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L'intervallo era cominciato da pochi minuti, ma, nonostante ciò, Newt era rimasto in un'aula vuota, con il libro di chimica aperto sul banco, intento a rileggere la lezione appena trattata ed eseguire gli esercizi.
Il ragazzo teneva la matita tra il pollice e l'indice, giocandoci mentre cercava di cominciare a memorizzare qualche termine e definizione.

All'improvviso, ebbe come la sensazione di essere osservato, Newt alzò di scatto la testa e quasi sussultò, vedendo chi fosse la persona appoggiata allo stipite della porta, sul volto della quale apparve un'espressione leggermente dura non appena incontrò lo sguardo del ragazzo biondo.

«Cosa... perché sei qui?» domandò Newt, corrugando la fronte nel vedere Thomas.
Non vi era traccia di astio nella sua espressione, nessuna intenzione di litigare o rivolgere parole poco carine, ma non sembrava nemmeno così amichevole.

«Il Preside vuole che tu mi dia ripetizioni, ricordi?» a quelle parole, Newt sollevò un sopracciglio, ribattendo con sarcasmo: «E tu ricordi di avermi esplicitamente detto di non voler avere nulla a che fare con me? Che saresti disposto a pagare i professori pur di non chiedermi di aiutarti?»

«Mi pare di averti rivolto delle scuse, riguardo ciò» replicò il moro, con voce atona.

«Thomas, dimmi una cosa» proferì l'altro ragazzo, serio, «Perché, dopo un anno di prese in giro, quasi mi aggredisci su una rampa di scale, per poi scusarti a distanza di settimane chiamandomi col numero privato? E per quale motivo sei sullo stipite a guardarmi studiare da non so quanto tempo? Mi spieghi cosa ti succede? Perché sai, il tuo comportamento mi confonde.»

Newt era sempre stato molto diretto e sincero, se pensava qualcosa, era abituato ad ammetterla, dirla, senza il minimo problema, anche se questa a volte non era una cosa molto positiva.

In quel momento, però, probabilmente lo era, dato che Thomas arrossì visibilmente, non sapeva come rispondere a quella domanda, Newt riuscì a capirlo anche dall'improvvisa rigidezza che assunse la sua postura.

«Ascolta, Newton, so che tra me e te le cose non sono andate bene sin dal primo momento che ci siamo visti, ma ho bisogno davvero di mantenere il titolo di capitano e i voti sotto la media in due delle materie principali non mi aiuta. Potrei far pagare i professori ma, come hai detto tu, la coscienza è mia ed io sono perfettamente consapevole che la corruzione non mi aiuterebbe» Thomas abbassò lo sguardo, morendosi lievemente il labbro inferiore.

Quindi era per il titolo, che lo stava facendo.
Gli stava chiedendo ripetizioni per mantenere la reputazione che si era costruito, perché, per come si ragionava in quella dannata scuola, tutto poteva dipendere da un'insulsa nomina.

Newt sospirò, «Quando vuoi iniziare?» domandò, Thomas alzò il volto per incontrare il suo sguardo, adesso non sembrava più così distaccato come prima.

«Dalla prossima settimana, mercoledì andrebbe bene, per me» rispose il ragazzo moro, Newt annuì, «Va bene, Keighley. Mercoledì ti aspetto a casa mia, ma ti voglio puntuale alle cinque e mezza, intesi?» il biondo assunse un tono ironicamente autoritario.
«D'accordo.»

«Ah e... Thomas?» Newt lo richiamò, il ragazzo, che si stava accingendo ad andare via dall'aula, si bloccò immediatamente, «Cosa c'è, Gray?» gli rivolse un'occhiata annoiata, ma le sue labbra erano leggermente curvate in un sorriso.

«Gli allenamenti del martedì e del venerdì a che ora cominciano?» gli chiese Newt, chiudendo il libro di chimica, ormai non aveva più alcuna intenzione di finire quello che aveva iniziato.

«Alle quattro» Thomas esitò, «Hai intenzione di venirci?» lo guardò, alzando un sopracciglio, scettico.

«Cosa ti importa?» ribatté il biondo, «Non proverò a rubarti il titolo di capitano, sta' tranquillo, Keighley.»

Skinny Love | NewtmasМесто, где живут истории. Откройте их для себя