⚜️ Dove la viverna acceca l'orso

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Furono settimane di pioggia e conversazioni sporadiche

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Furono settimane di pioggia e conversazioni sporadiche.

Con i polsi incatenati e le falde del mantello a proteggerla dal Demone di Fuoco, Eve si arrese al dolce ondeggiare del destriero che avanzava lungo le strade meno battute dell'Espen. Benché gli uomini che l'avevano rapita fossero piuttosto attenti a non sbottonarsi con lei, ebbe modo di capire alcune cose. Prima fra tutte, possedevano un'ottima conoscenza del territorio. Thyrsos sapeva quali sentieri, valli o boschi imboccare affinché non corressero il rischio di imbattersi in centri abitati o stazioni di posta.

Le rare volte in cui capitò di incrociare il cammino con dei pellegrini, Eve si guardò bene dall'implorare aiuto. Dopo ciò che era stato fatto a sir Tristan e al resto della scorta, era piuttosto sicura che simili criminali non avrebbero esitato a estrarre le spade contro quella povera gente.

In secondo luogo, avevano qualcosa che li differenziava dall'essere semplici vagabondi allo sbando. Qualcosa nel loro portamento e nel modo in cui maneggiavano le armi e guidavano i cavalli le suggerì che in passato doveva essergli stato impartito un qualche tipo di addestramento. Senza contare che si ritrovavano spesso a discutere sulla direzione da prendere e a riesaminare le mappe, quindi era probabile che avessero attentamente pianificato il percorso.

Persino i destrieri non erano dei banali ronzini di campagna. Nonostante gli abiti logori, nessuno di loro aveva l'aria di un umile giramondo che andava a caccia di carrozze per impadronirsi di qualche bene di ricchi signorotti in viaggio. Se ne avessero avuto reale bisogno, dal momento che conoscevano il suo nome e il suo titolo, avrebbero potuto perquisire la carrozza da cima a fondo: invece Eve aveva ancora il monile d'oro al collo, il più prezioso ricordo di sua madre.

Giunse alla conclusione che doveva trattarsi di disertori di un regno vicino, magari di Suwei o de La Plata. Non era escluso, se non certo, che la sua cattura fosse una mossa politica.

L'unica nota positiva era che la caviglia aveva avuto il tempo di sgonfiarsi.

Miglio dopo miglio, il paesaggio mutò. Dalle generose e floride valli ventose di Fearann Sìthe i crinali divennero aspri, i fiumi gelidi e le cappe di nubi si ispessirono a tal punto che poté lasciar cadere il cappuccio sulle spalle e godere della brezza che le scioglieva i capelli di neve. Si stavano spingendo verso nord e le gelide acque del Mare di Ör.

Occhieggiò Lysandros, che camminava al fianco del suo destriero trattenendolo per le redini. Aveva lo sguardo concentrato e le spalle forti, e c'era una sorta di gentilezza cavalleresca nel suo modo di porsi.

«Tutto questo è davvero necessario?» domandò Eve, sollevando i polsi stretti dal giro di corde. «Anche se volessi scappare sarebbe inutilmente pericoloso. Non so neanche dove ci troviamo.»

Lysandros si trincerò dietro il suo mutismo, lo sguardo fisso sulla schiena del guercio che procedeva in testa al gruppo.

Eve sbuffò. «Andiamo, sono passati giorni. Sono stanca e mi annoio, avrete pure il diritto di chiacchierare. Non siete di molte parole.»

Bianca come il gelsominoWhere stories live. Discover now