newt.

«Scusami, dovrei aprire il mio armadietto» disse un ragazzo, distogliendolo bruscamente dai suoi pensieri.

Quando Newt realizzò che in realtà si trattava semplicemente di George, emise un sospiro di sollievo, rivolgendogli un sorriso: «Scusami tu, George» disse, scostandosi.

Lui ricambiò il sorriso, «A cosa pensavi di così importante? Ho notato come fossi perso...» domandò con tono vago, aprendo il proprio armadietto.

«Niente di rilevante, in realtà» fu la risposta dell'altro ragazzo.

«Mh, ascolta Newt, avrei seriamente bisogno di...»

«Ecco fatto, adesso possiamo...» Thomas li aveva raggiunti, un'espressione soddisfatta campeggiava sul suo volto, si interruppe quando vide George, ma non si scompose: «Ho interrotto qualcosa?»

«Ehm, effettivamente sì. Posso parlare un momento con Newt?» domandò George, nel suo tono c'era un che di distaccato, così come nello sguardo che rivolse al ragazzo con cui stava parlando, quasi fosse scocciato dalla sua presenza.

Thomas annuì senza proferire parola, i suoi occhi cercarono quelli di Newt e li trovarono, il biondo abbozzò un sorriso, sperando che il suo umore non subisse un cambiamento in senso negativo.
«Due minuti e sono da te» gli disse, poco prima che lui si allontanasse.

«Allora, dimmi» si rivolse poi a George, che si stava visibilmente torturando il labbro inferiore, stringendo i libri al petto.

«Alby, Gally, Clint e Jeff si sono organizzati per uscire insieme, 'sta sera, e mi hanno invitato. Ti andrebbe di unirti a noi?» domandò, con esitazione.

Skinny Love | NewtmasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora