8.

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There's no chance for us
It's all decided for us
This world has only one
Sweet moment set aside for us
-Queen, Who Wants To Live Forever

Quando Newt giunse davanti il suo armadietto, vide un volantino attaccato con un piccolo pezzo di scotch all'anta metallica.
Corrugando la fronte, lo staccò, già leggendo il titolo si capiva che doveva essere un invito ad una delle solite feste in grande stile organizzate dagli studenti che avevano una certa popolarità.

Non fu sorpreso, infatti, quando lesse il nome "Minho Liang" come firma, all'angolo destro del foglio.

Lo mise nell'armadietto, accantonando il pensiero per il resto della mattinata e cercando di concentrarsi durante le lezioni, cosa che gli fu quasi impossibile.
Erano passati ormai quattro giorni, ma Newt non riusciva a tenere la mente lontana dal sabato pomeriggio trascorso con Thomas.

Era combattuto, confuso, non capiva nemmeno perché gli interessasse. Aveva visto un suo disegno, critico, forse, addirittura preoccupante, per quanto lo riguardava, ma Thomas era sembrato così tranquillo, al suo contrario.

Forse sono solo paranoie, pensò Newt, mentre si avviava verso l'aula di biologia, a sguardo basso, Thomas non può davvero... diede una spallata a qualcuno e solo allora alzò lo sguardo, con l'intenzione di scusarsi immediatamente, ma vedendo che la persona davanti a lui era Minho, il biondo aprì e richiuse la bocca, senza dire niente.

Minho non aveva un'aria amichevole, il suo volto era contratto in un'espressione seria. Si era fermato, e questo fece capire a Newt che voleva parlargli.
Dubitò seriamente di potersi aspettare una conversazione amichevole.

«Qualcosa non va?» domandò infine, con sincera perplessità, visto che Minho non si decideva a parlare.

«Molte cose non vanno, Gray.» Fu la risposta che ricevette Newt, fredda e concisa, glaciale.

«Va bene, Liang, non fare la parte del cupo e misterioso, se ci sono problemi dimmelo e basta» replicò il biondo, mentre il suono della campanella dell'inizio della terza ora riecheggiava nei corridoi.

«Oh no, non abbiamo abbastanza tempo, adesso. Forse è meglio in un altro momento» disse Minho, dopo di che, senza aggiungere altro, superò Newt verso la parte opposta a quella cui si stava dirigendo il ragazzo.

Quest'ultimo sospirò, riprendendo a camminare, raggiunse la classe con qualche minuto di ritardo, fortunatamente senza alcun richiamo da parte dell'insegnante.

Anziché prendere appunti, durante l'ora Newt non fece che pensare allo strano comportamento di Minho, a Thomas e ad un dettaglio che fece capolino nella sua mente solo nel mezzo di quelle riflessioni: né Alby né Gally gli avevano ancora dato spiegazioni concrete riguardo le ragioni per cui ci fosse così tanto astio tra loro e gli altri.
Il che gli dava abbastanza fastidio, visto che erano i due ragazzi di cui probabilmente si fidava di più, da quando si era trasferito.

Newt nemmeno si accorse della rapidità con cui trascorse quella lezione, alla fine dell'ora gli era rimasto poco e niente di quello che era stato spiegato, aveva scritto qualche rigo, ma nulla che potesse essergli d'aiuto durante il successivo studio a casa.

Desiderava con tutto il cuore arrivare a dicembre, nonché periodo in cui sarebbero cominciate le vacanze natalizie, anche se questo significava ritrovarsi a dover affrontare più interrogazioni e verifiche.

Newt cercò di rivolgere maggiore attenzione alle lezioni che gli rimanevano quella mattina, evitando di lasciare che la sua mente vagasse e ponesse altre domande a cui lui non riusciva a darsi ancora una risposta.

C'era qualcosa in Thomas, però, che lo incuriosiva, e questo, per quanto potesse essere ordinario, lo spaventava.

Era normale provare una certa voglia di conoscere una determinata persona, soprattutto se questa tendeva ad essere chiusa e a comportarsi come se nulla la toccasse minimamente.

Skinny Love | NewtmasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora