⚜️ Spiriti bianchi

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L'odore delle pellicce conciate e umide di neve le punse le narici

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L'odore delle pellicce conciate e umide di neve le punse le narici. Vasilis chiuse la porticina del carro alle loro spalle e si ritrovarono in un ambiente angusto, buio, dove il Demone di Fuoco filtrava attraverso la finestrella bucherellata. Moccoli di candela affollavano le superfici dei mobili e delle librerie, rendendo l'ambiente soffocante, e pile di volumi e pergamene erano ammonticchiate sul pavimento, la toletta e il cassettone strabordanti di gingilli provenienti da ogni dove. Un cranio dalla calotta spalancata, da cui spuntava un ciuffo di lavanda secca, la scrutava attraverso le orbite.

A Eve non sfuggì la quantità di fiori che riempivano ogni spazio disponibile degli scaffali. Ogni vasetto ne ospitava una tipologia diversa.
A un tavolo basso sedeva una donna di età indefinibile, vestita di veli e stoffe scure, con la metà superiore del viso coperta da una maschera d'ossa. Alle corna cervidi che si innalzavano dai lati della testa erano appesi amuleti di piume e pietruzze colorate. Dal copricapo spuntavano ciuffi di capelli bianchi e secchi che le arrivavano alle spalle.

La donna girò il capo nella loro direzione ed Eve, nella penombra sventrata dalle fiammelle tremule, distinse la mascella spigolosa e le labbra crepate di rughe, la pelle delle guance che si afflosciava verso il basso. Il copricapo le occultava gli occhi, ma dalla direzione presa dalla sua testa dedusse che doveva essere cieca. Non parlò.

Vasilis eseguì un cenno di rispetto con il capo, soffiando parole in una lingua sconosciuta. Eve ripensò alla nenia del sacerdote durante il matrimonio, ma aveva qualcosa di diverso dall'Antico Idioma di Gardros. L'anziana si limitò ad annuire.

«Seguitemi e fate parlare me. Vi tradurrò le risposte man mano» disse il principe.

Sedettero tra i cuscini di velluto, disposti a raggiera attorno al basso tavolino. Vasilis parlò ancora e l'anziana sfilò il sacchetto che portava al collo. Lo fece oscillare davanti ai loro occhi, stringendolo tra polpastrelli incoronati da artigli ricurvi, poi ne rovesciò il contenuto sulla superficie di legno: una decina di pietre, ognuna incisa da un simbolo diverso, ticchettarono contro il ripiano.

La donna allungò la mano nodosa, il palmo rivolto al pavimento, e compì una serie di movimenti circolari come se stesse cercando di tastare qualcosa di invisibile. Si fermò. Parlò, imitando la lingua sussurrante di Vasilis ed esprimendosi con voce quasi impercettibile.

Il principe assentì. «Dice di conoscervi e di sentire chi siete. Emanate una forte vibrazione.»

Eve si agitò sui cuscini, a disagio, e la vecchia inspirò profondamente. Sussurrò ancora. Il suo modo di parlare le ricordò il soffio del vento attraverso le fognature di una vecchia magione.

«Sta dicendo che una strana stella veglia su di voi, ma che non sa leggerla bene perché è poco chiara, al momento. Offuscata è il termine giusto. Deve tornare indietro e specchiarsi nel vostro passato per capire. Chiede se avete qualcosa di vostro per poterla aiutare.»

Bianca come il gelsominoWhere stories live. Discover now